domenica 29 gennaio 2017

Da una lezione di Pino Ferroni: “L’amore” - Post di Rita Caprioglio

Noi siamo tutti quanti qui, voi ed io, per fare un percorso verticale, un percorso verso l’interiore, verso il nostro centro, ma continuamente ci troviamo portati alla periferia, all’orizzontale, dalle nostre inconsce resistenze, paure ed angosce e questo avviene quando abbandoniamo il mondo percettivo della mente creativa per entrare in quello razionale della mente discorsiva. Allora, nell’orizzontalità, tutto ciò che noi viviamo, tutto ciò che facciamo, è condizionato, subordinato direi, a situazioni e comportamenti che poniamo al di fuori di noi e che addebitiamo, in senso positivo, ma, più spesso, in senso negativo ad altre persone. 
Il percorso verticale invece ci porta alla consapevolezza che tutto parte da noi e che solo noi, nel bene e nel male, siamo gli artefici della nostra vita, dei nostri pensieri, delle nostre emozioni e sentimenti e che siamo noi stessi a creare l’ambiente in cui viviamo e siamo sempre noi i creatori del nostro globale e personale ecosistema sociale, relazionale ed affettivo. 
Il percorso verticale è diretto ed immediato; il percorso orizzontale è contorto e non porta da nessuna parte. Però, da tempi immemorabili, l’uomo ha abbandonato la verticalità ed ha abbracciato l’orizzontalità anche se non sappiamo quali siano state le vere motivazioni di questo cambiamento. Inequivocabilmente, questa è la nostra realtà quotidiana anche se da sempre, nei millenni, ci sono stati degli uomini illuminati che ci hanno indicato la giusta via e questo ha permesso all’umanità di non perdere la coscienza, ha fatto sì che la Via rimanesse impressa in qualche angolo del nostro animo, pronta a rivelarsi a noi nello stesso istante che ne sentiamo la necessità, che sentiamo la necessità di cambiare qualcosa nella nostra vita perché essa si sta dimostrando vuota di stimoli veri e di entusiasmo.
Iniziamo, qui, oggi, un’inversione di tendenza e smettiamo di cercare la Via dove realmente non è (anche se c’è, perché tutto è nella Via, anche la sua negazione) cioè nelle cose e nei fatti, nelle codificazioni e nelle fedi e cominciamo a percepirlo, a ‘sentirlo’, nella sua massima e, forse, unica manifestazione: nell’amore, in questa manifestazione di altissima energia che permette all’uomo di entrare veramente in contatto con essa.
Perché il Tao è amore incondizionato e impersonale e basta.
L’amore abbraccia tutto e tutto trascende, l’amore accoglie tutto e a tutto partecipa, l’amore contiene le polarità energetiche del maschile e del femminile, del divino e del demoniaco, del bene e del male, del bello e del non-bello.
Quello che vi sto dicendo io adesso lo stanno dicendo da millenni gli illuminati ed i Buddha, i profeti ed i santi, per questo è nato Cristo e questo è ciò che ha realizzato San Francesco.
Ciononostante continuiamo ciecamente a cercarlo da tutte le parti, escluso che nell’amore: la sua luce.
L’amore non abita nelle chiese, nei monasteri e nei templi, ma in ogni essere umano e in ogni manifestazione della Natura e del Creato come scintilla che tutto vivifica, nutre, porta a compimento e trascende: lo Shen Celeste.
Ma, oggi, anche l’amore è diventato una cosa commerciale, un esercizio di ragioneria, un bilancio a profitti e perdite, una partita doppia dare/avere, un semplice gioco di contropartite valide a soddisfare i nostri bisogni, uno scambio dove la moneta che usiamo è il bisogno di conferma, di accettazione, di riconoscimento e di sicurezza. Questi meccanismi sono le prime cose che dobbiamo spazzare via dal nostro cuore, dal nostro modo di vedere il mondo degli affetti e delle relazioni. 
L’amore è semplicemente dare quello che in quel momento si ha disposizione, si è in grado di dare, senza sforzarsi, senza pensare se è sufficiente, se l’altro sarà soddisfatto, che cosa si aspetta da voi e in che modo vi ricambierà. Quando ricevete amore abbandonatevi ad esso, lasciatelo penetrare dentro di voi senza porvi altri pensieri che non sia quello di prendere a piene mani e di gioirne e, se abbandonerete le vostre aspettative e tutte le altre, infinite, masturbazioni mentali, vi accorgerete della ricchezza inestimabile che si nasconde dietro ogni piccolo gesto, dietro una semplice parola. 
Dare con semplicità e ricevere con abbandono significa utilizzare la mente creativa ed arricchirsi sempre, sia nel dare, sia nel ricevere e solo l’atteggiamento positivo e l’annullamento dei giochi mentali possono non farvi perdere l’ennesima occasione per entrare nel mondo percettivo e di cogliere la realtà esistenziale del qui ed ora.
La luce che rischiara il nostro interiore è l’amore, questa divina capacità di rinnovarsi continuamente nel confronto con gli altri, di imparare ogni volta a morire ai nostri bisogni egoistici e aggressivi per rinascere, un istante dopo, con la comprensione e l’accettazione dei bisogni degli altri. 
Questo è il percorso verticale che porta all’amore, alla comprensione di che cos’è l’amore e, conseguentemente, alla capacità di viverlo pienamente. L’amore non è un prodotto della mente, non contiene il meccanismo dell’opporsi e del resistere. L’amore è un prodotto di tutto il nostro essere, corpo-mente-spirito, che ci chiede una semplice, unica cosa: la resa incondizionata a noi stessi, alla nostra capacità di farsi penetrare, di essere disposti a cambiare continuamente il nostro modo assuntivo, di provare la pienezza del vuoto. 
Essere vuoti e pieni contemporaneamente sembra un paradosso, invece è solo un’esperienza, un vissuto. E’ una strada che sembra non finire mai, che non ti dice a che punto sei del percorso, che non ha riscontri razionali, eppure, un giorno, improvvisamente ed inaspettatamente, arrivi all’ultimo esercizio, alla conoscenza, alla consapevolezza: sei con una persona è quella persona è te stesso. Allora l’Io e l’Altro non esistono più, sono una persona sola e, contemporaneamente, due individualità distinte ed autonome che non si oppongono più l’una all’altra, ma si integrano in un tutto unico, al di là di ogni individualismo e di ogni dicotomia. 
Genericamente, la sensazione che si prova, che tutti provano,  è di stupore, il meraviglioso stupore dell’essere interi, sempre e comunque, uno e diecimila, diecimila ed uno e si comprende infine che non esistono più il dare e il ricevere, il fare e il non fare, il dovere e il volere, l’uno e il due; che non esistono e non sono mai esistiti.
Quel giorno comprenderete che non sarete mai più soli e che in realtà non lo siete mai stati.


lunedì 23 gennaio 2017

Introduzione allo Wenzi

«Quando un solo cane nella notte si mette ad abbaiare a un’ombra, diecimila cani nella valle abbaiano ad una realtà».
I saggi s’appoggiano a un pilastro che mai non vacilla, viaggiano su una strada che mai non è ostruita, sono dotati di risorse che mai non si esauriscono. Qualunque cosa facciano, abbracciano il destino e vanno avanti senza confusione.

La chiara calma è lo specchio della Via.
La flessibilità è la funzione della Via.
La cedevolezza è la fermezza della Via
La docilità è la forza della Via.


L’imparzialità significa che la mente è priva di pastoie. Quando non hai né preferenze né avversioni, questa è la realizzazione dell’imparzialità.
Limitare ciò che si prende determina chiarezza; minimizzare ciò che si perde determina concentrazione.
Nutri sempre un imparziale amore universale e non lasciarlo venire meno. Questa è la virtù dell’umanità.
Ciò che dà vita agli uomini è la Via, ciò che li matura è la Virtù, ciò che li fa amare è l’umanità, ciò che li fa retti è la giustizia, ciò che li fa seri è la cortesia.
Il principio fondamentale dell’ascolto è svuotare la mente in modo che sia chiara e calma: metti da parte ogni sensazione, ogni pensiero, ogni riflessione. Concentra la vitalità della mente in modo che si accumuli e che l’attenzione interiore sia al suo massimo. Ottenuto tutto ciò, devi estenderlo e perpetuarlo.
Gli uomini hanno atteggiamenti armoniosi o ribelli, che dipendono dalla mente. Quando la mente è disciplinata, l’atteggiamento è armonioso; quando la mente è indisciplinata, l’atteggiamento è ribelle. Se realizzi la Via, allora la mente è disciplinata; se perdi la Via, allora la mente è indisciplinata.

La Via consiste nel seguire la propria strada e nell’attendere l’indicazione del destino.

lunedì 16 gennaio 2017

L’Essenza del Vero Maschile

Tante persone mi hanno scritto chiedendomi su quali presupposti si basa il Corso che inizia alla sera del 7 febbraio (ore 18,30-20,00) “L’Essenza del vero Maschile” riservato ai soli uomini.

Cerco di spiegarlo utilizzando l’insegnamento del “Su Nu Jing”, il “Iibro della Fanciulla Candida”.
Secondo la genesi energetica cinese, all’inizio esisteva una sola energia, immobile non attiva. Poi in questa energia avvenne un tremito, un movimento e questo ruppe lo stato inerziale e dette vita ad un movimento, ad una pulsazione duale che chiamarono yin-yang.
Nel pensiero taoista, i principali equivalenti dello yin-yang sono costituiti dalla coppia di termini “Cielo-Terra”, sole-luna, chiaro-scuro, maschile-femminile, caldo-freddo, estate-inverno, Sud-Nord ma, soprattutto Acqua-Fuoco.
E’ necessaria un’attenta lettura dei trigrammi e degli esagrammi dell’Armonia di Yin-Yang,  per comprenderne il linguaggio e l’insegnamento esoterico che essi contengono.
Il trigramma Fuoco
, Li, il Risaltante, simboleggia il Sud e il Maschile. Sotto l’ottica esoterica viene generalmente associato alla consapevolezza, in particolare modo alla coscienza presente nella mente umana. Lo yang del Maschile (le due linee continue forti) contiene però al suo interno una linea yin del Femminile (linea spezzata morbida) che rappresenta il Femminile che è all’interno del Maschile, lo yin nello yang.
Il trigramma Acqua
 , Kan, l’Oscuro, simboleggia il Nord e il Femminile. Sotto l’ottica esoterica viene generalmente associato alla vera conoscenza della mente del Tao. Rappresenta la capacità ricettiva del Femminile, l’Acqua che controlla e domina il Fuoco. Lo yin del Femminile, (le due linee spezzate morbide) contiene però al suo interno una linea continua forte che rappresenta il Maschile che è all’interno del Femminile, lo yang nello yin.
Perciò il trigramma Fuoco simboleggia il Taiji del Maschile, dove il Rosso, simboleggiato dalle due linee continue yang, domina per 2/3, ma che contiene e circoscrive, al suo interno, 1/3 di Nero.
Per contro, il trigramma Acqua simboleggia il Taiji Femminile, dove il Nero, simboleggiato dalle due spezzate yin, domina per 2/3, ma che contiene e circoscrive, al suo interno, 1/3 di Rosso.
Per il pensiero confuciano, tendenzialmente maschilista, la conformità energetica, familiare e sociale, si ottiene quando il trigramma Fuoco si colloca al di sopra del trigramma Acqua. Pero, per l’Yijing questo collocazione di Fuoco-Acqua genera l’esagramma 64, Prima del Compimento. Infatti, per il pensiero taoista, Fuoco ha la tendenza a salire, Acqua ha la tendenza a scendere. Le due energie del Maschile e del Femminile si allontanano sempre più: l’uomo all’esterno sempre più lontano dalla comunicazione paritaria con la donna; la donna relegata nel buio dell’interno della casa, sempre meno partecipe della vera vita affettiva e sociale. Infatti Maschile su Femminile è anche perifrasi sessuale.
Ho già parlato dei trigrammi Acqua e Fuoco riferendomi al Tao e l’esagramma 63 dell’Yijing riferendomi al Bioenergetic-shen Treatment®, perché con gli 8 trigrammi dell’energetica cinese si può spiegare l’universo intero e con i 64 esagrammi dell’Yijing si posso comprendere tutte le azioni dell’uomo.
Però, l’esagramma 64, contiene al suo interno due trigrammi (detti trigrammi nucleari):
- Il primo trigramma nucleare è composto  dalla seconda, terza e quarta linea dell’esagramma (partendo dal basso) ed avremo perciò Fuoco: 


- Il secondo trigramma nucleare è composto dalla terza, quarta e quinta linea dell’esagramma ed avremo perciò Acqua: 

Acqua su Fuoco rappresenta l’esagramma 63: Il Compimento: 


Il Fuoco, dal basso, scalda nel suo moto ascensionale l’Acqua, l’Acqua, dall’alto, modera la eccessiva spinta ascensionale del Fuoco. Per i taoisti questo è il percorso fondamentale dell’uomo: coltivare dentro di sé la sua parte femminile ricettiva in modo che la sua coscienza non sia più volatile, incline all’immaginazione e ai pensieri erranti.
Perciò il compito della donna, secondo la visione taoista, e quello di rendere reale, con la forza della sua ricettività, l’uomo, togliendolo dalla sua condizione di uomo comune per fargli abbracciare la condizione dello Zhen Ren, l’Uomo Reale delle pratiche di coltivazione interiore taoiste.
Solo in questa condizione entra in funzione lo Shen, l’amore, il quale sottomette l’irruenza del Maschile all’azione continua, lo addolcisce e lo domina, controllandolo con la forza del Femminile, centrato più sull’essere che sul fare.