mercoledì 5 agosto 2015

La storia di Rosa di Rita Caprioglio


Rosa è nata un mese fa o poco più e il nome che le è stato messo, solamente qualche giorno fa, lo si deve al fatto che la sua pelle è decisamente di un bel colore rosa.
E’ stata raccolta innanzitutto dalle braccia di chi per primo ha visto in lei delle potenzialità “diverse” e non si è limitato a guardarla, come diceva la mia maestra elementare, con gli occhi “foderati di pelle di salame”. 
In seguito tutto il comitato di “accoglienza” della  variegata comunità ha fatto la sua parte, in particolare il gatto Trombino l’ha subito trovata deliziosa.
Accanto a tutte le brutte e vergognose storie di abbandono, incuria, maltrattamenti e qui mi fermo, eccone una che può risvegliare il nostro “cuore bambino” perché, come Antoine de Saint- Exupéry fa dire alla volpe nel racconto “Il Piccolo Principe”: «Non si vede bene che con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi».
Rosa è una maialina  che “per caso” ha incontrato l’uomo della provvidenza. Ma, come dice la saggia tartaruga Oogway a maestro Sifu nel film Kung Fu Pand: «Il caso non esiste, devi solo credere».
E mi piace pensare che Rosa abbia creduto di potercela fare, di poter scegliere, di cambiare il suo Destino.
E anche noi dovremmo ricordarci che il punto di partenza è quello di credere, credere in noi stessi, credere di poter cambiare, di non essere veramente costretti ad omologarci, a lamentarci, a lasciarci vivere da spettatori.
Certe volte, occorre solamente cambiare la cassetta degli attrezzi che adoperiamo ogni giorno per costruire il nostro presente e forse neanche tutta, solamente qualche pezzo.
Potremmo fare spazio alla forza nostra forza d’animo, iniziando per esempio a togliere dalla cassetta la lamentela, che oltretutto la rende molto pesante perché il lamento spegne la luce, non ci fa vedere la meraviglia della grandezza delle “piccole” cose che ogni giorno realizziamo.

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