lunedì 25 gennaio 2016

La condivisione dell'amore - Liberamente tratto da uno scritto di Barry Kapke

                                                      Tutto ciò che noi siamo è il risultato
                                                      di tutto ciò che abbiamo compiuto
                                                                        Buddha
                          
I fiori e gli alberi hanno sole e pioggia per aiutare il loro fiorire. Come esseri umani, noi dovremmo avere l’amore che ci aiuta a crescere e ad essere. Se noi erigiamo delle barriere al dare e ricevere amore, noi, nella nostra follia, possiamo inibire tanto noi stessi che quelli che ci amano, dall’esprimere quell’amore. Quando noi viviamo nel vero essere, che è il ‘Sé’, noi realizziamo il nostro potenziale ad amare e ad essere amati. Talvolta noi ci neghiamo l’esperienza di amare, perché temiamo che se riceviamo amore, potremmo essere o diventare indegni di esso e così lo perdiamo…
In questo modo noi neghiamo il nostro proprio essere, cioè il nostro ‘Sé’.
Solamente quando non avremo più bisogno di un Sé centrato sui pensieri ed azioni allora saremo pronti a condividere l’amore con le nostre controparti, aiutandoli a realizzare il loro stesso ‘essere-Sé’, ed aiutando così anche la realizzazione del nostro stesso essere-Sé. 


Nell’atto di condividere amore, ognuno di noi accetta che l’altro abbia gli stessi diritti che abbiamo noi, e così noi non saremo gelosi dei conseguimenti degli altri, ma daremo loro il benvenuto e li condivideremo come frutto dell’amore. Nell’atto di condividere amore, noi non cerchiamo le imperfezioni dell’altro. Noi cerchiamo le nostre stesse imperfezioni e daremo loro il benvenuto, aiutando la nostra controparte a superare anch’essa quelle imperfezioni; così, noi ci aiuteremo l’un l’altro a crescere perché cambieremo la nostra funzione primaria, che non sarà più quella di soddisfare le nostre necessità ma quella di prendere in considerazione le necessità della nostra controparte, dandole così una priorità uguale alla nostra.
In un tale atto di amore condiviso, potremo usare i nostri corpi per creare una bellezza che entrambi si potrà condividere, e così diventarne parte, perché in questo atto non c’è alcun soggetto e nessun oggetto, in quanto entrambi ci faremo uno attraverso l’unione dei due.

Sfortunatamente, non è comune per la società insegnare ciò. Ma questo non significa che noi non si possa fiorire come i fiori, perché se noi viviamo la nostra vita al massimo, completando il nostro essere-Sé, non rifiuteremo ciò che la vita ci presenta, anzi useremo le nostre esperienze per aiutare la nostra maturazione.

Ecco quello che ho visto domenica quando hai fatto il trattamento su Valentina.
Sidrea

La foto è tratta dal libro di Leo Buscaglia "Condividere in Amore"

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