giovedì 22 settembre 2016

Continua lezione 10 settembre 2016

Già abbiamo visto come nel Daodejing si proponesse un modo contemplativo volto verso l'interno al fine di raggiungere uno stato di quiete interiore. 
In seguito si svilupparono metodi di concentrazione più complessi, alcuni dei quali basati sul concetto dei tre centri presenti all'interno dell'uomo.
Un termine a cui si ricorre solitamente per esprimere l'idea di concentrazione interiore è ning, che letteralmente significa 'solidificare', 'consolidare'. 
La meditazione taoista si basa sull'assunto che in noi è presente un principio di vita spirituale che va coltivato se si desidera raggiungere l'immortalità. 
Per molto tempo alcuni taoisti ritennero di poter conseguire quella che potremmo chiamare immortalità fisica, ma dopo una lunga ricerca conclusero che non era possibile. 
Tra loro nacque un movimento che proponeva, per conseguire l'immortalità, di sviluppare la vita spirituale nutrendo lo Spirito (Shen). Di conseguenza i suoi fautori svilupparono un sistema complesso di concentrazione fondato su una ben precisa idea della struttura interiore dell'essere umano.


Nel Canone della Corte Gialla troviamo riferimenti alla dottrina dei tre centri interiori. Secondo questo testo il microcosmo ha tre luoghi in cui radunare gli Spiriti: il niwan, sito nel cervello, il jianggong, sito nel Palazzo Rosso del Cuore, e il dantian o Campo di Cinabro sito nel ventre. Questi tre centri sono luoghi di raduno dei vari spiriti macrocosmici corrispondenti alle tre partizioni cosmologiche del macrocosmo: il cielo, la terra e il sottosuolo acquoso. 
Una volta purificati, essi contengono i tre principi della vita: il respiro primordiale (yuanqi) posto nel cervello o niwan, lo spirito (Shen) contenuto nel Cuore o jianggong, e l'essenza vitale (jing) contenuta nell'addome o dantian.

 Continua

lunedì 19 settembre 2016

Lezione Tao 10 settembre 2016

Il mese abbondante di vacanze è finito: si ricomincia a lavorare! Questo vale anche per il mio blog.

     Le origini del Tao

  Le origini del Tao:

         Il Tao (letteralmente la Via o il Sentiero) è uno dei principali concetti della storia del pensiero cinese. Si tratta di un termine di difficile traduzione, inizialmente volutamente concepito come una potenza inesauribile che sfugge a qualunque tentativo di definizione. Si può partire dal fatto che il carattere cinese, la cui parte inferiore è il radicale cinese "piede", esprime innanzitutto il concetto di un movimento, un flusso. Per questo motivo si può tentare di definire il Tao come l'eterna, essenziale e fondamentale forza che scorre in perenne movimento attraverso tutta la materia dell'Universo. In ambito occidentale viene talvolta tradotto anche come il Principio. Nella filosofia tradizionale cinese, il Tao è l'Universo stesso: quell'eterno, inesauribile "divenire", costantemente in movimento. Tenendo presenti questi riferimenti, volendolo definire con una parola, il Tao "è".
 Nel contesto della storia del pensiero cinese, il concetto di Tao acquisisce grande importanza in seno alla tradizione taoista, salvo poi estendere la sua influenza a tutto il panorama filosofico e speculativo cinese, fino a venire integrato, riassorbito e reinterpretato da una molteplicità di scuole di pensiero, ivi inclusa quella confuciana. Nel corso dei secoli a venire, questa influenza si estenderà a molte altre delle cosiddette filosofie e scuole di pensiero orientali.
Il mondo interiore taoista
Il mondo visibile è un'emanazione del Tao. Agli inizi, lo Yin e lo Yang erano uniti l'uno all'altro nel Tao e formavano un respiro indifferenziato detto "respiro primordiale" (yuanqi).
Quando si separarono diedero vita al Cielo e alla Terra, e la miscela di questi ultimi diede origine agli uomini e a ogni altra creatura. Siamo perciò fatti di Yin e di Yang, che sono "respiri celesti e terrestri”. La nostra anima superiore (Hun), in particolare, è celeste e quella inferiore (Po) è terrestre.
Il cosmo, poi, è composto da cinque settori spazio-temporali (wu-fang): i quattro punti cardinali corrispondenti alle quattro stagioni (sishi) e il centro. Questi, simboleggiati da colori, corrispondono sulla terra ai "Cinque Elementi" (wuxing) e nell'uomo ai "Cinque visceri" (wuzang li).
Ogni viscere è nutrito dal suo elemento corrispondente nella debita stagione. Tutto ciò costituisce una sorta di codice che permette l'adattamento della vita del microcosmo al macrocosmo. Il fine era scegliere le sostanze più appropriate del mondo esterno per nutrire i visceri; inoltre, era necessario assicurare una idonea circolazione dei principi vitali all'interno del corpo evitando ostruzioni, che sono la principale causa di infermità.
Ecco i principi generali di corrispondenza tra microcosmo (il genere umano) e macrocosmo; corrispondenza che è tuttavia resa più concreta da un'autentica strutturazione dell'interiorità della persona, secondo una combinazione di centri e di canali. I centri sono punti di concentrazione, i canali le condutture attraverso le quali circola il respiro vitale, Qi.
(continua)