mercoledì 22 ottobre 2014

L’interdipendenza come modello di vita di Sidrea Besacchi


Dall’Esserci all’Essere con gli altri: Attenzione, Ascolto e Accoglienza
L’atteggiamento che noi abbiamo verso noi stessi, condiziona il modo in cui entriamo in relazione con tutto ciò che ci circonda. Oggi è d’importanza vitale imparare alcuni strumenti per ritrovare lo stato d’animo del piacersi, star bene con il nostro corpo e coltivare una mente serena e creativa.
Sia in piedi che seduto, una spina dorsale eretta induce atteggiamenti mentali positivi.
Una spina dorsale piegata, invece, è compagna naturale della negatività e dello scoraggiamento. Vi propongo un’esperienza pratica:
Mentre state diritti in piedi ascoltate i vostri piedi e la terra su cui essi poggiano. Lasciatevi respirare in modo naturale. Inspirate dal naso ed espirate dalla bocca, che rimane leggermente socchiusa in modo da rilasciare la muscolatura del volto. Sentite il peso del vostro corpo che rilassato si scarica a terra attraverso i piedi. Grazie allo spazio che essi occupano potete “stare in piedi” ed è grazie a tutto lo spazio che i vostri piedi non occupano, che potete muovervi su questa Terra. Sentite un filo che corre lungo la colonna, dalla base all’apice della testa e lasciatevi allungare verso il cielo. Sentite il petto in fuori, le spalle rilassate e tenete lo sguardo sfocato rivolto verso la linea dell’orizzonte con naturalezza, come se ciò che vi interessa si trovi in quello spazio … là dove finisce la terra e inizia il cielo.
Prendendo l’abitudine di mantenere il corpo eretto si acquisisce un atteggiamento positivo nella vita: ma spesso le tensioni del corpo ci obbligano in posizioni scorrette per non percepire il dolore e presto quelle parti contratte sono rimosse alla coscienza e non ci rendiamo conto dello squilibrio psicofisico.
Dalla tradizione taoista è giunta a noi una conoscenza antica di alcuni semplici movimenti terapeutici per sciogliere dolcemente le tensioni del corpo quali il Qi Gong, lo Yoga, I cinque tibetani, e la meno nota ginnastica denominata “Draghi dell’equilibrio e della potenza”: una pratica dolce che permette di raggiungere lo stato di vigore fisico attraverso il drenaggio delle tossine e il massaggio degli organi interni, il miglioramento della coordinazione e della postura. Ma questa sapienza ci arriva anche dalla nostra tradizione occidentale attraverso varie tecniche di rilassamento sensoriale guidato, utili ad allenare l’attenzione ad ascoltare e percepire le reali sensazioni e le nostre emozioni.
Il semplice fatto di prenderci lo spazio quotidiano di soli quindici minuti per l’ascolto di Sé attraverso discipline olistiche, non solo migliora la qualità del ciclo veglia-sonno ed elimina l’ansia, ma crea lo spazio vitale di riflessione e consapevolezza che rafforza l’autostima e ci chiarisce ogni giorno i nostri bisogni e obiettivi.
Inoltre un atteggiamento di ascolto di sé può diventare uno splendido strumento per relazionarci con gli altri, nella vita quotidiana e lavorativa. Impariamo ad ascoltare a più livelli, sospendendo la mente giudicante per comprendere veramente l’interlocutore: si crea così quel clima di condivisione in cui ci si può esprimere senza la paura di essere etichettati o rifiutati.
Pensiamo quanto questo cambiamento possa migliorare i nostri rapporti nella vita. Saper comunicare non solo il contenuto pratico dei nostri pensieri ma anche le emozioni nella relazione con l’altro, vuol dire apprendere una modalità, un veicolo di espressione che va oltre la capacità verbale per ancorarsi alla comunicazione sottile e istintiva del corpo. Per fare ciò occorre calare le maschere del ruolo e accedere alla nostra umanità: ciò rende qualsiasi richiesta o risposta molto più semplice e fluida perché noi siamo presenti a noi stessi e, con la mente lucida al momento che stiamo vivendo, diamo libero accesso alla fonte dello Shen.

Da “Energetica Cinese” di Pino Ferroni: “Lo Shen è la sostanza-emozione-energia più potente che esista, è il soffio che alberga in ogni essere umano, che dà un preciso senso alle sue azioni e traguardo alla sua vita, che sovrintende e coordina le altre energie psichiche. Purtroppo, oggi, lo Shen è l’energia che subisce la maggior castrazione dal contesto sociale in cui viviamo, dall’educazione basata sul senso di colpa e dall’atteggiamento negativo della nostra mente che ci fa sentire alienati dalla natura e separati dagli altri. E’ facile a questo punto comprendere quanto sia importante tendere costantemente al proprio equilibrio psicofisico, affinché lo Shen diventi forte per essere protagonisti della vita ed entrare nel processo di creatività”.

Essere creativi nella risoluzione dei conflitti significa cogliere qualsiasi difficoltà o problema come un’opportunità di crescita e una sfida per superare i nostri limiti: affrontare un problema in gruppo significa prima di tutto vedere l’altro come una parte di sé, vedere la realtà in tutte le sue prospettive e cogliere la via risolutiva pratica che porta però con sé anche un valore aggiunto alla qualità della relazione per tutti i membri.
Un percorso di crescita che attiva questa consapevolezza è l’apprendimento del Biomassaggio Energetico: esso rappresenta una forma di  comunicazione non verbale che permette di entrare in ascolto profondo di sé e degli altri, del proprio mondo energetico ed emozionale, di aumentare la nostra sicurezza interiore, di riconoscere il nostro valore rispecchiandoci nel valore degli altri.
Oggi più che mai, occorre essere consapevoli che solo vivendo la connessione e l’interdipendenza con tutto ciò che ci circonda, possiamo crescere insieme, condividendo percorsi che s’intrecciano e arricchiscono l’Umanità e un giorno arrivare …là dove finisce la terra e inizia il cielo.

Dalla lingua africana bantu UBUNTU
"Io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo"

AIUTO: ho perso la connessione di Rita Caprioglio


AIUTO, ho perso la connessione!
Questo il grido di allarme che imperversava lunedì 13 ottobre, dopo l’alluvione, nella zona dove abito, a tal punto martellante da far tristemente dire al gestore di un Punto Tim:
“Siamo all'assurdo, è tutto il giorno che le persone vengono nel mio negozio per chiedermi notizie del perché la connessione dei loro iPad, iPhone, cellulari, ecc. non funzioni. Ci sono persone che con questo nubifragio stanno perdendo la casa, quando non la vita, e non possiamo rimanere nemmeno un'ora senza connetterci?”

In effetti, a mio avviso, la connessione l'abbiamo persa, ma  quella più importante per noi esseri umani, la connessione con il Cielo, la Terra e l'Umanità.
Allora tutto è perduto?
No, se nel qui ed ora scegliamo di percorrere una via che ci riporti a casa, alla nostra intima essenza di esseri umani, alle radici della nostra esistenza.
Paroloni? No. Fatti.
Io, e ovviamente non sono la sola, possiedo una formula, non segreta e neppure magica, ma sicuramente tanto preziosa. Non occorre quindi avere doti soprannaturali, neppure ritirarsi in una grotta sulla cima di un montagna o avere gli occhi a mandorla.

Allora è facile? No, è semplice.
La conosceva e praticava già mia nonna, nata agli inizi del secolo scorso. 
Eccola: NDMG ed ecco gli ingredienti che la compongono: 
- Naturopatia Umanistica® e Shen Training®
- Tao 
- Meditazione
- Qi gong
Il Corso di Formazione Professionale e Personale di Naturopatia Umanistica® e Shen Training® è quell'efficace metodo ideato da Pino Ferroni che, combinando sapientemente tecniche occidentali ed orientali di indiscussa validità, permette alla persona di percepire ed accrescere la propria energia vitale, aumentare la propria autostima, superare il proprio malessere esistenziale, fino a giungere ad amare la vita a piene mani.
E se una persona non desiderasse essere un giorno un Consulente in Discipline Bionaturali, che giovamento ne avrebbe da tutto ciò?
Non posso fare altro che parlarvi della mia esperienza e dirvi alcune fra le tante cose che questo Corso ha dato a me: maggior sicurezza in me stessa, che con il tempo mi ha permesso di uscire da uno stato di timidezza che non mi permetteva di entrare in relazione con le altre persone, la gioia delle piccole cose del quotidiano, vederle e saperle apprezzare, la disponibilità interiore verso gli altri, la possibilità di accompagnare mio padre e mia nonna morenti, l'essere autentica verso di me e verso gli altri.
Ovviamente, è un percorso, a volte può essere anche un po' accidentato e tutti i giorni sono buoni per verificare se quello che penso di aver raggiunto l'ho raggiunto veramente oppure un po' e un po'. 
Mentre sperimentiamo questo percorso potrà accadere di accorgerci che la vera formula magica è come quella della Pergamena del Drago, del film Kung Fu Panda, in cui il panda Bo scopre che la pergamena è un foglio assolutamente bianco. 
Infatti la ricetta magica per raggiungere la realizzazione esiste esclusivamente in noi stessi. Si chiama perseveranza, calma determinazione, proposito reale: in cinese Yi!
Lingshu: "Quando il Cuore si applica si parla di Proposito"

P.S.: il primo ingrediente l'abbiamo esaminato. Per gli altri tre seguiranno nuovi post.

domenica 19 ottobre 2014

Conferenza del 17 ottobre su: "I Colori dell'Anima"


L’anima per il mondo cristiano e per tutte le religioni moneteiste è la nostra parte divina e immortale; per le religioni induiste, buddiste e tibetane è l’anima che si reincarnaper i taoisti l’anima è l’energia primigenia Shen che dona all’uomo la consapevolezza e la capacità di vivere emozioni e sentimenti; per Jung l’Anima e l’Animus rappresentano il femminile e il maschile insito nella psiche di ogni uomo; per Lao-zi le caratteristiche dell’anima umana sono:
- Tav. 8: La qualità trascendente assomiglia all’acqua, senza resistere assume la forma di ogni cosa, prende la posizione più bassa, che gli uomini disprezzano.
- Tav. 39: Il nobile poggia su l’umile, il sublime poggia sul semplice... Umiltà e semplicità di chi ha radice nel Principio.
Per l’Huainanzi: ... l’Uomo Reale, sebbene abbia in sé il meraviglioso, porta benevolmente a compimento i suoi compiti quotidiani...
Per me: è sempre esistito dentro di me il senso del meraviglioso sia qui nella pianura padana in cui vivo da più di trent’anni, sia sul mare della mia Liguria: è il momento dell’alba, quando la luce si affaccia tenera all’orizzonte schiarendo le ombre della notte e i colori sono ancora incerti, ma si preparano a dividersi nel rosa dell’orizzonte, nel blu sfumato del cielo, nello scuro dei profili degli alberi, nel giallo-oro delle nuvole sfiorate dai primi raggi del sole. E’ il momento in cui la bellezza delle infinite scenografie del nostro pianeta riempie gli occhi di colore e la mia anima si svela come se anch’essa si differenziasse dalle tenebre e io fossi sempre stato lì, a cercare di coglierla dentro e fuori di me.
I colori ci sono donati dalla Natura da sempre, ma tocca a noi coltivarli, farli brillare, diffonderli dentro di noi. E’ questo il compito più alto che ci è stato dato, indipendentemente dalla religione che pratichiamo o dalla scelta di non praticarne alcuna. 
Mi raccontava Patrizia che l’anno scorso, in uno dei periodici incontri con un gruppo di bambini di dieci/dodici ha chiesto che cosa pensavano che fosse l’anima.
Ne ha avuto le risposte più precise che le sia mai capitato di sentire:
«E’ la parte migliore di noi»
«E’ il posto dove stanno le emozioni»
«E’ Dio dentro di noi»
Possono esistere definizioni migliori? 
L’Anima infatti è tutto questo.
Non dovrebbe di conseguenza essere la parte di noi a cui teniamo di più, quella di cui dovremmo avere maggior cura, quella che dovremmo coccolare e accudire quotidianamente con la migliore dedizione?
La spiritualità è innata nell’Uomo ed è solo esplorandola che l’uomo può raggiungere uno stato di benessere che null’altro gli può procurare. Strumenti ne sono il sorriso e l’atteggiamento aperto e sereno
Essi non devono essere la conseguenza, ma la causa della nostra felicità.
Un detto famoso dice: “Non sorridere solo quando la vita ti arride, ma sorridi per far sì che la vita ti arrida”.
Un team di scienziati finlandesi dell’Aalto University ha localizzato cosa sentiamo nel nostro organismo in base alle diverse emozioni. Il risultato dello studio, (ancora in corso di approfondimento) appena pubblicato sulla rivista scientifica americana Pnas, è una vera e propria mappa dove ad ognuna delle principali emozioni biologi e neuroscienziati hanno associato i distretti corporei che ne vengono colpiti. La ricerca è il frutto di un’analisi condotta su oltre 700 persone di diverse nazionalità, in particolare finlandese, svedese e taiwanese, che sono state indotte a provare svariate emozioni (con l’impiego di racconti, filmati e immagini) e invitate poi a riportare ciò che sentivano su una grafica dell’organismo, dove appunto localizzare le zone coinvolte distinguendo tra quelle che sentivano attivate da quelle che sembravano invece spegnersi. Gli scienziati hanno anche realizzato che non vi sono sostanziali differenze tra le percezioni degli individui di origine europea rispetto a quelle degli asiatici. 
E questo incentiva l’ipotesi sull’origine biologica delle emozioni e sulla loro indipendenza dal linguaggio e dagli schemi di apprendimento.
Anche nel linguaggio comune si usano termini come: rosso di rabbia, anima candida, verde d’invidia, anima nera, scuro come il carbone.

Interpretarla è semplice: quando un’emozione schiaccia il tasto on di una determinata regione del corpo, essa è rappresentata da un colore caldo, il rosso o il giallo, al crescere dell’intensità; quando invece ci fa sentire spente o inibite alcune zone, ecco che queste saranno tradotte in colori freddi, come il blu e l’azzurro.
Se anche il corpo si colora, facciamo allora colorare la nostra anima riempiendo sempre i nostri occhi di luce!
Anche un’emozione che sembra più forte di noi è una nuvola che passa. Noi però siamo il cielo.
Thich Nhat Hanh

lunedì 13 ottobre 2014

Da una lezione di Tao di Pino - Appunti veloci di Monia Nizzoli


Dal Ling Shu: “Il Cuore si applica, ecco il Proposito; il Proposito diventa permanente, ecco il Volere”. 
Lasciando la dimensione di Shen come la intendiamo nello Shen Training® e applicandola verso di noi come coltivazione per la nostra crescita, lo Shen ci dà l'intelligenza, l'intuizione, la serenità, il carattere, la luce negli occhi, la gratitudine verso la vita, verso una vita colorata.
Nei libri occidentali si trova che bisogna coltivare gli Shen, ma gli Shen non ci appartengono, appartengono al Cielo Anteriore. Elisabeth Rochat De la Vallé usa il termine inabitare, nel senso che gli Shen vanno e vengono, non appartengono alla persona, non possono essere ingabbiati in uno schema. Nella follia fuggono, nella rabbia girano alla larga, nella pretesa si agitano...!
Quando il Cuore segue ciò che va fatto, 
qualunque cosa essa sia, 
nasce lo Yi, 
allora c'è gratitudine per la vita
Quando va fatto, va fatto e ci deve essere la tranquillità nel farlo; piacere o dispiacere appartengono alla mente e anche se ciò che va fatto è doloroso, ci deve essere calma nell’anima. L’azione, in questa dimensione, lascia lo spazio per vedere come questa azione si propaga, dove porta e cosa genera.
Infatti, quando lo Yi, il Proposito, si radica, il Volere è l'azione che lo applica, che lo esterna e in questo caso non si sperpera la Yuan Qi.
Gli Shen inabitano ma si possono far affluire mantenendo il Proposito che anima il Volere. Allora lo Shen entra non solo nel Palazzo della Mente, ma ha anche casa nel Cuore.
Il pensiero diventa anima, lo sguardo parola, la parola vibrazione
Perdersi: ci si può perdere solo nelle circonvoluzioni del cervello. I mistici infatti dicono: annulla la mente (discorsiva, negativa, discriminante), annulla l’ego(ismo).
La mente creativa e meditativa è luce della consapevolezza, la mente meditativa è percepire cosa ti circonda e sentirti inserito in esso; allora non ci sarà più solitudine e non ci sarà più ansia di appartenenza perché già ti appartieni. Percepisci e percepisciti e non c’è niente altro da percepire, ovunque sei c’è casa e tutto ciò che accade da fuori è allo stesso tempo effetto e causa.

Commento:
Tornando a casa dopo questa lezione di Tao (di vita) hanno iniziato a scendermi quelle lacrime che sgorgano quando provo quella sensazione in cui sento come se il corpo perdesse i suoi confini perché è come se mi uscisse dal petto qualcosa, come se mi stessi espandendo e il corpo non riesce a contenere questa espansione; poichè ciò che provo è così bello da commuovermi, le chiamo lacrime di bellezza.
Quando poi ho cercato di capire cosa mi si era mosso, ho pensato ad una cosa che di per sé è un po’ buffa, ma la dico così come mi è venuta: ho pensato che Pino è come se avesse inventato una nuova unità di misura, quella con cui misurare la vita. Una unità di misura che dà la possibilità di darle proprio il suo valore che è sempre al di là di quello che si è in grado di cogliere e che cresce man mano che cresciamo noi. Entrare in questa dimensione ogni volta mi arricchisce, mi riempie, mi rigenera, mi dà fiducia, mi dà voglia di vivere sempre più consapevolmente la vita, mi fa scendere le lacrime e mi fa provare una immensa gratitudine.
Pino: te e il tuo Shen…!!!

Da un discorso introduttivo all'Alchimia Spirituale Taoista


... Il più importante insegnamento di tutte le Discipline meditative, e dell'Alchimia Spirituale Taoista in particolare, è quello di cercare dentro di noi quel Guerriero che non combatte contro avversari esterni, ma con le 100.000 ombre interne, le stesse che ci dicono: “Ma chi te lo fa fare, smetti!”. E' combattere con noi stessi, mettere alla prova la nostra reale volontà di perseverare e la nostra determinazione nel raggiungere e possedere noi stessi e non un risultato esterno.

Quella del Guerriero non si basa su concetti codificati; l'anticonformismo del taoista è il sorriso del bambino, è il non prendere nessun  riferimento, se non il continuo mutamento.
In Occidente, l'Alchimia Spirituale Taoista è una disciplina d'elite perché non ti dà un credo a cui aggrapparsi, delle divinità da pregare, un modello da seguire, ma ti dice: "Impara ad essere ciò che sei in naturale scioltezza". E' la cosa più elementare e, nello stesso tempo, la più difficile da seguire. Non ti impone il rigore di un setting (la messa della domenica, la meditazione ad una data ora o altro); il taoista ti dice: "Impara a vivere la vita", che significa semplicemente respirare in modo adeguato, mangiare in modo salutare, dormire il più serenamente possibile, amare in modo reale, il tutto fatto nei tempi giusti e nei modi conformi. Esattamente ciò a cui tutti aspirano, ma che nella realtà continua, per la maggior parte delle persone, ad essere un sogno.
Allora perché non si cimentano in un percorso che ti indica una possibilità?
perché un programma senza regole castranti, senza rituali, senza castighi non è un programma che attira. 
Con questo non è nemmeno vero che il praticante dell'Alchimia Spirituale possa fare impunemente tutto ciò che più gli aggrada fare. Che cosa accade allora se non segue un sano e naturale modo di vivere? 
Vivrà peggio e, nell'ipotesi più nefasta, di meno.
Tutto qui? Sì! 
La nostra coerenza, nel Tao è incoerenza. Il prezzo da pagare per la trasgressione da una vita serena e realizzata è soltanto quella di poter incorrere in malattie psicosomatiche, ansia, insonnia, malesseri esistenziali, etc.

Quando una persona cerca di Essere, 
non può accettare ne' il dogma, ne' la disquisizione filosofica.

Essere è sperimentazione 

L'Alchimia Spirituale Taoista è una delle poche discipline in cui l'apparente diversità tra i Maestri deriva solo dalla diversità della loro esperienza personale...

La raccolta delle noci di Chouitar Zahra


Qualche settimana fa, sono andata a raccogliere le noci e ci sono andata senza una grande aspettativa perché era tardi e come le altre volte pensavo che altre persone fossero passate a raccoglierle prima di me. Ma ci sono andata lo stesso con una bella borsa. Erano le 10 del mattino, sotto una bella luce autunnale e io stavo bene con o senza noci, stavo bene lo stesso.Arrivata lì senza pretese, ho cominciato con il primo albero sotto il quale ne ho trovate due o tre. Ero contenta e ho cominciato a ringraziare. Poi il secondo albero, una o niente. Ero contenta lo stesso, attenta alle mie reazioni, no ero solo nell’azione, attenta ai miei piedi, all’aria fresca e alla bellezza della natura. Il terzo albero era in riva al fiume. Mi sono avvicinata con molto rispetto, sì, ero rispettosa in quell’ambiente, provavo un rispetto riverente, mi sentivo parte e in comunione con il tutto. Ho guardato attorno all’albero in riva al fiume, una, due, tre, quattro e poi guardai giù lungo il fiume e sulla scarpata vidi non solo una di qua o di là, vedi piccoli mucchi di noci qua e là. Ero felice ma senza golosità, senza voracità e decisi di scenderci. Ero più attenta al piacere di essere lì che al “guadagno”e sentivo anche una relazione con tutto quello che mi circondava. Ho cominciato a raccogliere a mani piene queste noci. La borsa mezza piena, ho ringraziato e sono salita per andare a vedere gli altri alberi. 
Ed ecco dove comincia la mia scoperta, una nuova esperienza. Con la borsa mezza piena, ero diversa, mi avvicinavo in modo diverso verso questi alberi, non con il solito bisogno di soddisfare un desiderio, ma solo con il piacere di fare perché ormai la mia borsa era mezza piena, andava benissimo così, non ero affamata. Tutto quello che mi capitava di raccogliere era solo un più. E questo lo riporto alla relazione che ho con la vita: il lavoro, i soldi non li trovo perché sono quasi sempre senza. Sono sempre nel bisogno e quindi mi accosto in modo sbagliato ed ecco il nodo da sciogliere. Trovare il modo di sentirmi appagata, soddisfatta, ricca e grata per permettere al flusso di scorrere.Ogni albero mi ha regalato l’abbondanza. Di gioia in gioia, raccoglievo le noci, abbracciavo i tronchi, salutavo e ringraziavo e come per magia alcuno addirittura me li faceva cadere proprio quando abbracciavo ringraziando, c’era davvero come una relazione intima tra il mio sentire e loro. Ho dovuto fermarmi perché ormai la borsa era piena e troppo pesante da portare!E così, ho fatto l’esperienza dell’abbondanza, grazie a queste noci, ho fatto l’esperienza che mi chiariva il mio rapporto sbagliato al mondo e alla vita e mi ha permesso anche di comprendere in modo concreto l’ultima frase della tavoletta 46 del Tao Te Ching intitolata Diminuire i desideri : [] solo coloro che conoscono ciò che basta/ Sono sempre soddisfatti”.

mercoledì 8 ottobre 2014

Questa mattina... di Rita Caprioglio


Questa mattina, dopo avere ascoltato il mio collega Enzo che, commosso, condivideva in gruppo l’emozione suscitata in lui dalla lettura delle pagine iniziali dell’ultimo libro di Pino Ferroni “L’ennesimo commentario al Daodejing” e dopo aver fatto altrettanto anch’io, eccomi qui a condividere con voi il mio “emozionato” pensiero.

La storia “L’Esploratore” che Pino Ferroni riporta e ricorda nelle prime pagine del libro, mi ha immediatamente riportato ai primi tempi in cui lo conobbi e anche io intrapresi un percorso, una via.
Da allora sono trascorsi vari anni e una decina di suoi libri sotto i miei occhi.
In questo ultimo libro riconosco il maestro taoista e l’uomo Pino, diventati oramai Uno grazie all’alchimia compiuta nel tempo, dal tempo e da un uomo che ha saputo cogliere in ogni aspetto dell’esistenza un’occasione per fare ritorno a se stesso, alla sua interiorità, alla sua Essenza.
La sua umanità, unita all’entusiasmo e alla semplicità nel parlarci delle sue comprensioni riguardo al testo di Lao-zi, mi ricorda che quando avevo vent’anni pensavo che vivere pienamente la vita significasse aver fatto tante cose in breve tempo, mentre ora semplicemente VIVO.
Trovo appropriato citare, proprio oggi che ci ha portato il vino fragolino da lui prodotto per la prima volta, ciò che scrive a pagina 83 del suo libro: “L’interiorità è come il vino: più lo curi, dandogli il tempo di esprimere la sua fragranza, e più diventa speciale e di valore.”
Credo che, con questo libro, Pino Ferroni abbia condiviso il suo vino con tutti noi.