L’arresto
del soffio vitale
nel
far circolare la luce
di
forza del seme s’avvale
l’embrione
celeste produce
L’Alchimia spirituale cinese è un sistema
di tecniche mistiche e spirituali più che operative. Infatti essa, più che
della trasmutazione dei metalli in oro, si occupa quasi esclusivamente della
ricerca dell’Elisir dell’immortalità, onde poter trasformare l’essere
dell’alchimista in sostanza eterea e realizzare l’unità nel Sè. In questo essa
è consona con uno dei principali interessi della tradizione cinese, il
prolungamento della vita e la ricerca dell’immortalità.
Esiste anche nell’Alchimia
taoista una dimensione operativa ed empirica (Alchimia esteriore, che fa uso di
sostanze materiali) ma essa si colloca in secondo piano rispetto all’Alchimia
interiore, che utilizza le “essenze” delle sostanze, e col tempo si fa sempre
più spirituale. Poiché i processi alchemici si svolgono nel corpo dell’adepto,
la trasmutazione corrisponde al perfezionamento e
alla realizzazione dell’uomo. Secondo la filosofia taoista, tutto ciò che
esiste partecipa della natura dei due principi fondamentali, yin e yang,
combinati in varia misura in tutte le sostanze. A poco a poco, lo yang è stato
identificato col Dao. Il Dao è un temine assai vago, e difficile a rendersi.
Significa “via, strada, principio, metodo, dire…”, ma conviene lasciarlo non
tradotto, tanto più che dagli stessi filosofi taoisti – perché il Taoismo è una
filosofia – lo ritengono indefinibile. Dargli un nome infatti presupporrebbe assegnargli un posto in questo mondo gerarchicizzato,
mentre esso è per sua natura al di fuori di ogni categoria, incommensurabile,
infinito, immenso. Esso è il principio trascendente e immanente dell’universo,
anteriore alla creazione di questo, presente dovunque sotto molteplici aspetti,
secondo un processo spontaneo di continuo ritorno alle origini. Tutto deriva
dal Dao e tutto ritorna ad esso; la vita e la morte si alternano in un
movimento ciclico per cui il non-essere diventa essere per poi tornare
non-essere. Il saggio si adegua al ciclo universale dell’essere e del non
essere, conformandosi al suo ritmo senza contrastarlo o interferire. Questo permette all’individuo,
sintonizzando i suoi ritmi vitali con quelli universali, di preservare e
prolungare la vita, evitando le offese ed il logorio del tempo e delle
malattie. Per questo il Dao è la via della vita e della virtù, nel senso del
potere, dell’azione, dell’ottenere. Pertanto, più una
sostanza contiene yang, più è pura, luminosa, nobile, incorruttibile, assoluta.
La trasmutazione si compie diminuendo lo yin e accrescendo lo yang.
L’adepto ricerca l’unione del principio yin e del principio
yang che avviene nei “campi del cinabro”, localizzati nel basso ventre. Attraverso delle tecniche di respirazione abbinate a dei movimenti di contrazione e
di espansione dell’addome e alla pratica della meditazione si ottiene la
“circolazione della luce”, con la quale il calore del fuoco interno sublima
l’essenza seminale. Questa si trasforma così in “soffio” ascendente Qi,
vivificante, e diviene la più limpida e assoluta delle energie, lo Shen, che
partecipa al Dao come anima stessa dell’universo. Attraverso sempre nuove distillazioni di essenza vitale
l’adepto ritorna a uno stato energetico prenatale, produce l’unione del Drago e della Tigre, delle forze yin e yang che sono all’origine della vita, e si
fonde, ringiovanito nell’organismo, con l’Universo. Coloro che riescono ad
ultimare questo processo chiamato del “custodire l’Uno”, cioè preservare le
proprie energie vitali intatte, divengono immortali, veri padroni del
tempo.
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