venerdì 26 settembre 2014

Appunti da una lezione antica di Pino Ferroni - Rita Caprioglio


Sta per iniziare un nuovo anno scolastico e per l'occasione ho deciso di trascrivere, sintetizzandoli, i miei appunti su di una lezione di Pino Ferroni, appunti che risalgono a quando completavo il mio iter formativo di Conduttore di Gruppi di Crescita Personale & Professionale facendo tirocinio in un primo anno di Naturopatia Umanistica® & Shen Training® presso la Scuola di Formazione Professionale Kairos s.r.l. di Parma.

«Quelli fra di voi che fanno la nostra Scuola di Naturopatia Umanistica® e di Shen Training®, quella di Biomassaggio Energetico e Tocco Shen sanno quanti studi dovete fare non per essere miracolati (inquantochè i miracoli non li sappiamo fare), non per perseguire illusioni, ma per fare un serio lavoro atto aumentare le vostre capacità percettive, per estendere la vostra coscienza e le vostre capacità di ascolto empatico per essere di aiuto agli altri. Accogliere significa abbandonare le nostre inveterate scuse di diffidenza, di reattività e di rigidità ed aprirsi, farsi penetrare ad altre possibilità; distaccarsi significa cercare la realtà oggettiva e, senza opporsi ad essa, arrendersi ad essa per poterla migliorare o modificare con l’azione conforme, con un’azione adeguata e proporzionata all’evento. Quando parlo di arrendersi, non parlo di passività o, peggio, del farsi prevaricare dagli altri, ma di arrendersi a noi stessi, di accettare, con la profonda umiltà che contraddistingue i veri ricercatori, di dover continuamente cambiare i nostri assunti, le nostre ‘certezze’, anche se questo è un percorso a volte faticoso, a volte doloroso.
Sapere non è conoscere!
Questa antica massima non deve mai essere dimenticata, anzi, deve diventare la compagna della vostra vita perché la conoscenza non la si acquista con lo studio o la speculazione mentale, ma solo, ed unicamente, acquisendola entrando direttamente, personalmente nell’esperienza, accettando tutte le possibili implicazioni che il coinvolgimento personale può produrre.
E’ ovvio a questo punto, che per l’uomo essere distaccato ed accogliere significa abbandonare tutti i compor-tamenti stereotipati e codificati, significa abbandonare il falso dare e il falso prendere, che sono i modi classici dell’innamoramento dietro i quali nascondiamo la nostra necessità di vedere soddisfatti i nostri bisogni, per quel sentimento totale ed illuminante che è l’amore vero (...) Accogliere significa essere essere aperti ad accogliere e a considerare la possibilità di ogni cosa, significa aver imparato ad attenuare l’ego, vincere l’attaccamento, andare oltre la sublimazione e il narcisismo operando il distacco dai nostri bisogni e dalle nostre abitudini comportamentali. Lao-zi: «Solo chi accoglie dentro di sé tutto ciò che è sotto questo Cielo, può diventare il Signore del mondo». Vedete come tutto si ricollega, come tutto ruota in circolo? Accedere al ricettivo; essere distaccati dai bisogni e dalle aspettative; accogliere senza opporsi; abbandonarsi all’esperienza personale: tutto ci riporta all’amore. Credetemi: è solo una questione d’amore (...) Per fare questo bisogna entrare nel pensiero positivo, nella percezione creativa, nella flessibilità e relatività delle cose, dei fatti e delle persone che continuamente interagiscono (inter-sono) con noi e noi con loro (...) Quando parlo del distacco, del non voler possedere, del non aver aspettative spesso, chi mi ascolta, pensa che io parli in modo ascetico, che intenda dire di rinunciare a tutto e di andare a fare gli eremiti in qualche sperduta landa della Terra. Scrive Italo Calvino ne “Le città invisibili”: "...non sono le parole che comandano al discorso, ma l’orecchio di colui che le ascolta”. (...) 
Perciò dobbiamo cominciare a vedere in modo positivo tutti i fatti della vita, a coglierne il senso vero ed anche, perché no, a cercare di migliorarli, non distruggendo ogni volta tutto per partire da zero, ma partendo dall’avvenimento stesso sul quale vogliamo intervenire, partendo da ciò che egli già ci ha dato e dalle cose buone che esso indubbiamente contiene. La notte più buia della nostra vita contiene comunque una certa quantità di luce. Cogliere soltanto il buio non ci fa essere reali; cogliere la luce che il buio contiene ci permette di intuire la strada lungo la quale muoverci con una certa sicurezza, in attesa dell’alba (...) Operare il distacco significa non essere schiavi delle cose e delle persone, degli status e dei condizionamenti sociali; il non attaccamento significa soltanto che stiamo vivendo a contatto con i nostri sentimenti, con la nostra essenza interiore, il nostro Shen; con la consapevolezza che la bellezza della vita è un nostro fatto interiore che possiamo cogliere solo noi e che non dipende dal mondo dell’avere o da altre persone, ma soltanto dal nostro mondo dell’essere, di percepire e di percepirci...»
Alba

Di notte creo dei sogni e poi ti invito sempre a farne parte.
Di giorno vivo un po’ improvvisando e lascio al caso fare il suo percorso
ma sei presente in ogni sorso dell’aria che respiro,
in ogni fatto che segna la mia vita, in ogni attimo 
che arriva all’improvviso come se potesse durare ancora mille anni.
Abner Rossi

mercoledì 24 settembre 2014

Premessa al libro-dispensa "Seduti con il Maestro"


Il mio nuovo libro-dispensa “Seduti con il Maestro” ha l’intento di rendere più facile allo studente la comprensione dei concetti taoisti, indiscindibili dall’Energetica cinese, materie entrambe fondamentali della nostra Scuola di Naturopatia Umanistica® & Shen Training®. Perciò ho unito i concetti, estrapolati dal mio libro “Energetica cinese” pubblicato nel 1997, (Parte Prima del nuovo libro), con i concetti taoisti di alchimia spirituale espressi nel Wu Zhen Pian di Chang Po-Tuan (tradotto in inglese da Thomas Cleary) (Parte Seconda del nuovo libro).



Premessa
Fenomeno estremamente complesso, il taoismo ha impiegato numerosi mezzi di espressione e influenzato diversi sfere del pensiero: la filosofia, la politica, la religione, la mitologia, il folclore, la satira e altre forme d’umorismo, le arti visive, il disegno, la poesia, la musica, le canzoni, l’arte drammatica, la letteratura romanzesca, la fitoterapia, la medicina psicosomatica, l’educazione fisica, il Qi Gong. le arti marziali, la strategia militare e l’alchimia, sia fisica che spirituale.
A volte viene chiamato: insegnamento Huang-Lao.
Ciò che sembra essere un tema comune è l’idea che il taoismo trascenda la storia: 
- verticalmente in quanto esige un contatto con un’altra dimensione dell’esperienza che è al di là di quella terrestre; - orizzontalmente, perché sostiene di risalire a epoche anteriori alla storia.
Generalmente, la tradizione taoista associa la sua prima espressione al piano terrestre, con l’inizio della civiltà protocinese, ma rivendica anche un contatto costante, o periodicamente rinnovato, con una fonte superiore.
La questione dei benefici o dei danni, individuali e collettivi, derivati dalla pratica di tali conoscenze e poteri, sono i pilastri dell’insegnamento della Scuola della Realtà Completa. Il taoismo della Realtà Completa, che si sviluppò come movimento indipendente tra l’XI e il XIII secolo, si occupava della totalità dell’esperienza e dello sviluppo dei progressi umani, sia nel campo della verità convenzionale, sia in quello della verità suprema. Questo interesse si manifestava sia nelle pratiche sociali che in quelle mistiche, poiché i seguaci della Realtà Completa si sforzavano di includere e integrare l’essenza del buddismo e del confucianesimo con quella del taoismo.



L'intuizione nasce dal silenzio della mente per riportarci al silenzio della mente

lunedì 22 settembre 2014

Approfondimenti sulla Meditazione Taoista


Rispondo ad Alice B che mi ha chiesto di chiarirle la differenza fra Meditazione Taoista e altri tipi di Meditazione.


Il termine spiritualità deriva da spirito. Per capire cos’è dobbiamo elaborare una concezione dell’essere più profonda e feconda di quella convenzionale tramandata dalla nostra cultura. Essa infatti, pur affermando che gli esseri umani sono composti di materia e spirito, anziché interpretare tale concezione in una forma olistica e integrata, continua a sostenere una visione dualistica e frammentata, di questi due aspetti. 
E’ per questo motivo che alcune discipline si concentrano sul corpo e sulla materia (scienze naturali) mentre altre sono legate allo spirito e all’anima (discipline umanistiche e religioni). Abbiamo perduto la visione dell’unità dell’essere umano inteso come una coesistenza dinamica, intera, connessa e interrelata di materia, energia e spirito
Perciò spiritualità, in questa concezione frammentata, significa coltivare un solo aspetto - lo spirito - attraverso la meditazione e l’introspezione, al fine di trovare il proprio sé più profondo. Considerata in quest’ottica, la spiritualità diventa un compito, un compito fondamentale, certo, ma solo uno tra i tanti, perché la spiritualità è considerata una parte e non un tutto. Ciononostante, questa concezione che scinde corpo e spirito è fondamentalmente riduzionista. 
Infatti la spiritualità dovrebbe essere intesa non meramente come un modo per vivere certi momenti della nostra esistenza, ma piuttosto come un modo di essere una persona.
Infatti, la mente meditativa è vedere, osservare, ascoltare senza parole, senza commenti, senza opinioni — attentamente e costantemente — il movimento della vita in ogni suo rapporto; allora sopraggiunge un silenzio che è negazione del pensiero, un silenzio che è attenzione costante all’accadere.
Questa è, in sintesi, la Meditazione Taoista.
La Meditazione Taoista non è, come molti pensano, un tentativo di dimenticare se stessi o di occultare i propri problemi; tramite essa possiamo imparare a vedere nel profondo di noi stessi, esattamente come siamo, possiamo finalmente vedere cosa alberga dentro di noi, comprenderne l’essenza ed accettarla pienamente. Essa favorisce la vera intuizione che peraltro può essere ottenuta solo se ci si libera del pensiero esclusivamente razionale, pensiero a cui abbiamo permesso nei secoli di disorientare la nostra mente. Infatti, uno degli aspetti più singolari della Meditazione Taoista è il costante intrecciarsi e completarsi a vicenda di tecniche di concentrazione tese all’estasi con altre tecniche strettamente fisiologiche e salutistiche tese a regolare l’alimentazione, la respirazione e la sessualità. La ricerca mistica o spirituale taoista non si attua attraverso tecniche di recitazione di mantra, di preghiere, di visualizzazioni, di rituali, ecc., ma attraverso pratiche indirizzate ad ottenere il massimo dalla vita; per i taoisti (e per me) meditazione sono tutti gli atti del quotidiano, rivisitati e vissuti con maggior consapevolezza e in modo creativo, uniformandoli al modello della Natura e di tutto l’esistente. 
Perciò la Meditazione Taoista è essenzialmente una tecnica dinamica, basata sull’esperienza quotidiana, viva e reale, dei vissuti emozionali e corporei, delle illuminanti intuizioni mentali e delle percezioni spirituali. Essa ha lo scopo di portarci a cogliere la realtà del qui e ora, a ritrovare il nostro equilibrio psicofisico, a riappropriarci del nostro mondo emozionale ed iniziare a vivere l’unità mente-corpo-spirito in armonia con la Natura che ci circonda.

sabato 20 settembre 2014

Risposta ad alcune richieste di chiarificazione sulla nostra Naturopatia Umanistica® & Shen Training®



Nei nostri gruppi scolastici, oltre all’insegnamento specifico delle tecniche di lavoro corporeo (Sensibilizzazione Emozionale®, Biomassaggio Energetico®, Micromassaggio cinese, Shiatsu, Riflessologia plantare, On Site Massage®, ecc.), sono prioritari lo sviluppo psicocorporeo personale e l’estensione della coscienza, sia centrata sulla propria esperienza personale, sia nel gruppo, che rappresenta uno spaccato della società in cui viviamo. Ne consegue che la conoscenza che si acquisisce nei nostri gruppi scolastici è qualcosa che in realtà implica un cambiamento sul piano cognitivo ed emozionale e ciò modifica, estende ed integra gli assunti percettivi di ogni singolo partecipante. Il bisogno di recuperare e valorizzare la propria esperienza emozionale sembra configurarsi nei T-group umanistici come un riaffermare il diritto dell’uomo a vivere le emozioni in modo adeguato. In effetti, la società in cui viviamo è molto più preoccupata di produrre emozioni attraverso gli oggetti, che non attraverso i rapporti tra gli esseri umani.
Il nostro gruppo scolastico di Naturopatia Umanistica® & Shen Training® è un gruppo rigorosamente disomogeneo; l’unica struttura è rappresentata dal programma di studio annuale, mentre l’informalità è mantenuta in quanto sono ammesse sia professionisti che si vogliono ulteriormente riqualificare, sia persone che partecipano al gruppo soltanto per crescita personale, sia persone che desiderano imparare una meravigliosa professione quale è quella del Naturopata Umanistico ed ancora più quella dell’Operatore in Discipline Bio-Naturali. 
Ciò aumenta notevolmente le nostre difficoltà di conduzione, ma permette ai partecipanti, qualsiasi sia la  motivazione che li spinge a partecipare al gruppo scolastico, di sviluppare dinamiche di crescita molto più ampie ed efficaci di qualsiasi altro gruppo selezionato o omogeneo.
Le caratteristiche principali della nostra Naturopatia Umanistica® & Shen Training® sono:
- Ambiente e atmosfera che favorisca l’apertura e l’interazione
- Accettazione di ogni dinamica
- Apprendimento e comprensione delle proprie motivazioni
- Sviluppo e crescita personale
- Sintesi armoniosa (ed esclusiva della nostra Scuola) tra i postulati della bioenergetica umanistica® occidentale e la Filosofia della Medicina Tradizionale Cinese.
Ed è proprio questo continuo intrecciarsi e fondersi delle conoscenze occidentali con la millenaria filosofia orientale che dà un respiro nuovo ed esclusivo al nostro programma di studi, programma che terminerà con l’acquisizione, da parte di ogni studente, di quell’arte sottile ed eccezionale che in energetica cinese è chiamato Shen Ming, l’Arte del Cuore, che, con la nostra tecnica d’insegnamento assolutamente originale, si impara a trasmettere semplicemente con le nostre mani attraverso
il famoso “Tocco Shen” (Shen Touch)
gioiello esclusivo dell’insegnamento
della Scuola di Formazione Professionale & Personale 
KAIROS s.r.l. di Parma

Discorso introduttivo 1° anno Naturopatia Umanistica® & Shen Training®


Oggi nel mondo vi sono circa 6,5 miliardi di persone. Il che vuol dire 6,5 miliardi di caratteri, di personalità, di credenze politiche e religiose, ecc. Questi 6,5 miliardi di persone sono stati e sono influenzati da tre macro categorie di Leader: religiosi - politici - culturali.
Nelle invenzioni che hanno segnato un balzo nell’evoluzione scientifica dell’uomo abbiamo Leonardo da Vinci, Edison, Marconi, Meucci/Bell, Einstein, Fermi, Madame Curie, Fleming, ecc.
Nella crescita personale abbiamo Wundt, Freud, Reich, K. Lewin, Lowen, Rogers, Bion, Luft e tutta quella vasta schiera di ricercatori sullo sviluppo della coscienza umana.
Nella politica e nella spiritualità abbiamo Gandhi, Mandela, Madre Teresa di Calcutta, Che Guevara, ecc. 
Due sono state le caratteristiche fondamentali di questi Leader, alcuni dei quali non immediatamente accolti dalle loro comunità scientifiche o dalla credenza popolare: una forte personalità e il desiderio di condividere le loro scoperte con tutti creando vere e proprie “Scuole di Pensiero”.
Altri Leader hanno aggiunto alle due precedenti caratteristiche anche la potenza evolutiva della continua ricerca spirituale diventando “Maestri di Vita”.
Tutti questi Leader, ognuno nel loro campo, hanno perseguito una loro personale “Vision” che rappresenta la guida sicura e immutabile che li guiderà per tutta la vita.
L’idea conduttrice che mi ha spinto a fondare Ego Center è stata la seguente (come è scritto nel suo Statuto che cito letteralmente): «la visione di Ego Center è quella di creare un contesto nel quale Professionisti di formazioni diverse possano concorrere allo sviluppo di mezzi e strumenti di base e avanzati ispirati alla Naturopatia Umanistica®, alle tematiche dello Shen, al benessere globale e alla Sensibilizzazione Emozionale® per imparare che la vita ama chi ama la vita»E cercare di divulgare il concetto di Shen e il modello di vita che esso comporta (prima per noi e poi per le persone che con noi decidono di fare un percorso verso una vita serena ed appagante) è stata la mia “Mission” in questi ultimi trentacinque anni.
«La Mission di Ego Center è quella di offrire una struttura organizzativa che consenta di dare la guida, la formazione, la cultura e il sostegno necessari. Questa missione si esprime anche nell’incoraggiamento alla ricerca e allo sviluppo di nuove applicazioni, strumenti e modelli di tecniche corporee»
E qui il termine ‘cultura’ ha un significato più esteso di quanto specificato nella ‘Mission’. Cultura in questo caso significa formare persone che credono nella Visione dell'Associazione e che la possano ampliare con i loro studi sullo Shen e sulla bioenergetica umanistica®, con le loro esperienze, la loro umanità e il continuo desiderio di condividere con tutti le loro intuizioni, le loro ‘illuminazioni’ diventando a loro volta “Maestri di Vita”.


Oggi Ego Center annovera nella sua struttura organizzativa Professionisti di vari settori: medici olistici, psicologi, fisioterapisti, masso fisioterapisti, osteopati, Maestri di Aikido, insegnanti di Qi Gong, insegnanti di ginnastiche energetiche, insegnanti di Yoga e, soprattutto, Operatori in Discipline Bio-Naturali, in bioenergetica umanistica® & Shen Training® e in Sensibilizzazione Emozionale®. 
Annovera altresì allievi che in alcune regioni italiane e negli USA hanno creato o stanno creando strutture con il know-how di Ego Center, espandendo la Vision e la Mission del nostro Centro fuori dai confini di Parma.
Ma è stato, soprattutto, dal 19 dicembre 2013 che a causa di una mia indisponibilità derivata da una importante emorragia causata da una forma di gastroenterite, probabilmente di origine virale, che dall’ombra che proiettano tutti i Maestri (non per loro volontà) in questo Centro sono usciti alla luce della ribalta della conduzione, dell’organizzazione e del management Leader Veri, che hanno saputo gestire in modo eccezionale l’emergenza.
Dicono che l’uomo esprime le sue migliori potenzialità nei momenti di crisi: già io lo sapevo, ma adesso siatene certi tutti, lo spirito che mi ha mosso un giorno ad abbandonare il mondo dell’avere per il mondo dell’essere, vive forte e determinato in molti di voi, miei collaborati, per cui ci sarà sempre chi porterà avanti un Ego Center basato sullo spirito dello Shen.
E’ a loro che oggi, in vostra presenza e testimonianza, io dico:
Grazie!

mercoledì 10 settembre 2014

"Sulla fiaba" di Patrizia Vetri


Voglio raccontarvi una storia singolare: la storia... delle storie.
C’era una volta un tempo in cui non esistevano computer né I Pad e quindi gli e-book non erano ancora stati inventati. Non c’erano neanche i normali book, cioè i libri, perché Gutenberg non era ancora nato. Esistevano invece, pensate un po’, degli strani esseri dotati soltanto della loro memoria e della loro fantasia, che passavano la vita a raccontare storie chiamate fiabe. Inizialmente le fiabe non erano per nulla indirizzate ai bambini, ma erano patrimonio degli adulti che però con i loro figli le condividevano. Attraverso l’uso delle fiabe si insegnava ogni cosa, ai piccoli come ai grandi. Cioè, come comportarsi, come salvarsi la vita, come combattere i nemici, come costruire le cose, come diventare felici. Ma lo scopo principale rimaneva come conoscere se stessi e come “crescere”.
In tutto il mondo, le fiabe venivano raccontate sì dalla gente comune ad altra gente comune, come passatempo principale non esistendo la televisione; ma vi erano anche apposite figure professionali, denominate “cantastorie”. Essi giravano per le campagne con carrettini o carrozzoni, dove anche vivevano (i camper attuali?) e si fermavano nelle piazze per raccontare appunto le loro storie, magari illustrandole con grandi cartelloni colorati (in mancanza di Power Point) o animandole con l’aiuto di pupazzi detti “marionette” o “burattini”. Passò il tempo e le storie si tramandarono sempre così finché, passati secoli e secoli, e inventata la carta, gli inchiostri e i caratteri di stampa, la nostra storia subì una svolta. 
Due fratelli vagabondi buoni a nulla, pur di non trovarsi un lavoro serio, se ne inventarono uno davvero strampalato: iniziarono a fare collezione di storie e a riportarle su carta. Mamma Grimm non approvò più di tanto la loro scelta ma non ci fu nulla da fare. Le storie raccolte di bocca in bocca nelle città e campagne dell’Europa Centrale, cominciarono ad essere fissate nero su bianco. Così, quelle storie sono arrivate sino a noi, fino ai nostri libri illustrati e alla Disney Corporation, per il divertimento di grandi e piccini.


Ma il loro pregio principale non è questo. E’ che, essendo frutto della vita reale dei nostri antenati e delle loro emozioni e paure, che sono ancora le nostre, le fiabe si sono rivelate in grado di rappresentare i più grandi conflitti interiori dell’uomo. Di fornire ancora soluzioni e insegnamenti. Di dare corpo e vita ai mostri che popolano a volte il nostro cuore. Di ideare incantesimi e creature benefiche che ci salvino nelle circostanze peggiori. Di incuterci paura, ma anche di infonderci coraggio. Di rispecchiare, insomma. tutto quel variegato mondo interno che ci portiamo in giro custodito nel guscio del corpo e nei meandri della mente. Quei personaggi, quegli incantesimi, quei luoghi, quelle creature sono intorno a noi e sono noi.
Se vogliamo, possiamo ricominciare ad imparare da loro e possiamo insegnare ai nostri figli a farlo.
Basta avere sufficienti volontà e coraggio da addentrarci nel bosco oscuro del nostro inconscio.

mercoledì 3 settembre 2014

Introduzione al mio "Ennesimo Commentario al Daodejing" (Tao Te Ching)


Il pensiero di provare a commentare il Daodejing  sotto l’ottica originale che ho usato, mi era sorto, in verità, già cinque anni fa, ma poi la stesura di esso era stata interrotta da un’altra intuizione: quella della decodifica del Testo di Seta dell’Yijing, anch’esso trovato in una tomba a Mawangdui che, dopo dieci anni di inutile studi e ricerche, mi si è improvvisamente palesata proprio quando avevo deciso di abbandonare ogni tentativo (decodifica che ho due anni fa pubblicato con il titolo “L’I Ching del Testo di Seta: il mistero svelato”).
Per quanto riguarda il Daodejing, il tipo di lettura che vi propongo mi è venuto in mente per cercare di comprendere la poetica proposta dal testo su seta di Mawangdui a differenza di quella classica proposta da Wang Bi, non pensando prima all’una parte o all’altra del testo, ma affiancandole: Cielo e Terra e, fra di loro, la mente dell’uomo capace di comprenderle e la realtà sua corporea che le rende applicabili. 
Infatti, nonostante la poetica del Laozi di Guodian ho pensato di scrivere questo “Ennesimo Commentario al Daodejing” (in fase di stampa) seguendo il testo di Wang Bi, ma esaminando ogni volta, in modo monografico, la tavola 1 e la tavola 38 e procedendo così sempre in parallelo. 
L’intuizione è stata questa: se due testi diversi, il Daodejing di Mawangdui e quello di Wang Bi, sono considerati da due diversi autori comunque divisi in due sessioni, perché non provare a raffrontare la tavola 1 affiancato alla tavola 38 (e così via). Si potrebbe così vedere se c’è una corrispondenza di insegnamento fra il concetto astratto e non nominabile di Dao e il concetto reale e nominabile che è la sua De, la sua Virtù, la via che l’uomo deve seguire per potere intuire l’immensità del Dao (come per me sarà poi meravigliosamente espresso nell’ampio respiro e nella grandezza espressiva della tavola 25).
Nel Ta Qiuan, il Grande Trattato sull’Yijing, Confucio dice: “Agli inizi della protostoria, Fu Xi dominava il mondo. Innalzato lo sguardo alla volta celeste, egli contemplò le immagini nel Cielo; abbassato lo sguardo egli meditò sugli accadimenti che avvenivano sulla Terra attraverso il comportamento degli uccelli e degli altri animali ed il loro adattamento ai luoghi. Contemplando il Cielo, egli partì direttamente da se stesso; contemplando la Terra, egli partì indirettamente dalle cose”.
A questo punto ho pensato che lo stesso poteva valere per il Daodejing. Quando noi leggiamo la parte che attiene al Dao, necessariamente dobbiamo considerare che ognuno di noi deve partire da se stesso, dal suo momento storico e culturale, dalla sua capacità di astrazione e di associazione, dallo sviluppo della sua mente meditativa. Perciò ognuno di noi recepisce il messaggio del Dao in modo assolutamente personale, come fece a suo tempo Fu Xi riguardo alle immagini del Cielo. La seconda parte, la De, la Virtù del Dao, invece non presuppone astrazioni concettuali in quanto ci dice solamente cosa si deve fare per portare il Dao nell’uomo, come fece Fu Xi quando comprese come realizzare in Terra le immagini del Cielo (attraverso il comportamento degli uccelli e degli altri animali ed il loro adattamento ai luoghi).
Facendo questo lavoro non mi sono proposto confronti o ricerche di tipo mistico o filosofico di nessun tipo, ma semplicemente di scrivere di getto le sensazioni e le emozioni che mi scatenavano le due letture, quella del Dao e quella della sua Virtù manifesta.

martedì 2 settembre 2014

Introduzione al Huang-Ti Su-Wen Nei Jing


«Huang Di chiese a Qi Pai: “Quando si tratta un individuo, è necessario prima di ogni altra cosa, avere bene in mente lo Shen. Shué (Sangue), Shué Mai (i vasi sanguigni), l’energia Ying (nutritiva), il Qi, lo Jing (Essenza) e lo Shen dimorano nei 5 Zang (Organi). Se l’attività sessuale è eccessiva e senza moderazione, queste fonti spirituali perderanno il radicamento nella vita, se se ne abusa lo Hun e il Po se ne andranno, Zhi (Volontà) e Yi (idee) saranno confuse, e l’intelligenza sarà persa. Da cosa dipende tutto ciò, è una punizione del Cielo o errori grossolani dell’uomo?...».


Questa domanda abbraccia tutto quanto è lo scibile riguardo all’Agopuntura, alla psicosomatica, alla bioenergetica, allo Shen Training®, ai precetti di vita taoista e al corretto comportamento in genere in ogni minuto della vita umana. Possiamo considerare che la De (Virtù del Dao) è ciò che il Dao col Nome ha donato all’Uomo e rappresenta la sua possibilità di mantenersi in armonia con le energie del Cielo e della Natura tutta; il Qi è l’energia sottile che la Terra dona all’Uomo attraverso i prodotti vitali che gli fornisce per la sua alimentazione e l’aria per la sua respirazione. E’ quindi il sottile del Cielo (De, Shen) che interagendo con il Qi, il sottile della Terra, genera l’uomo: “De e Qi interagiscono fra loro dando vita all’uomo” (Ling Shu cap. 8). Qi, Jing e Shen sono detti “i Tre Tesori dell’essere umano”: Shen rappresenta l’aspetto più sottile, immateriale, del Cielo, Yang; Jing l’aspetto più materiale concreto, Yin, della Terra; Qi l’aspetto intermedio, a metà fra Terra e Cielo, e cioè l’Uomo. 
Capitolo 8 del Ling Shu: «Le energie dello Yin e quelle dello Yang interagiscono facendo nascere la sostanza, questo è chiamato Jing, l’origine della vita». 
Sempre capitolo 8 del Ling Shu: «Quando due essenze si incontrano (ovulo e spermatozoo), appare lo Shen». Ed ancora: «Quando i due Jing di padre e madre si uniscono dando luogo alla vita, questo è detto Shen». 

Ideogramma di Shen
Yin-Yang interagiscono tra loro dando vita alla forma umana. Shen invece, essendo Yin-Yang che non può essere misurato, rappresenta ed esprime tutti gli aspetti immateriali dell’individuo: psichici, emozionali e spirituali. Nell’individuo rappresenta la capacità di conoscere ed accettare le cose direttamente per quello che sono, mantenendo un atteggiamento di equanimità verso i casi della vita. Jing e Shen rappresentano così la polarità Yin-Yang dell’energia del corpo. Ma quest’unico Shen viene poi diviso in diversi aspetti, ognuno dei quali rappresenta un elemento del “carattere” di una persona, e ha sede in uno dei 5 Organi (Zang):
Shen correlato al Cuore-Mente
Zhi correlato ai Reni
Yi correlato alla Milza
Hun correlato al Fegato
Po correlato al Polmone
Partiamo da Hun e Po, che fanno riferimento rispettivamente a Fegato e Polmone. «Ciò che si manifesta attraverso l’attività dello Shen è la coscienza rappresentativa dello Hun. L’attività degli Organi nutrita dal Jing è detta Po» (Ling Shu cap. 8). Alla morte lo Hun torna al Cielo e il Po alla Terra. 
Hun è nell’essere umano il principio della creatività, dell’ideazione, della fantasia, del movimento, dello spirito è, cioè, l’incarnazione dell’aspetto più psico-emotivo dello Shen.
Zhi e Yi sono gli altri due aspetti dello Shen. Parlare di Zhi e Yi ci porterà anche a parlare di Xin (Mente-Cuore): «E’ Xin (Mente-Cuore) che controlla le fonti spirituali nel corpo. Il lavoro di discriminare oggetti nella mente e pensieri inespressi sono detti Yi (idee). Il luogo in cui le idee esistono è Zhi (Volontà)». (Ling Shu cap. 8).
Xin, come abbiamo visto, significa sia Mente che Cuore: hanno lo stesso ideogramma. Xin è il controllore delle risorse spirituali del corpo (questo Xin è molto vicino al concetto Buddista di Mente). 
Zhi (Volontà) e Yi (Idee) sono una sorta di emanazione di Xin, questo è evidenziato anche dal fatto che i caratteri di Zhi e Yi contengono entrambi il radicale Xin. 
Yi, idee, è la capacità di dare forma e struttura logica al pensiero, è la capacità di riflettere e di associare. 
Zhi invece, oltre al radicale Xin, contiene un ideogramma che indica i piedi in movimento (azione). Viene tradotto con Volontà, che va intesa però come capacità di tradurre i pensieri in azione.
Jing, Shen, Qi, Xin, Hun, Po, Zhi, Yi non sono elementi separati e distinti, ma un’unità che viene divisa didatticamente: «Dopo la riflessione l’uomo stabilisce un ideale; questo è detto considerazione. L’uomo sceglie il metodo per conseguire tale ideale; ciò è detto saggezza». (Ling Shu cap. 8).
Si crede che inizialmente il Su Wen, il Ling Shu, il Su Nu (educazione sessuale dell’Imperatore Giallo) e il Nan Jing fossero un testo unico poi diviso nei secoli successivi per categorie, forse a scopo didattico.