Un uomo
povero che sapeva a mala pena leggere e scrivere, trovò in un libro antico
rinvenuto in una discarica il segreto per tramutare in oro tutto ciò che avesse
voluto: si trattava di un
sassolino, che avrebbe potuto trovare sulle rive del Mar Nero, in tutto e per
tutto identico ad altre migliaia di sassolini, tranne che per un piccolo
particolare.
Mentre
tutti gli altri risultavano freddi al tatto, questo era caldo come se fosse
vivo.
L’uomo
esultò per la fortuna che gli era toccata e considerò il ritrovamento del libro
un segno divino. Si fece fare un prestito e partì alla volta del Mar Nero dove
montò una tenda e si accinse alla faticosa impresa della ricerca della pietra
filosofale.
Il suo metodo di ricerca era questo: sollevava un
sassolino e, se lo sentiva freddo, lo buttava in mare per non correre il
rischio di tastarlo più volte.
Continuò
così per ore, giorni, settimane, mesi, anni: sollevava un sassolino, lo
tastava, se era freddo lo gettava in mare.
Ne sollevava
un altro e così via all’infinito.
Passarono
così vent’anni, ma della pietra neanche l’ombra.
Una sera, esausto dopo un’ennesima giornata di
ricerca, raccolse un sassolino, lo sentì caldo e, per forza d’abitudine, lo
buttò nel Mar Nero.
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