C'è stato un tempo (millenni orsono) in cui l'essere umano non ancora consapevole dei tanti fenomeni e processi naturali, credeva che la maternità fosse il risultato di un evento 'magico' che sanciva il legame tra la vita tangibile, visibile e impermanente, fatta di materia e di corpo con una propria forma (che soggiace allo scorrere del tempo e delle stagioni, e per questo chiamata, in epoche successive nelle culture più occidentali, 'vita terrena'), e l'imperituro trascendente della non-forma, del non-essere, del non-manifesto, del mistero (Hsuan) definito successivamente in occidente 'vita ultra-terrena', celeste, divina, eterna, che è parte integrante più sottile e impalpabile della vita reale quotidiana. Dal silenzio nasce il suono; dalla stasi, dal non-movimento nasce il movimento: yin-yang è la costante alternanza e dualità del movimento della Vita.
Con l'evolversi della consapevolezza, che ha portato all'utilizzo del fuoco, (da ritrovamenti archeologici in Kenya e in Cina, i più antichi focolari risalirebbero a oltre un milione di anni fa), con l'evolversi della manualità e della capacità di associare, della comunicazione e del linguaggio, durante centinaia di millenni, l'essere umano ha sviluppato cultura intesa come insieme di conoscenze di gruppo acquisite e trasmissibili, modificando nel tempo la percezione e la fruizione della realtà, e arricchendo di significati simbolici gli accadimenti della vita.
Così, la maternità per lungo tempo è stata associata alla fertilità e all'acqua: all'acqua del grembo materno fecondo che contiene, nutre e protegge il bambino mentre 'prende forma' (nella notte dei tempi l'essere umano non era ancora consapevole di come e quando avvenisse il concepimento né della durata della gestazione); e all'acqua della Terra che, con le sue sorgenti e piogge, i suoi torrenti, fiumi, laghi, mari, paludi, nevai e ghiacciai ha da sempre guidato, nutrito (rendendo fertile e rigogliosa la terra) e protetto uomini, donne e bambini nei loro percorsi di vita nomade lungo il cammino reale-pratico e simbolico della conoscenza della Natura in cui si muovevano e di cui ne facevano parte, sviluppando ulteriormente l'atteggiamento e il pensiero magico (non avendo ancora la conoscenza e la comprensione delle motivazioni reali delle tante manifestazioni della natura) di fronte agli eccessi (es. inondazioni o siccità) e alle calamità naturali che causavano distruzione, morte, malattia e paura. Così, anche fertilità, acqua e maternità dovevano essere 'magicamente propiziate' con rituali: nasceva il culto della Dea Madre, attorno al quale si configurò l'organizzazione sociale.
E per lunghissimo tempo (decine, forse qualche centinaio di millenni) l'essere umano ha avuto un organizzazione sociale prevalentemente matriarcale, sancita anche dalle necessità imposte dal nomadismo: gli spostamenti e le occupazioni quotidiane, tranne la caccia, dovevano seguire i ritmi naturali delle gravidanze, dei parti e dello sviluppo graduale dei bambini (le loro migrazioni avvenivano alla 'velocità' di 1 chilometro all'anno nell'entroterra, un po' più veloci lungo le coste); ma poco sappiamo oggi di come si è evoluta la loro cultura poiché tutta la loro esperienza e conoscenza veniva tramandata con l'esempio della pratica e oralmente, quando si sviluppò il linguaggio: la loro mente non aveva ancora ideato i simboli scritti.
Ma circa 10˙000/11˙000 anni fa c'è stato un cambiamento epocale nella consapevolezza e nella struttura sociale dell'essere umano sino ad allora nomade, cacciatore e raccoglitore dei prodotti della terra: inizia l'agricoltura e il primo effetto fu il passaggio dal nomadismo alla stanzialità, che prevedeva l'insediamento permanente in una casa per il gruppo familiare e in un villaggio per la comunità: l'essere umano ora vivrà non più di ciò che la terra dà spontaneamente, ma di ciò che lui stesso coltiva e alleva. La donna governerà all'interno della casa e provvederà al focolare, e l'uomo assumerà sempre più importanza nell'organizzazione sociale, che diventerà patriarcale, e nel difendere la casa, il villaggio, il raccolto.
(continua)
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.