Quando per la prima volta (cinquant’anni fa) ho sentito parlare del Dao, i concetti che esso sottendeva sono stati per me come una luce che improvvisamente si è accesa a rischiarare la notte della mia mente.
Oggi la parola Dao è iper-usata anche in contesti che nulla hanno a che fare con l’insegnamento dei grandi Maestri del passato che ne hanno fatto uno stile di vita sano e armonioso.
E’ di questo Dao classico e di alcuni dei suoi canoni che sono qui a parlarvi oggi: non attaccamento, calma, perseveranza.
La motivazione che mi ha mosso da quarant’anni a questa parte e che mi muove tutt’oggi è di aiutare tutte quelle persone che soffrono di frustrazione, ansia, panico, etc… a superare il disagio esistenziale moderno. Questo anche in senso egoistico perché ogni nostra azione mette in moto un processo che influenza l’ambiente circostante creando una costante alternanza di opposti, in noi e fuori da noi che ci danneggia (inquinamento psicologico). Infatti, la realtà è in continuo mutamento ed in continuo divenire, anche se noi non lo percepiamo. Tutto ci sembra sostanzialmente non modificabile: rapporti, situazioni, salute, oggetti, lavoro, condizioni generali esterne. Invece tutto può mutare se agiamo sulle situazioni che ci imprigionano. Perciò uno dei motivi primari del nostro odierno disagio esistenziale, della nostra paura e della nostra insicurezza è l’assenza in noi di una visione completa della Realtà tutta, che comprenda spazio, tempo, inizio e fine di ogni cosa.
La fisica quantica, per voce di Kurt Lewin, psicologo della Gestalt, ha definito il concetto di “Campo”: uno spazio denso di correlazioni, in costante movimento e con un andamento progressivo, in continuo divenire e che è continuamente influenzato dalle persone che in esso interagiscono e dall’ambiente nel quale esse sono inserite. Quindi noi siamo soltanto un frammento del “Campo”, che si evidenzia in un dato momento.
Gli insegnamenti del Dao indirizzano ogni essere umano verso la realizzazione personale, la sensibilità e la ricchezza spirituale, basi che permetteranno in seguito di raggiungere il più alto risultato: il conseguimento della piena felicità, obiettivo primario del daoismo per la nostra autentica realizzazione.
La filosofia daoista, infatti, aveva già compreso, tremila anni fa, tutto questo, proponendo un modello di vita inserito nella natura e nell’ambiente in cui viviamo che permetta di superare la sensazione di solitudine e di non-appartenenza che sono la principale causa dell’ansia cronica.
Però, affinché questo avvenga, l’uomo deve ridiventare parte integrante e fondamentale dell’ambiente che vive e abita, con la consapevolezza di essere soggetto alle sue leggi climatiche, ambientali, alimentari, etc… e di essere, grazie all’intelligenza, demandato a preservarne e conservarne gli equilibri.
E’ per questo motivo che il pensiero daoista è eternamente valido e si può considerare una vera e propria ecologia del corpo e della mente.
Trascrizione a cura di Rita Caprioglio
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