Mi ricordo il primo giorno che arrivai all'Ego Center,
non sapevo nulla, di cosa fosse, perché ero lì, a quale scopo, non conoscevo
nulla della scuola, ero solo tanto curiosa, dopo una breve conversazione
avvenuta qualche giorno prima con un'amica che frequentava la scolastica da tre
anni; per di più da questa conversazione non avevo capito molto.
Eppure
qualcosa di potente mi ci aveva portata, quasi spinta, ero lì davanti alla
porta, pronta ad entrare. Quella porta è stata una delle porte più belle che mi
sia mai capitata di aprire.
Nella sala le persone mi sorridevano, era diverso
quel posto, per la prima volta ho sentito che potevo sorridere anch'io davanti
a degli sconosciuti, senza avere paura, di solito sorridevo solo quando entravo
nelle case di persone conosciute, mi avevano insegnato a sorridere davanti ai
clienti, per buon costume, ma tutte le volte che mi scappava un sorriso per
strada sentivo che dovevo ricacciarmelo dentro, lì no.
Poco dopo arrivò Pino,
non sapevo chi fosse, mi ricordo perfettamente che si avvicinò a me, mi mise
una mano sulla spalla e mi salutò in modo amico chiedendomi se già ci
conoscevamo. Sembrava tutto così strano, mi pareva di conoscerlo da tantissimo
tempo eppure non lo avevo mai visto, per cui risposi di no; ma lui mi spiazzò
dicendomi che gli sembrava di avermi già conosciuta, come se avesse colto i
miei pensieri. Si era creata una piccola connessione e in quel momento avevo
capito quanto la mia mente escludeva dal dire quello che sentivo, mentre lui
aveva sentito la stessa cosa e lo aveva espresso in totale libertà.
Dopo i primi weekend passati a scuola,
avevo nella testa un mischione di informazioni di cui non capivo il senso e il
significato, non riuscivo ad apprendere anche se nella scuola normale sono
sempre stata abbastanza brava. Per cui decisi di ascoltare e basta senza
cercare di sforzarmi a capire con la mente, piano piano le cose cominciarono a
prendere una forma, cominciai a comprendere. Dopo le lezioni alcune parole mi
rimbombavano nel corpo come dei tuoni per i giorni, le settimane, i mesi
successivi. Una di queste parole era "fermezza d'animo", non capivo
perché, ma sapevo che era inutile sforzarsi di capire, la risposta arrivò col
tempo.
Avevo bisogno di cercare, di scoprire e di costruire la mia fermezza
d'animo solo così potevo proteggermi e vivermi appieno ogni emozione.
Con il
passare del tempo salirono in superficie delle paure, nel corpo riuscii a
percepirli come blocchi muscolari che fino ad allora non avevo fatto caso,
stavo diventando più sensibile. Ogni lezione, ogni massaggio, ogni
condivisione, nei mesi a seguire diventava una fonte di arricchimento, di
conoscenza verso il mio corpo e di consapevolezza.
Oggi oltre a sentire questo in me, lo
percepisco anche negli altri, è come se la gioia di ogni blocco sciolto piccolo
che sia si ripercuotesse anche nella mia vita e nelle persone che mi stanno
accanto. Ho capito che non esiste una definizione per chiarire al di fuori di
me chi io sia, ma semplicemente sono, ho abbandonato molte illusioni che mi ero
costruita per identificarmi. Io non sono Eleonora, è solo un nome, non sono un
insegnante è solo un mestiere, non sono una donna è solo un genere...ho sciolto
alcune mie false credenze, non dico che sia facile, ma ci sono riuscita.
Nel
mio lavoro da atleta sportiva il percorso personale, la scolastica e i massaggi
mi hanno portato risultati sorprendenti. Il mio corpo è diventato molto più
flessibile, elastico, le mie performance sono migliorate, il rapporto con le
mie allieve è diventato più bello, sono aumentate di numero e ognuna di loro ha
qualcosa da insegnarmi, così anche il mio ruolo da insegnante si è trasformato,
è diventato uno scambio reciproco, mi accorgo di essere più in ascolto.
Questa
esperienza mi sta portando a una consapevolezza più ampia slegata da
preconcetti, giudizi, credenze limitanti e illusioni. Il mio strumento è il mio
corpo ed è da qui che sono partita...
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