Lo Shen, pur essendo
Uno, si esprime nei Cinque Organi.
A custodire lo Shen è il Cuore, Imperatore ed emblema
dell’Uno originale che riunisce in armonia il corpo intero, ma tale unità si
articola attraverso la specificità di ciascuno dei Cinque Organi: il Cuore
tesaurizza gli Spiriti Shen, il polmone conserva i Po, il fegato gli Hun, la
milza il proposito Yi, il rene il volere Zhi.
Ogni istanza
rappresenta, ed è correlata, a un organo, a una specifica qualità di energia e
movimento, a una sfumatura dell’essere che è al tempo stesso pensiero, azione
ed emozione. In tal senso lo Shen è uno,
ma condensa in sé le altre istanze correlate ai Cinque Organi e le governa
come un unicum, similmente all’esercito imperiale che era uno. ma composto da
guerrieri provenienti da diverse regioni o Stati dell’antica Cina, retti
ciascuno dal proprio governatore, duca o re. Con l’imporsi della teoria dei
Cinque Elementi, lo sguardo venne spostato sui singoli organi, potenze vitali che si esprimono però in
funzione del Cuore, dunque di un volere unico. Ogni organo ha il suo
proprio volere, la sua natura, la sua tendenza e interagisce con le cose della
vita presentando poi al Cuore la propria elaborazione, frutto delle proprie
caratteristiche e dell’attività funzionale che lo contraddistingue. Il Cuore alla fine tutto riceve e valuta:
ciò che accoglie troverà dimora in esso, costituirà il suo Shen e imprimerà una
direzione alla vita intera.
- All’interno dei
Cinque Elementi, alla Milza si associano
Yi e Si, il proposito e il pensiero che da esso scaturisce. La Milza
produce un vapore che, estratto dai cibi, sale a nutrire il Cuore dove viene
trasformato in sangue. E’ attraverso il sangue che la Milza presenta al Cuore
tutto ciò che ha estratto dalla memoria, dai ricordi, dalla sua cosciente
elaborazione dei pensieri. E’ possibile dire che Yi è lo Shen della milza.
- Al Rene è affidato lo Zhi,
determinazione e persistenza dell’intenzione che ben si adatta alle sue qualità
di solidità e tesaurizzazione. La prima determinazione di ogni vita è il voler
vivere, attributo dello Zhi che si associa spontaneamente al Rene, organo in
cui è preservato il Jing, da cui prendono forma ogni cosa e ogni energia,
potenzialità di cambiamento e trasformazione, proprietà che ancora una volta lo
accomunano al volere. Per tali motivi, Zhi
è lo Shen del Rene.
- Il Fegato è correlato agli Hun, la cui
naturale e intensa caratteristica diffusiva ben si associa alla funzione di
quest’organo che ama la dispersione. La tendenza dello Hun ad elevarsi trova
corrispondenza nel decorso del meridiano di Fegato, che dal basso va verso
l’alto sino a raggiungere VG 20, Bai Hui, il punto più elevato del corpo dove
convoglia lo Yang dell’organismo. Il Fegato è un organo legato al Qi e allo
Yang e per mantenere il suo equilibrio funzionale ha bisogno di essere riempito
da una grande quantità di sangue: di questo si giovano gli Hun che, immateriali
e dotati di una spinta diffusiva che potrebbe portarli lontani dal corpo,
trovano alloggiamento proprio nel sangue di fegato che dona loro radicamento e
stabilità. L’identità tra Hun e Fegato sarà tale da attribuire all’organo le
capacità proprie degli Hun come immaginazione, fantasia, intuizione, ecc. Gli Hun rappresentano dunque lo Shen del
Fegato.
- Il Polmone, legato funzionalmente ai
liquidi e alla discesa, è associato ai Po,
spiriti che con l’organo condividono relazioni e tendenze. Il Polmone è un
organo vuoto, capace per questo di ricevere aria e Qi: tale condizione serve ai
Po che, legati alla materia, si giovano del rapporto con il Qi per contrastare
la loro tendenza ad infossarsi. Al Polmone saranno attribuite le funzioni
proprie dei Po, tra cui il mantenimento della vita istintiva che avviene
attraverso la respirazione e la circolazione (il Polmone aiuta il Cuore nel far
circolare il sangue). Per questo i Po
sono lo Shen del Polmone.
- Al Cuore viene correlato lo Shen in sé.
Insieme, Cuore e Shen governano il corpo e ne indirizzano il Qi, convogliano
cioè energia e risorse dell’organismo al servizio del volere del Cuore,
qualunque esso sia. L’uomo è formato dall’incontro delle energie di Cielo e
Terra: dall’uno riceve gli Spiriti Shen, dall’altra le essenze Jing. E’ la luce
degli spiriti, Shenming, che consentirà all’uomo l’elaborazione di
un’intelligenza e uno sviluppo spirituale altrimenti non possibili ad altre
creature che possiedono un diverso Jingshen. Se l’uomo saprà seguire questa luce interiore potrà compiere il proprio
naturale destino, Ming, divenire egli stesso uno Spirito.
E’ su tali elementi
che poggia la teoria taoista dell’immortalità, che verrà coincidendo sempre più
con questa identificazione dell’uomo con il suo essere spirito. Il cammino dell’uomo consiste dunque
nell’abbandonare passioni e desideri, nel non nutrire il proprio egoismo che a
poco a poco si sgretolerà e svanirà per lasciare posto, in questo cammino di
identificazione con il principio stesso della vita, a una progressiva
purificazione sino ad ottenere un corpo di luce.
Pertanto, secondo i
taoisti, occorre semplicemente fare il vuoto, “non fare”, “wu-wei”, per aprire dentro di sé uno spazio dove tali
Spiriti possano lavorare ed esistere pienamente, in modo da dirigere
ordinatamente i flussi di Qi e sangue nel corpo, così come dirigono la natura.
L’immortalità dello spirito diventa così al tempo stesso
benessere e longevità del corpo, poiché durante la vita fisica dell’uomo corpo
e spirito prosperano e convivono. Per i taoisti era però necessario procedere
liberandosi da passioni e desideri, poiché lo Shen della persona è
sostanzialmente definito da ciò che è presente nel suo Cuore e dunque anche da
ciò che responsabilmente vi si pone all'interno. Shen è dunque in definitiva ciò che abita il Cuore dell’uomo, che è al
tempo stesso la luce interiore proveniente dagli Spiriti del Cielo, ma anche
ciò che l’uomo sceglie di porre nel suo Cuore durante la vita. Ognuno può
assecondare gli Spiriti Originali del Cielo o contrastarli, ma questo avrà inevitabilmente
conseguenze sulla sua salute e sul suo destino.