Essendo una creatura sensibile ed esperta del mondo magico, sentì che la sua scia di luce stava toccando qualcosa di diverso da un sasso. Si soffermò a cantargli una ninna nanna, pensando che il cucciolo di drago stesse dormendo nel suo guscio. Ma l’udito dei draghi, si sà, essendo situato nel cuore, è sempre acceso. Quando quel drago nascerà, sarà suo amico. Perché quando era piccolo e solo, nel buio del guscio, lei gli ha cantato la luce e disegnato un cuore sull’uovo incantato. Lei non sarà mai troppo piccola per lo sguardo del drago che ha accudito. E lui non sarà mai troppo grande per lei".
L’altro giorno, rileggendo questa antica storia cinese, mi è venuto in mente l’inizio del libro di Patrizia Vetri “La mano nella mano” e ho pensato che potesse essere interessante condividerlo con i lettori del mio blog. Se sostituiamo la chiocciolina con la mamma e il drago con il futuro nascituro, ci renderemo conto come una gravidanza voluta e desiderata sia importante per il futuro della nuova vita.
«Quando avviene il concepimento, le enormi energie potenziali contenute nell’ovulo e nello spermatozoo si fondono per “concretizzarsi” nell’embrione. Esso costituisce una “bomba energetica” poiché contiene tutte le potenzialità per realizzare un essere umano completo e unico. Nove mesi saranno necessari per “fabbricare” un individuo appena abbozzato, che deve a lungo darsi da fare per diventare adulto... Subito dopo il parto, il suo corpo è abbastanza completo, la mente inizia a formarsi attraverso le connessioni neuronali che si saldano di attimo in attimo, mentre lo spirito, pur presente in grande quantità, è sopito e disperso e ha bisogno di essere risvegliato e portato alla consapevolezza attraverso l’educazione e l’amore. Per “essere” il nuovo nato ha bisogno dell’aiuto giusto degli adulti... Il fatto strano è che la mente, per svilupparsi, ha bisogno di eventi osservati o vissuti, buoni o cattivi che siano, non importa se dolorosi o piacevoli. Solo il nulla, la mancanza di eventi, la può annullare. Invece lo spirito è completamente diverso. Potete infatti vedere in giro uomini e donne che possiedono un corpo e, se interrogati o osservati nei comportamenti, hanno evidentemente una mente funzionante, ma sono privi di quella che è l’essenza dell’uomo: lo spirito. Ne sono privi perché nessuno ha mai insegnato loro l’indispensabile, cioè ad “essere”, limitandosi invece a nutrire il loro corpo di calorie e la loro mente di eventi. Ad “essere” si può insegnare solo se si desidera farlo consapevolmente e solo attraverso il dono di una parte di sé... Se non c’è dono non c’è niente da accrescere; se non c’è partecipazione attiva di chi riceve, non c’è accrescimento. Ma anche nella partecipazione attiva del ricevente, l’educatore ha una grande responsabilità: deve tenere accesa la fiamma con il continuo fuoco del “suo” spirito, che già dovrebbe ardere dentro di lui. Ecco, credo proprio che questo sia il percorso: l’adulto pianta un seme (di cui ignora la natura pur conoscendone la grande energia), il seme si sviluppa secondo la sua propria natura (quindi un figlio non potrà mai essere “quello che vogliamo noi”), alimentato però ancora una volta dall’energia dello spirito e dall’amore dell’adulto...»
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