lunedì 28 luglio 2014

Frammento di una lezione di Naturopatia Umanistica® & Shen Training®


Esiste il caso? A questa domanda, che mi è stata posta infinite volte dai miei allievi, proprio non ho una risposta certa. Un sospetto sì, ma una certezza... sarebbe, a dir poco, da parte mia, onnipotenza.
Però l’altro giorno ho preso in mano, dalla collezione di Patrizia (214 copie) 
un ‘Airone’  del dicembre 2002, la rivista edita da Giorgio Mondadori, nel quale si parla, oltre ad altri articoli, anche della medicina tibetana, anzi di una medicina che anche in Tibet sta scomparendo in quanto è applicata in modo assolutamente personale da ogni medico. Purtroppo (o fortunatamente?),  anche in Tibet sta avanzando al medicina moderna basata su concetti di sintesi e non su una fitoterapia reale (cioè con le erbe raccolte realmente ed essiccate in modo tradizionale).
L’articolo parla di uno di questi ultimi medici botanici di nome Dawa che vive nel villaggio Litang, a 4.000 metri di altezza e situato ai confini della provincia cinese di Sichuan.
Dice il dott. Dawa:
«Secondo la medicina tibetana tutte le malattie sono psicosomatiche perché derivano da uno squilibrio emotivo più o meno manifesto. I tibetani identificano come cause primarie dei malanni le tre emozioni conflittuali fondamentali, chiamate anche “Tre veleni”: attaccamento, avversione e confusione, raffigurati nei Quattro Tantra (il testo fondamentale della medicina tibetana, che risale probabilmente al XII secolo dopo Cristo). Queste emozioni fanno sì che spesso ci si comporti e ci si nutra in modo poco adeguato alla propria costituzione psicofisica, cosa che scatena la malattia. La diagnosi si basa su ciò che si vede», aggiunge il medico, «sul comportamento, sulla dieta seguita dal paziente e sulla palpazione di entrambi i polsi (un metodo derivato dalla medicina cinese) che permette di individuare lo stato degli organi interni e di auscultare il punto della durata della vita. L’importante è che il dottore veda sempre il paziente come una sola unità psicofisica e abbia un atteggiamento di viva sollecitudine verso tutti gli esseri viventi».
Questo articolo conferma ulteriormente, nel caso che ce ne fosse ancora bisogno, la validità della nostra Naturopatia Umanistica® basata sulle eccezionali intuizioni psicofisiche di Alexander Lowen e sull’approccio allo squilibrio fisico della millenaria Filosofia della Medicina tradizionale Cinese e, soprattutto, sulla necessità di un equilibrato stile di vita, l’immenso insegnamento che ci deriva dal Tao e che impregnava tutto il concetto di medicina della Cina antica.
Ecco perché la Scuola Kairos s.r.l. di Parma ha chiamato il suo insegnamento Naturopatia Umanistica® & Shen Training®. Ma è soprattutto nella parte Shen che si può trovare un’identità fra il nostro insegnamento e l’insegnamento della Medicina Tibetana: i ‘Tre Veleni’, cioè l’attaccamento, l’opposizione e la confusione (quest’ultima generatrice dell’eterna lamentela).
Queste tre fondamentali cause del malessere esistenziale che fanno parte ormai endemica del mondo occidentale (purtroppo oggi anche del mondo orientale) si possono risolvere veramente alla radice operando una sintesi armoniosa e armonica fra la bioenergetica occidentale e l’energetica orientale per mezzo di quello che noi consideriamo il nostro fiore all’occhiello: il ‘Tocco Shen’, meraviglioso strumento di crescita personale e professionale.
Dice un testo cinese antico: «Il medico, prima di intervenire, deve regolare il suo Shen». Questo significa che il paziente non è altro da noi ma una persona con la quale noi dobbiamo rapportarci in modo assolutamente empatico, corpo-mente-Spirito.

Immagine tratta dal ‘Ben Cao’ dell’Imperatore Xiao Zong


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