Ho sentito spesso il Maestro Gaku Homma, il mio
Maesto di Aikido, parlare del suono, ma senza mai capirne veramente l’essenza.
Durante la mia permanenza nel suo Dojo, usava spesso
fare un esempio:
“Entrando in un negozio e volendo comprare una
campana, quale comprereste?” domandava come se questo quesito fosse un
argomento molto serio. E continuava dicendo:
“Certo che non è semplice come decisione. In realtà
se si compra una campana, si compra per il suono che riesce a emettere, ma
sullo scaffale è in forma di oggetto. Compriamo sì una campana, ma in realtà
compriamo qualcosa d’invisibile”.
Capivo che dietro queste parole ci doveva essere
qualcosa di nascosto, ma non avevo mai afferrato quanto profondo potesse essere
questo esempio.
E’ stato durante il Tutoring con Pino del 9 Dicembre,
che durante la sua lezione, nell’ascoltare le sue parole mi sono trovato
avvolto da una sensazione mai sperimentata.
Non è la prima volta che mi emoziono nel sentire una
lezione di Pino.,Ma a dire il vero, quello trattato non era un
argomento che in sé poteva suscitare una reale commozione, anzi era per il più
tecnico.,Mi sentivo, in effetti un po’ “strano”, mi scendevano
le lacrime sentendo parlare di onde celebrali, e non volevo sembrare
“esagerato” in questa mia esternazione. Ho anche provato a trattenermi, ma era
più forte di ogni controllo, e anche se sono sempre stato molto bravo nel
nascondere un’emozione, adesso mi sta diventando sempre più difficile, e sapevo
che non sarebbe scappata agli occhi attenti di Pino, (anche se non si
soffermava nel guardarmi per non mettermi in imbarazzo e lasciarmi vivere
quello che stavo provando).
Quello che in realtà avvertivo, o penso di avere
avvertito, era la vibrazione che mi avvolgeva in ogni direzione. Una sensazione
tanto presente da poter essere toccata. Non sentivo diversità con i compagni, nonostante
fossi sicuramente quello con meno esperienza, non c’era differenza.
Nonostante, in quel tipo di situazioni mi capita di
chiedermi se sarò in grado di stare al passo con il gruppo, in quel momento non
c’erano più domande.
Nessuna domanda perché non sentivo distinzioni, ed
era così piacevole, che quelle lacrime di gioia non potevano essere contenute.
Eleonora Luzi - Esibizione con il cerchio luminoso
Non capivo cosa fosse, ma quando Pino ha fatto
l’esempio dei diversi pendoli in movimento, che se messi vicini si armonizzano
in modo naturale a uno di loro, stavo capendo che in realtà non avevo le
allucinazioni, ma noi come esseri viventi e come Gruppo, ci stavamo
armonizzando a Lui o meglio, grazie all’esserci prima armonizzati con Pino,
potevamo avere tutti la medesima “oscillazione”, e questo mi faceva provare uno
stato di armonia, serenità e protezione.
E’ quindi questo che si prova a sentirsi parte di un
Gruppo?
Un’altra cosa, mi fa credere che questa mia versione
possa essere tendente al vero:
Sul finire della lezione Pino ha detto che nella sua
voce non aveva “messo tanto Shen”.
L’emozione provata non era allora per quello, o per
lo meno, non era solo quello il motivo.
Adesso mi chiedo una cosa… la decisione di fare
quella lezione nell’aula più piccola di Ego Center, è stata casuale o forse no?
Io non ho la risposta ma una cosa è sicura, Pino ci ha dato la possibilità di
armonizzarci a lui, dopotutto anche i pendoli devono essere vicini perché si
possano tra loro influenzare.
Allora cosa c’entra la storia delle campane del M.
Homma, con i pendoli che si armonizzano?
Questa relazione in verità mi è venuta in mente al
risveglio di lunedì, dopo aver trascorso l’intero week end in Ego Center.
Cosa in realtà armonizza i pendoli, e perché uno sia
scelto come guida dagli altri, io non lo riesco a capire con la logica, certo si
crea una sorta di Campo, e questo riesce a influenzare i pendoli vicini; ma
perché?
A me, il perché non è che interessi veramente, trovo
molto più interessante sentire che si possono provare delle emozioni così belle,
e magari cercare di capire da dove nascono, per imparare sempre più ad
accettarle e accoglierle. E’ così che, senza pensarci mi è venuto questo
raffronto:
Si dice che il suono delle campane non sia come la
nota di uno strumento, ma una frequenza. Che strano, compriamo un oggetto per quello che in
realtà non possiamo nemmeno vedere, e se proviamo a suonarlo, non emette in
effetti, nemmeno delle note.
Mi sorge una domanda: “Quanto, in effetti, assomigliamo
a quest’oggetto?”
Se stiamo in silenzio, non sembriamo anche noi un po’
tutti uguali?
Se un extra-terrestre arrivasse sulla Terra, senza
preconcetti di bello e brutto, di bianco e di nero, non sembreremmo anche noi
tutti uguali ai suoi occhi? Due orecchie due braccia, due gambe, un naso… cosa
gli farebbe capire, che ognuno di noi è un Mondo Unico?
Forse, proprio grazie ad una frequenza, magari non
udibile all’orecchio, ma ai nostri organi sì.
Questo mi aiuterebbe a spiegare tante cose:
Di come sia importante il silenzio per ascoltarci
veramente,
di come sia ovvio che un’altra persona possa
influenzarci,
di cosa voglia dire essere un Gruppo,
di quanto sia emozionante poter sentire lo Shen trasmesso
con la voce!
Siamo in risonanza con tutto ciò che ci circonda e
questo è meraviglioso.
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