lunedì 9 maggio 2016

Noi e le scolastiche americane - Post di Ornella Bertuglia

Dopo l'11aprile 2016...

Oggi il cielo è così blu che non può che parlare di infinito... la terra è così verde dai colori così accesi di una primavera che è un'esplosione della natura e della vita.
Dopo la tempesta tutto si rischiara e i contorni diventano più nitidi e i miei occhi brillano con la grandezza della VITA e questo grazie a quanto ho vissuto. Il mio pensiero è ancora là a quella lunga e intensa esperienza in cui vite e mondi differenti si sono mescolati attraverso un messaggio universale che ci unisce in un tocco.
La "bellezza" che ho potuto sentire sulla mia pelle e nel profondo dell'anima mi hanno fatto vedere ogni cosa, ogni persona, ogni situazione in modo così diversi che qualcosa dentro di me è cambiata per sempre. La vibrazione di ogni singola parola arrivava al corpo espandendosi ovunque... I miei occhi hanno preso il colore del cielo pervasi dalla melodia che le parole di Pino prima e delle sue mani poi, esprimevano su di me.
Come il Theremin che ci ha mostrato anche le parole suonavano una vibrante melodia che toccava le corde del cuore. Le parole infatti emettono un suono che ha una vibrazione e questa vibrazione risuona in chi le ascolta e quel giorno in tutti noi presenti era percepibile l'emozione che arrivava come un'ondata saturando l'aula ed espandendosi oltre.
Mai come in quell'occasione mi sono sentita presa per mano e compresa nei miei silenzi.
Mi sono trovata negli ultimi anni tante volte in mezzo al mare in tempesta e venivo trasportata dalle correnti cercando di rimanere a galla ma non vedevo mai la terra. Ora so che quella terra esiste che anche quando il mare è in burrasca il vento mi sospingerà verso la riva laddove l'acqua e la sabbia si fondono in un tutt'uno per tornare ad essere poi distinti con la risacca.
Io ho avuto questa meravigliosa possibilità nella vita e vorrei potere trasmettere così come è stata data a me, a chi come me ha sempre ricercato faticosamente la propria terra, la possibilità di trovare "la sua terra ".


Mi sono sempre sentita fuori da ogni contesto, mai compresa, spettatrice nei gruppi, come se stessi sempre alla finestra a guardare con momenti di profondo dolore (solo pochissime persone colgono e vedono  questo).
Ma mai come in quest'occasione la delicatezza nel comprendermi nei miei silenzi e insicurezze, nel mio ESSERE, mi hanno fatto sentire e vedere nella mia bellezza, quella che poi ciascuno di noi ha dentro di  sé, un Amore così universale che mi ha attraversato ed è arrivato ai cuori delle persone pronte ad accogliere questo messaggio e so che questo sarà sempre così d'ora in poi.
La melodia che Pino ha suonato sul mio corpo era dolcissima colma di una gioia traboccante di intensità mai provata, di emozione e di bellezza e in ogni angolo di dolore nascosto soffiava quella brezza leggera piena di amore. Come posso non provare una gratitudine infinita a chi mi ha permesso di guardarmi con gli occhi di chi si ama e innamorarmi finalmente di me?
Riporto la bellissima prosa letta da Wassim:
"Mi chiedete come sia diventato folle. Accadde così: un giorno, prima che molti dei fossero generati, mi svegliai da un profondo sonno e scoprii che tutte le mie maschere erano state rubate - le sette maschere che in sette vite avevo forgiato e indossato - allora, senza maschera, corsi per le vie affollate gridando: 'Ladri, ladri, maledetti ladri!'. Uomini e donne ridevano di me, e alcuni corsero a rinchiudersi nelle loro case, impauriti.
Quando giunsi nella piazza del mercato, un giovane gridò dal tetto di una casa: 'È folle!'. Volsi lo sguardo in alto per guardarlo; per la prima volta il sole mi baciò il volto scoperto, per la prima volta il sole baciò il mio volto nudo, e la mia anima avvampò d'amore per il sole, e non desiderai più le mie maschere. Come ipnotizzato gridai: 'Benedetti, benedetti siano i ladri che rubarono le mie maschere'. Così diventai folle. E nella follia ho trovato libertà e sicurezza: la libertà di essere solo e la sicurezza di non essere compreso, giacché coloro che ci comprendono ci rendono in qualche modo schiavi. Ma non vorrò essere troppo fiero di questa mia sicurezza. Persino un ladro in galera è al sicuro da un altro ladro."
Kahlil Gibran

E adesso davanti ai miei occhi un’incomparabile bellezza prende ampio spazio e il respiro si fa più profondo, il mio cuore è aperto ad accogliere l'immensità e la vastità delle diverse forme di vita... forse anch'io sono diventata folle...
Con immensa gratitudine per il mio Maestro e Operatore... Pino!
Ornella


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