mercoledì 31 dicembre 2014

Gli animali nel Huangdi Hama jing - tratto da una serie di mail con Rita

Rita, ho letto velocemente il frammento (da pag. 61 a pag. 99) del Huangdi Hama jing che mi hai mandato tradotto in inglese da Vivienne Lo e ti mando la traduzione approssimativa della premessa:
Yellow Emperor’s Toad Chart: Method for Avoiding Cautery and tang in inglese significa: “Il Canone del Rospo dell’Imperatore Giallo: metodo per evitare la cauterizzazione e le ustioni (letteralmente: l’odore di bruciato)”
Ham in cinese significa rospo femmina. Sarà un animale simbolico? De Mello ha scritto ‘Il canto della rana’, chissà! Anche in francese (traduzione dal cinese al francese) significa rospo nei due ideogrammi di rospo maschio e rospo femmina.
Just below an image of a three-legged bird-in-the-sun in the preface to the first section of the extant Huangdi hama jing we read:
“If, as the day closes, [the sun’s] hue is fire-red yet lacks lustre, the yang qi will be in great chaos. On such days it is not fitting to cauterize or pierce. It will damage a person’s various yang tracts, and ultimately make them crazy”.
Subito sotto un’immagine dell’uccello con tre zampe posizionato nel sole, dalla prefazione alla prima sezione del Huangdi hama jing leggiamo:
“Se, quando il giorno finisce, il sole è di color rosso fuoco ma manca di lucentezza, lo yang qi sarà in grande caos. In tali giorni non è opportuno cauterizzare o pungere, poiché ciò danneggerebbe i vari aspetti yang della persona e in ultimo la farebbe impazzire”.

Ciao Pino, grazie.
Vedrò cosa riesco a capire. Se non ricordo male ci dovrebbe essere una dama cinese con il rospo accanto o comunque questo rospo credo di averlo già incontrato. Potrebbe essere qualcosa che si riferisce all’alchimia?

Rita, potrebbe esserci un riferimento al drappo funerario di Mawangdui. Se puoi controllare te ne sarei grato. Comunque, facendo seguito alla traduzione delle prime righe, ho pensato di completare la traduzione del pezzo che segue l’introduzione di pag. 61
Of yin and yang, the opposing yet necessarily co-existing aspects of all being, yang corresponds with fire, heat and the sun; thus any treatment while the sun is setting will damage the yang parts of the body. The thirty images of the human body that follow, in fact, map the course of “human qi as it moves according to the lunar cycle around the body. We might think of the movements of this entity around the human body as analogous to a sort of imperial progress, such as the putative seasonal movement of the emperor around the ritual chambers named Ming tang (Numinous Hall), or of Tai Yi, supreme deity and brightest star in the Han sky, around the Nine Palaces of the Heavens.
Di (circa) yin-yang, gli aspetti che ancora necessariamente coesistono in opposizione in tutto il loro essere, yang corrisponde al fuoco, al calore e al sole; quindi qualsiasi trattamento mentre il sole sta tramontamdo può danneggiare le parti yang del corpo. Le trenta parti del corpo umano che seguono (le serie di immagini presenti nel testo) sono la mappa del percorso che il “Qi umano” compie intorno al corpo in accordo col ciclo lunare. Penso che la potenza dei movimenti di questa entità intorno al corpo umano è analoga ai progressi imperiali, così come sono i presunti movimenti stagionali dell’imperatore attorno alla camera rituale denominata Ming Tang o Tai Yi, suprema divinità e brillante stella nel cielo degli Han, attorno ai Nove Palazzi  del Cielo.
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Dopo vari commenti sulle cauterizzazioni, salassi e piccola chirurgia sugli ascessi purulenti, mi mi è sembrato importante questo:
The aim is to influence qi, to ease pain, to expel “wind” or other causes of disease. Mugwort is referred to in Hama jing, but what we find in the texts and images following our three-legged bird-in-the-sun is evidence of a much richer, more diverse practice, with various conditions and prohibitions set forth by hemerological calculations concerned with the movement of spirits and souls in the body.   Pag. 65
Lo scopo è di influenzare Qi per alleviare il dolore, espellere il ‘vento’ o altre cause di malattia. L’artemisia è citata in Hama jing ma ciò che troviamo nel testo e nell’immagine che fa riferimento all’uccello dalle tre zampe nel sole è la prova di una più ricca e diversa pratica, con varie condizioni e proibizioni calcolate sulla base dei movimenti degli spiriti e delle anime nel corpo.

Ciao Pino, ecco quello che ho trovato nel libro di Claude Larre ed Elisabeth Rochat de la Vallée "Simboli cinesi di vita e di morte".
Dal paragrafo: “La lepre e il rospo sullo spicchio di luna” riferito al drappo funerario di Mawangdui.
Nell’angolo superiore sinistro si distingue un enorme rospo e una lepre più piccola e certamente più rovinata, forse per una piega accidentale del drappo.
Il rospo è fermamente collocato con le sue zampe posteriori sullo spicchio di luna e sostiene, con una delle zampe anteriori, la lepre. La giovane donna, seduta sull’ala del drago di sinistra, con la mano, tocca lo spicchio di luna o vi si aggrappa.
Sul lato yin tutto si tiene, tutto si tocca. Viceversa, sul lato yang, ciascuno vive di emanazioni sottili: il grande sole sfiora appena i rami dell’albero portatore; il corvo nel sole non tocca il suo bordo.
Questi elementi evocano gli animali lunari (rospo e lepre) e una leggenda popolare molto antica:
“Yi l’arciere, colui che abbattè i nove soli in soprannumero, aveva ottenuto la droga dell’immortalità da Xiwangmu, Madre Regina d’Occidente. Questa dea, che risiede nei monti Kunlun, a nord-ovest del mondo, luogo di passaggio verso i cieli, è regina degli immortali e detiene i segreti dell’immortalità. Ma la moglie di Yi, l’arciere, chiamata Heng E, poi Chang E, rubò la droga a suo marito e fuggì sulla luna, dopo averla bevuta. Là, essa offrì il suo corpo alla luna e si affidò alla sua potenza; fu trasformata in rospo. Essa è il rospo che sta sulla luna”.
 
Nel folclore si conoscono delle varianti alla leggenda:
Chang E si era stancata di suo marito e della vita sulla terra; Chang E è abbindolata da un altro uomo; Chang E inganna suo marito.
Se la giovane donna che tocca lo spicchio della luna è Chang E, perché rappresentarla nello stesso tempo come rospo? Si può pensare che ognuno è rappresentato per quello che simboleggia: Chang E rappresenta lo sforzo di ogni uomo che cerca di elevarsi verso l’immortalità e il rospo può essere l’espressione della potenza lunare. 

Che uno sia la metamorfosi dell’altra, secondo una delle versioni del mito, non rovina la rappresentazione simultanea dei diversi stadi del mito. Su molte rappresentazioni, la lepre lunare è descritta impegnata a polverizzare la droga dell’immortalità in un mortaio. Sul drappo di Mawangdui, è semplicemente presente.
Rita, sto ultimando la traduzione degli altri animali descritti nel Hama jing da pag. 71 in poi, sopratutto in riferimento all’uccello vermiglio e alla tartaruga nera. 
Sarah Allan emphasizes that in ancient China rivers, mountains, and heavenly bodies were by extension the spirits of those phenomena. Spirit and substance, undifferentiated in many contexts, formed the object of cult offerings. Taiyi (the Great One) is thus both the polestar and the spirit with which that star was identified. Taken together with the animal spirits associated with the four quadrants and their constellations, Vermilion Bird, Black Warrior (a tortoise), Blue-green Dragon, White Tiger, as well as Gouchen  (Angular Arranger) representing the center, the images of the bird in the sun and the toad and rabbit- in-the-moon from Hama jing give us a comprehensive guide to how intimately the human body was also embraced within the influence of, and inhabited by, the planets, stars and their spirits...
Sarah Allan ipotizza che nell’antica Cina fiumi, montagne e corpi celesti erano per estensione spiriti di questi fenomeni. Spiriti e materia, indifferenziati in molti contesti, formavano l’oggetto del culto delle offerte. Tai Yi (il Grande Uno) è quindi sia la Stella Polare che gli spiriti con le quali dette stelle erano identificate. Prese assieme agli spiriti animali associati ai quattro orienti e le loro costellazioni, l’uccello vermiglio (fenice), la tartaruga nera, il drago blu-verde e la tigre bianca, così come l’immagine dell’uccello nel sole e il rospo e la lepre nella luna che rappresentano il centro, l’Hama jing ci dà una comprensibile guida di come può il corpo umano essere così intimamente fuso dentro queste influenze, e abitato dai pianeti, dalle stelle e dai loro spiriti. L’uccello vermiglio a cui allude Schafer è stato parzialmente trasmesso dall’epoca Tang come regno del sud tropicale, misterioso, esotico, sensuale e quindi dannoso. Esso serve anche come momento culminante dei molteplici attributi che questo animale abita simultaneamente. Una delle manifestazioni dell’uccello vermiglio è il rosso pianeta Marte che emerge dal velluto nero della notte tropicale. Nel medioevo cinese esso era la ‘la rossa scintilla della rabbia e della delusione abbagliante’. Il suo posto era il sud... Il dio del fuoco rosso si è incarnato nell’uccello vermiglio... La parte nord del sole è abitata da un corso rosso (cugino dell’uccello vermiglio) che rappresenta il Tropico del Cancro.

Pino, ti mando un brano dello Xuhanshu che parla degli animali solari e lunari.
Lo Xuhanshu, seguito della storia degli Han (monografia sull’astronomia), mette la lepre in parallelo con il corvo nero.
La luna è l’antenato che dirige le essenze yin. Per accumulazione, qualcosa prende forma, è una bestia, si direbbe una lepre. Per la specie yin, i nume ricominciano con il pari... Ciò non di meno, l’elisir di lunga vita si trova sulla luna. Perché sulla luna, yin, e non nel sole, yang?
Kaltenmark formula l’ipotesi che la luna simboleggi meglio del sole l’eterno, poiché la sua forma e la sua luce muoiono e rivivono perpetuamente. Può anche essere il simbolo dell’accesso graduale all’immortalità.
Il Grande Commentario al Libro delle Mutazioni, Xici, parla “...degli Hun, erranti che compiono il loro cambiamento”, stabilendo che la stabilità finale si opera attraverso le mutazioni. La mutazione incessante della forma permette di sussistere.
La medesima idea si ritrova talvolta legata al rospo, che si spoglia periodicamente della sua pelle, come fossero tante mutazioni e rinascite. Compie così, nella sostanza terrestre, ciò che la luna compie, seguendo il tempo, nel cielo. Si pensi anche alle metamorfosi del girino, analoghe ai cambiamenti delle forme della luna.
Dei due animali lunari, si dice talvolta che il rospo è yin e la lepre è yang. La lepre che vive sotto terra e non esce che di notte per correre sotto la luna, simboleggia lo yin lunare. Il rospo, animale della palude e cantore notturno, rappresenta, nella luna, l’elemento yang. Si nota allora che quello che cambia di forma e di pelle è yang, malgrado la sua appartenenza all’acqua che gli serve da rifugio e che trasuda dal suo corpo.
Dal Taiping yulan: “Sulla luna, il rospo e la lepre sono stabili tutti e due: yin e yang restano pari; lo yang luminoso restringe lo yin, lo yin si appoggia sullo yang”.
La lepre, che ama apparire, che risplende al chiaro della luna (yang) e dimora nella profondità del suolo dove scava le sue tane dalle molteplici porte, si nasconde in silenzio e si muove segretamente (yin).
Il rospo, che canta nel buio, ama i luoghi umidi e le paludi (yin), là dove la terra, imbevuta d’acqua, lascia delle masse d’acqua ristagnare tranquillamente e con calma, si fa sentire, facendo rumore e si gonfia di aria per meglio manifestarsi (yang).

Rita, traduzione da pag. 73 
In the first images of the moon in Hama jing, the prohibited locations (that is, locations of human qi) might seem to be plotted according to the parts of the toad’s body that are emerging from shadow each day, but close examination soon reveals that this is not the case. In the treatise on divination by tortoise and milfoil in the first dynastic history Shiji the toad appears together with the three-legged bird, together humiliating the celestial bodies: “The spirit tortoise knows the auspicious and inauspicious, yet his bones merely become hollow and desiccate. The sun is potent and rules over all under heaven, yet is disgraced by a three-legged bird. The moon is the law and assists the officials, it is eaten by a toad. The moon’s humiliation by the toad is confirmed in the collection of essays composed at the court of Liu An, the Huainanzi: “In the sun there is a lame bird, yet in the moon there is a toad. The moon illuminates all under heaven, yet is eaten by a toad. The crow is strong and overcomes the sun, yet is overcome by the sacrificial zhui bird. With the bird, both toad and hare are associated with the Mother Queen of the West”...
Nella prima immagine della luna in Hama jing la potenza del posto proibito (che è il posto del Qi umano) è tracciata in accordo con le parti del corpo del rospo che emergono ogni giorno dalle parti in ombra e l’esame rivela subito che ciò non è a caso. Nel trattato sulla divinazione a mezzo della tartaruga (Lo Shu) e delle millefoglie (Yijing) nella storia del Libro dei Riti (Shiji), il rospo appare insieme all’uccello dalle tre zampe, sempre con la funzione di umiliare il corpo celeste: lo spirito della tartaruga (sempre Lo Shu) conosce i buoni e cattivi auspici semplicemente svuotando o essicando le ossa (divinazione con i carapaci). Il sole è potente e ruota su tutto-sotto-il-cielo, ma è caduto in disgrazia a causa dell’uccello dalle tre zampe. La luna è la legge e assiste i funzionari, ma è mangiata dal rospo. L’umiliazione della luna da parte del rospo è confermata nella collezione dei saggi composti alla corte di Liu An, lo Huainanzi: “Nel sole c’è un uccello zoppo, nella luna c’è un rospo. La luna illumina tutto-sotto-il-cielo, ma è mangiata da un rospo. Il corvo è forte e vince il sole, sole vinto dall’uccello sacrificale zhui. L’uccello, il rospo e la lepre sono entrambi associati alla Regina Madre dell’Ovest”. La descrizione della lepre di Michael Loewe descritta da tutto il mondo collega la lepre alla luna, alla procreazione, al buddismo, all’astuzia, alla saggezza. Egli attibuisce molte di queste qualità al fatto che la lepre può essere vista nelle notti di luna, breve e prolifico ciclo per l’allevamento e per la strana attrazione per la sua luce e  conclude: “Ci può essere un collegamento non chiaro tra la lepre e l’uccello, nel cerchio (del sole), tra morte e rinascita, tra l’immagine dell’animale che pesta la droga dell’immortalità sotto lo sguardo benevolente e la supervione della Regina Madre dell’Ovest”.
   

Pino, un’altra visione sugli animali luna-solari.
L’animale solare è unico: il corvo nero nell’“oro” del sole, simbolo della presenza yin in mezzo al culmine della potenza yang. Gli animali lunari sono due: lo yin si duplica come la linea spezzata del Libro delle Mutazioni, Yijing, che designa lo yin – – in opposizione alla linea piena, yang –.
Nella luna si trova la duplice espressione, separata, dello yin lepre e dello yang rospo, mentre il sole si adorna di un uccello, yang, colore dello yin, nero. La potenza unica del sole contrassegna l’ideogramma e si esprime nell’unico animale che lo simboleggia. La potenza duale dello yin si esprime nei due animali che abitano la luna e la simboleggiano: la lepre e il rospo. Questi due animali esprimono bene la composizione terrestre. La terra, potenza yin, contrapposta a quella del cielo, suo compagno di sempre, è fatta di terre e di mari, di terra e di acqua. E’ l’argilla malleabile per foggiare tutte le forme, è il fango fecondo, in attesa del raggio di calore che viene dal cielo. I colori bianco e blu dei due animali lunari non contrastano violentemente con lo yin, come il corvo nero contrasta con il sole rosso. Tutto si fonde e si tocca dentro e per lo yin, come tutto si separa e si distingue dentro e per lo yang. Estetica e logica si ricongiungono in ogni istante, come in tutta l’arte sacra. Sole e luna ritmano la vita cosmica che noi conosciamo; essa sa risparmiarsi, gestire le sue essenze per mantenere potentemente e lungamente la sua vitalità, etc...

Rita, fare oggetto del Huangdi Hama jing in qualche Corso di Shen Training®. Adesso dedichiamoci un po’ a riposarci e a festeggiare l’anno nuovo. Buon capodanno anche a tutti i tuoi dogs che staranno sognando di rincorrere sia il corvo nero che la lepre. 
A ben pensarci si salverebbe solo il rospo!

lunedì 29 dicembre 2014

Premessa al Calendario Agricolo Cinese

In attesa dell'anno della Capra (14 febbraio 2015) ho deciso di pubblicare stralci della mia dispensa sul
"Calendario Agricolo Cinese" 

Per secoli l’uomo, per garantirsi la sopravvivenza, è vissuto in costante armonia con i molteplici ritmi della luna, osservando con occhi attenti e sottostando alle necessità delle condizioni climatiche di ogni giorno. L’uomo non osservava attentamente solo lo stato delle cose, ma anche quale interazione venisse a crearsi tra lo stato stesso ed il momento dell’osservazione: il giorno, il mese, la stagione, la posizione del sole, della luna, delle stelle e non solo per puro desiderio di ricerca, bensì per trarre il maggior utile possibile dalla conoscenza degli influssi sul tempo esercitati da ognuna delle stagioni. 
Il calendario dei Zhou era un calendario sole-lunare, elaborato seguendo il corso della luna e del sole e serviva per la previsione di particolari forze e impulsi energetici che solo in determinati momenti agivano sulla natura, sull’uomo e sugli animali. L’osservazione lo portò a comprendere che determinate condizioni climatiche ritornavano ad intervalli regolari. In particolare quelle forze che all’unisono con il corso della luna influivano su tutta la vita della natura e determinavano il successo o l’insuccesso della caccia e del raccolto, dell’immagazzinamento e delle cure. Essi infatti scoperto che numerosi fenomeni della natura (bassa ed alta marea, nascite, eventi meteorologici, ciclo mestruale e altre cose) sono in relazione con il corso lunare; che molti animali nel loro agire si regolavano con la posizione della luna, che gli uccelli, ad esempio, raccoglievano il materiale per la costruzione del nido solo in certi periodi perché i nidi si asciugavano più in fretta dopo la pioggia; che l’effetto ed il successo di numerose attività quotidiane e non (abbattere piante, cucinare, mangiare, tagliarsi i capelli, lavorare in giardino, concimare, lavare, far uso di medicinali, operazioni e altro) erano soggette a ritmi naturali; che piante e loro parti, a seconda dei giorni, erano soggette ad energie diverse: conoscere tutto ciò era determinante ai fini del successo nella formazione, nella cura e nel raccolto dei frutti; che erbe medicinali raccolte in determinati periodi contenevano più principi attivi che in altri.

Naturalmente era loro cura tramandare ai figli il loro sapere e le loro esperienze. Era dunque necessario dare agli influssi osservati nomi semplici, facili da comprendere e, soprattutto, inserirli in un sistema chiaro che permettesse sempre ed ovunque di descrivere le forze e prevedere i futuri impulsi. Era importante individuare un orologio del tutto particolare. Sole, luna, stelle, con la natura come cornice esterna, si offrivano volontari. Il motivo era molto semplice: l’essenza del ritmo è la ripetizione. Se si osservava, per esempio, che il periodo migliore per la semina di una determinata pianta durava esattamente due o tre giorni al mese e la luna in quel momento era in quella determinata fase di quel determinato mese, diventava ovvio racchiudere queste conoscenze in un quadro periodico, dando loro un nome chiaro e tipico per la particolare caratteristica degli influssi. La costellazione diviene così la lancetta nel quadrante del firmamento. 
L’uomo aveva escogitato un «orologio stellare» sul quale poteva leggere quali influssi dominavano quel momento, in base al quale poteva prevedere il futuro, gli influssi favorevoli o meno che avrebbero influenzato i suoi propositi. Molti calendari del passato si regolavano sul corso della luna in quanto le forze indicate e annunciate dalla posizione della luna sono molto più significative per la vita di ogni giorno dell’uomo che non quelle della posizione del sole. 
Ancora oggi non è possibile dare una risposta definitiva alla domanda se la luna eserciti o no un influsso diretto o se la posizione della luna abbia solo la funzione di lancetta che mostra o segnala di volta in volta l’influsso osservato. Ma le forze lunari ed i loro effetti su uomini, animali e piante (indipendentemente dalle loro cause) sono sempre dimostrabili con l’esperienza anche se la ricerca delle cause, per il momento, non ha ancora saputo darci una risposta esaustiva e definitiva.

Uno splendido regalo per Natale inviato da Wassim Nehme - Instructor Shen & Bioenergetics


Ciao Pino e Patrizia
Condividiamo con voi con gioia questa vittoria!!! 
L'emanazione del vostro insegnamento e, in piccolo, la duplicazione della vostra Scuola di Naturopatia Umanistica® & Shen Training ® che qui in Vermont ho chiamato "Green Mountain Shen & Bioenergetics" è stata riconosciuta come Scuola per l’Educazione Continua per Terapisti dal Consiglio Nazionale degli Stati Uniti d’America.
Un abbraccio
Wassim Nehme & Elisabeth Nehme

Consiglio Nazionale delle Certificazioni per
Massaggio Terapeutico & Bodywork 

Il presente documento certifica che
Green Mountain Shen & Bioenergetics ha raggiunto e superato gli alti standard di eccellenza stabiliti dal Consiglio Nazionale di Certificazione per il Massaggio Terapeutico & Bodywork ed è qui riconosciuto e certificato con la prestigiosa designazione di
fornitore continuativo di educazione
Approvato dal Consiglio

lunedì 22 dicembre 2014

Tocco Shen - Lezione dicembre



Lo Shen è una delle “5 sostanze vitali” del corpo e possiamo definirla come “l’insieme delle funzioni mentali e vitali dell’organismo”E’ il tipo di Qi più sottile e immateriale. 
Il termine Shen è usato con diversi significati nel Neijing:
1. L’attività del pensare, la coscienza, l’intuito e la memoria, tutte attività legate al Cuore-Xin.
2. Il complesso delle 5 attività mentali dell’essere umano: lo Shen stesso, lo Hun, il Po, lo Yi e lo Zhi (di cui vi parlerà dopo Rita).
3. La vitalità, che si riflette negli occhi, nella lingua, nel polso, nell’incarnato.
Lo Shen perciò è il “direttore d’orchestra” che controlla tutte le varie funzioni organiche. E’ il responsabile dell’organizzazione e coordinamento delle funzioni corpore, affinché lavorino in armonia.
Presiede a:
- il sonno (la buona qualità del sonno)
- la coscienza: sia lo stato di coscienza in stato lucido, sia in assenza di co- scienza (sonno o coma)
- la memoria
- la serenità
Quando si parla di Shen si parla della parte mentale e psichica soprattutto. Se lo Shen è disturbato, si possono avere disturbi della memoria, del sonno, di vigilanza, disturbi di concentrazione. E se la serenità è disturbata si avranno disturbi psichici: angoscia, ansia, nervosismo. In MTC tutti i disturbi che hanno a che vedere con la concentrazione, memoria, perturbazioni cerebrali, vanno ricondotti al Cuore-Xin.
Da quanto detto si può comprendere come l’approccio occidentale con il concetto di Shen nella MTC può risultare talvolta di difficile comprensione. Parlare e discutere di un modello generale che comprende tutte le attività mentali comunemente chiamate Shen si presenta molto difficoltoso, sia per il suo concetto di astrazione, sia per la stretta relazione che intercorre con gli organi Zang, specialmente il Cuore Xin, emanazione dello splendore degli Shen; con un’originalità di vedute, il pensiero medico cinese tende a spostare la sede di tutte le espressioni psicologiche dal cervello al Cuore. Xin è l’organo, lo Zang, che sovrintende all’attività del pensiero e all’attività emozionale dell’uomo, unione tra ragione e sentimento, ma anche pensiero, intelligenza, premeditazione. 
Ma cos’è lo Shen? 
Per alcuni autori potrebbe essere tradotto come Spirito, Coscienza, per altri il termine più appropriato è quello di Mente (Maciocia): 
“... E’ il più sottile tipo di Qi... Credo che Mente sia una traduzione più precisa per Shen, quello che in Occidente chiamiamo Spirito...”
Sicuramente l’idea di Shen, intesa solo come mente pensante, che memorizza e svolge i processi logici è molto restrittiva; è coscienza umana, perché la coscienza umana, nasce infatti dall’evidenza dell’azione e dalla presenza dello Shen. Lo Shen si associa alla personalità dell’individuo, alla capacità della sua mente di avere delle idee in un costante ed armonico equilibrio che non deve mai essere infranto, pena pensieri che si affollano in maniera disordinata e incapacità a ricordare. E’ l’insieme delle funzioni vitali, intese in senso organico, ma è anche l’insieme delle funzioni mentali: capacità di sintesi, di concretizzazione, forza di volontà, arte di guardarsi dentro, determinazione; è Shen Ming, lo splendore dell’intelletto, la chiarezza dell’eloquio, la capacità del Cuore di conoscere e comprendere gli aspetti fisici e psichici dell’organismo; rappresenta in definitiva la coscienza vivificante dell’uomo, è l’autentica conoscenza di sé e delle cose. E’ l’origine delle facoltà intellettuali e psichiche del soggetto umano, che devono essere coltivate seguendo l’evoluzione della persona verso la perfezione: rappresenta il mistero dell’esistenza, il segreto significato della vita individuale che deve essere decifrato ed accolto per realizzare consapevolmente la propria vita.
Analizzando l’ideogramma notiamo che la parte sinistra corrisponde al radicale Shi. Significa rivelare ed è utilizzata per designare tutte le cose legate al concetto di spiritualità. I due tratti nella parte superiore sono il simbolo della dualità, sopra Tian , “il Cielo”, sotto Di, “la Terra”. Nella parte inferiore sono rappresentati il Sole, la Luna e le Stelle, segni rivelatori che denotano le cose trascendentali. La parte sinistra dell’ideogramma significa estendere, infatti rappresenta due mani che tirano una corda, quasi a volerla estendere, forse per indicare un’estensione della rivelazione spirituale oppure due mani che accolgono un raggio di luce, la Luce della Consapevolezza, la Luce dello Shen (‘Tocco’). In perfetto accordo con quanto si è voluto rappresentare con l’ideogramma, c’è il concetto tutto cinese dell’essere umano che (Soulie de Morant) si discosta notevolmente sia dalla rappresentazione religiosa dell’uomo visto come un corpo e un’anima, sia dalla rappresentazione della scienza che differenzia il corpo dalla mente fino a giungere al paradosso della teoria organicistica che vuole l’uomo suddiviso in tanti piccoli compartimenti funzionali, dove intercorre una relazione puramente anatomica e materiale delle nostre cellule cerebrali agli stimoli esterni. 
Secondo l’interpretazione della metafisica taoista, il corpo umano è frutto dell’equilibrata azione della parte materiale Jing e delle istanze spirituali Shen. Da questa visione cosmologica percepiamo lo Shen come la forza creatrice, la luminosità del Cielo “Tian,” che rende possibile l’organizzazione della vita strettamente vincolato alla creazione della vita stessa, che si manifesta nell’universo e in tutti gli esseri viventi, uomo compreso. 

Modelli di trasmissione dello Shen 
che si apprendono nello Shen Training®:
- Con gli occhi
- Con la voce
- Con l’accoglienza e l’ascolto empatico
- Con il campo elettromagnetico del Cuore (misurato esternamente con un superconduttore ad interferenza quantistica) in “coerenza” con il Cuore-Cervello (HeartMath, Qi Gong del Cuore e Alchimia Spirituale Taoista)
- Con il ‘Tocco’ delle mani 

venerdì 12 dicembre 2014

Tavola 54 del Daodejing: “Sviluppare la Visione” postato da Rita Caprioglio


Dall’incontro di Alchimia Spirituale di martedì 2 dicembre 2014 di Pino Ferroni, dalla Tavola 54 del Daodejing: “Sviluppare la Visione”
I daoisti non hanno mai voluto occuparsi di essere ministri o governatori, proprio per non dover agire in un modo corrotto di governare. Questo non ha forse aiutato la società di allora a cambiare, ma nessuno è perfetto, nemmeno gli antichi e moderni Maestri daoisti. 
In compenso essi pagarono un prezzo elevato per conservare la loro indipendenza e purezza d’intenti. 
Non penso che mai un modo di vivere e di essere come quello daoista, agreste, armonizzato con la Natura e con le energie del Cielo, sia mai stato così ferocemente perseguitato dal potere ufficiale. 
Però essi non si piegarono mai, perché hanno sempre considerato l’Alchimia Spirituale e il loro benessere psicofisico superiore a qualsiasi lusinga o persecuzione.
Però oggi, davanti al dilagare delle guerre, delle violenze private, del terrorismo, delle droghe, dell’inquinamento, ecc. non possiamo più fare come i daoisti antichi e dobbiamo cominciare a prenderci delle responsabilità se vogliamo fare qualcosa per questo nostro povero pianeta, per noi e per le generazioni che verranno. 
Bisogna sviluppare un progetto per la Terra, e convincerci che siamo perfettamente in grado di dare il nostro contributo a questo progetto, grandioso o piccolo che sia. 
Dobbiamo cominciare ad abbandonare l’aggressività, l’odio, le lamentele perché il cambiamento può iniziare solo da noi. 
Concepire un mondo senza odio, senza mancanza di rispetto o violenza, dove l’ambiente venga rispettato e salvaguardato e dove la fame, l’abuso sui minori, le armi di tutti i tipi, o qualsiasi altra situazione dannosa o avvilente siano scomparsi non è utopia. 
E’ iniziare a mandare nell’etere, nel ‘campo’ di questo nostro pianeta, energie positive che comincino a rischiarare questa profonda notte dell’umanità. 
La notte non si rischiara con luci violente 
ma con la tenera luce della Luna 
che simboleggia quella fiaccola 
che ognuno di noi deve accendere nel suo cuore 
per illuminare la Via del Ritorno

mercoledì 10 dicembre 2014

Oltre le parole... meditando di Rita Caprioglio


Brano tratto dal Romanzo: “Nell’eterno, l’amore” di François Cheng

Dao-sheng ricorda allora una vecchia poesia, la preferita del letterato; evoca una scena di separazione tra due amanti, separazione che darà luogo ad un’unione più sublime.
La scena descrive l’uomo  che si allontana su una barca, mentre la donna resta sulla riva. La poesia termina così:
Sul lago il viaggiatore si volta:
La Montagna verde è orlata da una bianca nuvola
In un primo momento si individua facilmente nella montagna verde la donna rimasta sulla riva e nella nuvola bianca l’uomo che si allontana remando. 
Ma una lettura più attenta rivela che in fondo la montagna verde, yang, potrebbe rappresentare l’uomo che sembra gridare da lontano:
“Parto, ma il mio pensiero resta con te!”, mentre la nuvola bianca, yin, potrebbe sembrare la donna che sembra mormorare: “Io resto qui, ma il mio cuore naviga con te”.
Ancora più in profondità ritroviamo in questi versi una verità eterna: la nuvola nasce dalle viscere della montagna, sale al cielo dove si trasforma in pioggia che, ricadendo, rinverdisce la montagna.
In questo movimento circolare la montagna sostiene incessantemente la nuvola e la nuvola sorregge incessantemente la montagna.
C’è tra di loro uno scambio costante, una stretta inestricabile che si rinnova incessantemente, cosa non esprimibile con un linguaggio ordinario.
Non esprimere direttamente i propri sentimenti perché essi non giungerebbero allo stesso modo. Si è ben più loquaci con le immagini. 
Lan-ying, cosa hai voluto esprimere con questo ricamo?
So bene che non è possibile comprendere ogni cosa poichè la scena è viva e continua a vivere. Senza dubbio, sarà meglio accogliere il significato che si rivelerà allo spirito con il passare del tempo. 
Per il momento non vedo altro se non un’orchidea, che rappresenta il tuo nome. Poi c’è il pesce rivolto verso l’orchidea, e tra il fiore e il pesce c’è l’acqua che, allo stesso tempo, li unisce e li separa. 
Si ricongiungeranno mai?
Potranno mai essere un solo corpo?
E il fiore di loto cosa rappresenta?
E’ distante, pieno di grazia, con il suo riflesso nell’acqua trasparente è inaccessibile quanto la luna. E’ il tuo corpo o la tua anima? Cosa rappresenta? Forse vuoi invitare il pesce a volgersi verso questo fiore sull’altra sponda? O forse attraverso questa immagine vuoi evocare il detto buddista “Basta voltarsi per raggiungere l’altra riva?”. Cosa significa veramente questa frase? “Adesso troviamo su questa riva, qual è l’altra riva?”. 
Lan-ying, sono perplesso e confuso
“Quanto vorrei poterti vedere per sentire la tua voce che mi spiega il tuo pensiero; ma so bene che vederci è un dono che ci è stato negato, e che probabilmente se ci incontrassimo non riusciresti a parlarmi chiaramente. Per pudore o per inconsapevolezza. Perché dopotutto, forse neanche tu sai bene cosa significa. Senti che in te ci sono due fiori, l’orchidea e il loto, e tra di loro c’è un pesce che nuota, carico di sogni e di desideri, di nostalgia della trasparenza. Forse non c’è nulla da scegliere, a meno che non sia necessario scegliere. Comunque hai preferito lasciare la situazione aperta a ogni interpretazione. Il tuo linguaggio di donna è così naturale, audace e allo stesso tempo oscuro come l’acqua…”.
L’indomani, in una merceria, Dao-sheng si procura un nastrino che cuce all’estremità superiore del sacchetto per creare un’ansa. Se lo passa intorno al collo e se lo poggia sul petto. Così può sentirne la presenza giorno e notte. Quando ne sente il desiderio, tira fuori dal sacchetto il ricamo. Accarezza a lungo il fine tessuto e le figure in rilievo, altrettanto delicate. Come può non ricordare il fazzoletto di Lan-ying, che ha tenuto con sé durante la carcerazione e perduto nell’evasione?. Lo annusava, lo accarezzava; aveva la sensazione di toccare Lan-ying, di averla vicino a sé, e questo lo aveva salvato dalla solitudine e dalla perdizione. Oggi accarezza il ricamo con la stessa intensa passione.
“E’ proprio la stessa cosa?” si chiede. “Dopo trent’anni non c’è stato alcun cambiamento?”.
“Sì, ma in cosa?” Forse l’impulso è meno violento, l’avidità meno torbida di un tempo. C’è sicuramente maggiore fiducia, dolcezza e pazienza nell’ascoltare l’altro, maggiore interesse e compassione. Certamente c’è l’urgenza di essere veramente degni dell’altro, di lasciarsi trasportare verso qualcosa di elevato, di grande, che assorba anima e corpo; verso una sfera che permetta di abbracciare tutti i fiori, gli uccelli, le stelle. Cosa dire dunque? Quale mistero si nasconde dietro quel ricamo? In che situazione si è messo? Andare incontro a una donna, possederla, è l’atto più semplice che ci sia, almeno questo è ciò che pensava quando era un musicista e frequentava luoghi malfamati; avrebbe mai detto che l’amore sarebbe divenuto una cosa così complicata ed enigmatica, una dolorosa realtà ardente e inebriante?”.
La notte della festa del Doppio Sette, alla terza veglia, seduto sul suo letto Dao-sheng contempla il Bovaro e la Tessitrice che si addentrano nella Via lattea per ritrovarsi. La sua emozione non è meno intensa dell’anno precedente, ma avverte la presenza di una sensazione nuova: si sente un pesce, un pesce vero. E’ certo che nessun ostacolo potrà più impedirgli di nuotare fin dove vuole, fino al luogo dove si trova la sua amata. Sente già la gioia del ricongiungimento nel mese che verrà, alla festa della Luna.

lunedì 8 dicembre 2014

Da una lezione di "Alchimia Spirituale taoista"


Tavoletta XXI del Daodejing - Svuotare il Cuore 
comparato con la 
tavoletta LVIII del Daodejing - Adattarsi alle vicissitudini

Tavoletta XXI
La grande Virtù quale si manifesta 
E’ solo l’esteriorizzazione del Principio 
Ma la sostanza del Principio 
E’ indifferenziata e inafferrabile. 
Indifferenziata e inafferrabile 
Essa contiene le possibilità seminali degli esseri,
Misterioso e incomprensibile 
Esso contiene le esistenze,
Profondo e nascosto 
Esso contiene le essenze,
Come tale è la grande Realtà, 
La sede sicura. 
Dall’origine sino al presente 
Non muta il suo Nome 
Da lei procede il principio animatore.
Quale è il fondamento di tale conoscenza? 
Questo.
Lao-zi ci riporta al concetto di vivere il mistero. In questo ventunesima tavoletta (2+1=3) non solo ci dice che dobbiamo diventare consapevoli della natura inafferrabile del Dao, ma che solo noi possiamo con la consapevolezza diventare testimoni di un Principio che non può essere definito, né sperimentato con i sensi.
La Virtù del Dao si manifesta nella spontaneità e semplicità della Natura e, seppure inafferrabile visivamente, tattilmente e uditivamente è la forza primigenia che ha dato vita a tutte le cose, animate e inanimate dell’universo. 
Ed è attraverso il mondo del creato, il mondo del visibile, del toccabile, dell’udibile che noi entriamo in contatto con la realtà dell’energia creatrice. 
Purtroppo però noi continuiamo a scambiare il mondo del visibile come la realtà assoluta, senza essere consapevoli che, oltre ad essa, esiste una realtà che non si può realmente vedere, ma che si può intuire e percepire con lo Shen di Xin: la Luce della Mente e del Cuore.


Tavoletta LVIII
Quando il governo è semplice 
Il popolo abbonda di virtù; 
Quando il governo dimostra zelo eccessivo 
Il popolo manca di virtù. 
Al male può seguire il bene 
Al bene può seguire il male.
Come fissare il limite raggiunto 
In questo moto continuo di conversione? 
Andar dritto: ma il dritto trapassa nel curvo 
Il buono nel cattivo.
Eterna cecità degli uomini! 
Perciò: l’Uomo Reale è un quadrato senza angoli 
E’ un angolo senza vertice 
Dritto ma non rigido 
Chiaro ma non abbagliante.
Il nostro mondo è detto anche «il mondo del cambiamento»
La cinquantottesima tavoletta sottolinea che c’è un altro modo di vedere il mondo, uno che praticamente garantisce che possiamo rimanere sereni di fronte alla buona o alla cattiva sorte. Invece di notare solo il costante mutamento della struttura energetica del mondo materiale, questo capitolo vi invita a concentrarvi sul Dao immutabile.
In Natura gli alberi sovrastano i cespugli; i cumuli di nubi a volte sono minacciosamente neri e a volte bianchi e morbidi. In ogni giornata di perfetto sole si nasconde un acquazzone e dentro ogni temporale c’è una siccità che aspetta il suo turno. 
Dobbiamo modificare il modo di vedere le cose, abbracciando un atteggiamento che ci permetta di scoprire ciò che si nasconde in entrambi i tipi di esperienze, cominciando a vedere l’insieme, piuttosto che la buona o la cattiva sorte; guardare agli opposti come parti dell’unità, invece che come sorprese che portano scompiglio. 
Lo wu-wei del Dao rende il popolo ricco della consapevolezza di se stesso e delle sue attitudini naturali (derivate dalla De, la sua Virtù). 
Ma, nonostante i Grandi Maestri,
la luce della vera consapevolezza si è spenta 
per la maggior parte delle persone