Già abbiamo visto come nel Daodejing si proponesse un modo
contemplativo volto verso l'interno al fine di raggiungere uno stato di quiete
interiore.
In seguito si svilupparono metodi di concentrazione più complessi,
alcuni dei quali basati sul concetto dei tre centri presenti all'interno
dell'uomo.
Un
termine a cui si ricorre solitamente per esprimere l'idea di concentrazione
interiore è ning, che letteralmente
significa 'solidificare', 'consolidare'.
La meditazione taoista si basa sull'assunto
che in noi è presente un principio di vita spirituale che va coltivato se si
desidera raggiungere l'immortalità.
Per molto tempo alcuni taoisti ritennero di
poter conseguire quella che potremmo chiamare immortalità fisica, ma dopo una
lunga ricerca conclusero che non era possibile.
Tra loro nacque un movimento che
proponeva, per conseguire l'immortalità, di sviluppare la vita spirituale
nutrendo lo Spirito (Shen). Di conseguenza i suoi
fautori svilupparono un sistema complesso di concentrazione fondato su una ben
precisa idea della struttura interiore dell'essere umano.
Nel Canone
della Corte Gialla troviamo riferimenti alla dottrina dei tre centri
interiori. Secondo questo testo il microcosmo ha tre luoghi in cui radunare gli
Spiriti: il niwan, sito nel cervello, il jianggong, sito nel Palazzo Rosso del Cuore, e il dantian
o Campo di Cinabro sito nel ventre. Questi tre centri sono luoghi di raduno
dei vari spiriti macrocosmici corrispondenti alle tre partizioni cosmologiche
del macrocosmo: il cielo, la terra e il sottosuolo acquoso.
Una volta
purificati, essi contengono i tre principi della vita: il respiro primordiale (yuanqi)
posto nel cervello o niwan, lo spirito (Shen) contenuto nel Cuore
o jianggong, e l'essenza vitale (jing) contenuta nell'addome o dantian.
Continua
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