…Ci sono due mezzi utilizzati dalla
Vita, mezzi che caratterizzano tutta l’evoluzione della Vita nell’Universo:
l. Il primo mezzo è l’unità: la
Vita espressa totalmente in uno specifico Organismo.
2. Il secondo mezzo è,
paradossalmente, opposto al primo: è la diversità. La Vita tende a creare
simultaneamente altri Organismi che ‘funzionano’ su Simboli differenti da
quelli utilizzati dall’Organismo affine. E’ ciò che viene chiamato diversità.
Così, io sono un Organismo che
dispone, in tutte le particelle che formano il mio corpo, di memorie ‘che
funzionano’ su Simboli identici (unità), ma, nel mondo, anche tutti gli altri
Organismi dispongono di memorie che funzionano su loro Simboli, creando, verso
di me, la diversità.
Unità e diversità sono i due
caratteri principali della Vita e l’obiettivo della Vita, di ogni Vita, è
l’elevazione della Coscienza (il termine coscienza
deriva dal latino Cum-scire - sapere insieme - ed indicava originariamente un
determinato stato interiore), è il continuo fluire delle due polarità Yin-Yang
da uno stato all’altro.
Anticamente con coscienza si intendeva qualcosa di
diverso da ciò che si ritiene oggi nell’ambito psicologico e filosofico. Non
tutti gli antichi dividevano l’uomo in mente e corpo. Anzi era molto diffusa
l’idea (oggi tornata alla ribalta) che l’uomo avesse tre funzioni relativamente
indipendenti chiamate ‘Centro intellettivo’, ‘Centro istintivo’ e ‘Centro
Emozionale’, collocate rispettivamente: in una parte dell’encefalo, nella parte
terminale della colonna vertebrale e nella zona del plesso solare. Ebbene
‘Coscienza’ indicava quello stato interiore di sintonia tra i tre centri
(sapere insieme) che, se raggiunto, permetteva all’uomo di elevare la propria
ragione (le Due Terre e il Cuore). La psicologia tradizionale indica con coscienza una funzione generale propria
della capacità umana di assimilare la conoscenza. All’inizio vi è
consapevolezza, cioè constatazione attiva della nuova conoscenza. Quando a
questa segue l’assimilazione definitiva del nuovo come parte integrante del
vecchio, si può parlare di coscienza.
La coscienza è stata raffigurata da
sempre come luce e simboleggia l’archetipo di ogni spiritualità.
«All’inizio era
il nulla, e il nulla non aveva nome». (Zhuang-zi)
«Questo è il
racconto di quando tutto era fermo, tutto calmo, in silenzio; tutto senza
movimento, tranquillo e la distesa del cielo era vuota... Nulla esisteva. Poi,
per primo, sorse il vuoto Caos». (Esiodo)
«All’inizio vi
era Quello, fatto di tenebre, indistinto, senza caratteristiche, inconoscibile
e come totalmente assopito». (Lao-zi)
…Nella maggior parte dei casi stiamo per ora cercando
di fronteggiare le condizioni della emergente società del XXI secolo con le
forme di comportamento del sistema industriale del XX secolo. Perciò il fulcro
della nostra attenzione dev’essere la diminuzione del carico imposto
all’ambiente favorevole alla vita.
Come ha detto Einstein, non
possiamo raggiungere la prossima tappa della nostra evoluzione collettiva senza
dare origine a un nuovo modo di sentire e di agire.
La sfida consiste nel promuovere
quindi l’evoluzione della coscienza, visto che non si evolve spontaneamente con
sufficiente rapidità perché abbiamo smarrito la capacità di osservazione
consapevole, la capacità di vivere la vita in atteggiamento meditativo.
Infatti, la dimensione interiore della trasformazione attuale è rimasta
indietro rispetto a quella esteriore. Dobbiamo riscoprire la nostra umanità, la
nostra identità e il nostro ruolo.
Evolvere la conoscenza e l’intuito
può dare origine, secondo Laszlo, a modi di vivere e di agire efficienti e
responsabili e questo è l’immane compito dei nostri tempi: aiutare la nostra e
la futura generazione a dare alla luce un nuovo modo di pensare, di sentire, di
percepire. E’ per questo motivo che, tornando al vuoto e al silenzio, ci si
ritrova nella coscienza originaria.
Ma come è avvenuta la
‘fecondazione’ e la successiva ‘rottura della simmetria’?
Come si è potuto, da questo ‘Campo
di Coscienza unitaria’ assolutamente indivisa e immobile, scatenarsi un così
drammatico processo di creazione fisica che ha portato alla formazione del
nostro Cosmo, in cui, per ora, sono state osservate circa cento miliardi di
galassie, ognuna delle quali è formata da circa cento miliardi di stelle?
L’evento più significativo dal punto
di vista cibernetico è proprio la transizione di fase dal ‘Campo di Coscienza
unitaria’, che immediatamente precedette e provocò la ‘singolarity’,
all’esplosione del Big Bang e alla sua successiva frammentazione.
All’inizio era il nulla, e il nulla
non aveva nome. Di là emanò lo Shen che produsse l’Uno, l’Uno fu e, senza che
avesse ancora una forma materiale, generò la potenzialità del Due, la
possibilità della vita. Quando Yin-Yang si concretizzò, sorse la possibilità
del Tre, dell’Uno che contiene il Due e che, nello stesso tempo, dà forma alle
cose. Dal Tre nacquero gli esseri: è ciò che viene chiamata la sua Virtù (Te).
«In ciò che non
aveva forma si ebbe una distribuzione, alla quale seguì un movimento perpetuo,
che ha nome Destino; nel corso delle sue trasformazioni sono nati gli esseri».
(Zhuang-zi)
«Il Cielo e la
Terra e le Diecimila Creature sono generate dall’Essere. L’Essere è generato
dal Non Essere». (Lao-zi)
La Creazione è perciò il processo
d’infinita divisione-moltiplicazione delle parti all’interno dell’Unità stessa
che crea differenze e quindi moltiplica le informazioni. Maggiore è la
divisione delle parti, maggiore è la moltiplicazione delle informazioni e la
possibilità che l’esistenza ha di conoscere se stessa. L’Infinita Unità di
Luce-Coscienza si frammenta in infinite unità di luce: dal Big Bang emergono
infiniti fotoni e particelle subatomiche, quanti di luce-energia. L’Uno si è
frammentato in infinite parti, si è diviso in infinite dimensioni e tuttavia
l’Uno rimane, come afferma il Tao:
«Questo è il Tutto, quello è il Tutto. Dal
Tutto emerge il Tutto ed il Tutto ancora rimane»
Tutto ciò che appare diviso in
realtà è profondamente connesso con il sottostante ordine implicato della coscienza. Nella scienza questo principio dell’unità
originaria si trova alla base dell’idea della singolarity, del Big Bang e della Teoria del Campo Unificato, ossia
di un unico principio e di un’unica energia da cui tutto deriva per successive
rotture della simmetria originaria.
«Ogni Unità è un Tutto.
Ogni essere contiene in sé l’intero mondo intelligibile. Il suo Tutto è
dovunque. Ciascuno è il suo Tutto e Tutto è ciascuno». (Plotino)
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