mercoledì 10 dicembre 2014

Oltre le parole... meditando di Rita Caprioglio


Brano tratto dal Romanzo: “Nell’eterno, l’amore” di François Cheng

Dao-sheng ricorda allora una vecchia poesia, la preferita del letterato; evoca una scena di separazione tra due amanti, separazione che darà luogo ad un’unione più sublime.
La scena descrive l’uomo  che si allontana su una barca, mentre la donna resta sulla riva. La poesia termina così:
Sul lago il viaggiatore si volta:
La Montagna verde è orlata da una bianca nuvola
In un primo momento si individua facilmente nella montagna verde la donna rimasta sulla riva e nella nuvola bianca l’uomo che si allontana remando. 
Ma una lettura più attenta rivela che in fondo la montagna verde, yang, potrebbe rappresentare l’uomo che sembra gridare da lontano:
“Parto, ma il mio pensiero resta con te!”, mentre la nuvola bianca, yin, potrebbe sembrare la donna che sembra mormorare: “Io resto qui, ma il mio cuore naviga con te”.
Ancora più in profondità ritroviamo in questi versi una verità eterna: la nuvola nasce dalle viscere della montagna, sale al cielo dove si trasforma in pioggia che, ricadendo, rinverdisce la montagna.
In questo movimento circolare la montagna sostiene incessantemente la nuvola e la nuvola sorregge incessantemente la montagna.
C’è tra di loro uno scambio costante, una stretta inestricabile che si rinnova incessantemente, cosa non esprimibile con un linguaggio ordinario.
Non esprimere direttamente i propri sentimenti perché essi non giungerebbero allo stesso modo. Si è ben più loquaci con le immagini. 
Lan-ying, cosa hai voluto esprimere con questo ricamo?
So bene che non è possibile comprendere ogni cosa poichè la scena è viva e continua a vivere. Senza dubbio, sarà meglio accogliere il significato che si rivelerà allo spirito con il passare del tempo. 
Per il momento non vedo altro se non un’orchidea, che rappresenta il tuo nome. Poi c’è il pesce rivolto verso l’orchidea, e tra il fiore e il pesce c’è l’acqua che, allo stesso tempo, li unisce e li separa. 
Si ricongiungeranno mai?
Potranno mai essere un solo corpo?
E il fiore di loto cosa rappresenta?
E’ distante, pieno di grazia, con il suo riflesso nell’acqua trasparente è inaccessibile quanto la luna. E’ il tuo corpo o la tua anima? Cosa rappresenta? Forse vuoi invitare il pesce a volgersi verso questo fiore sull’altra sponda? O forse attraverso questa immagine vuoi evocare il detto buddista “Basta voltarsi per raggiungere l’altra riva?”. Cosa significa veramente questa frase? “Adesso troviamo su questa riva, qual è l’altra riva?”. 
Lan-ying, sono perplesso e confuso
“Quanto vorrei poterti vedere per sentire la tua voce che mi spiega il tuo pensiero; ma so bene che vederci è un dono che ci è stato negato, e che probabilmente se ci incontrassimo non riusciresti a parlarmi chiaramente. Per pudore o per inconsapevolezza. Perché dopotutto, forse neanche tu sai bene cosa significa. Senti che in te ci sono due fiori, l’orchidea e il loto, e tra di loro c’è un pesce che nuota, carico di sogni e di desideri, di nostalgia della trasparenza. Forse non c’è nulla da scegliere, a meno che non sia necessario scegliere. Comunque hai preferito lasciare la situazione aperta a ogni interpretazione. Il tuo linguaggio di donna è così naturale, audace e allo stesso tempo oscuro come l’acqua…”.
L’indomani, in una merceria, Dao-sheng si procura un nastrino che cuce all’estremità superiore del sacchetto per creare un’ansa. Se lo passa intorno al collo e se lo poggia sul petto. Così può sentirne la presenza giorno e notte. Quando ne sente il desiderio, tira fuori dal sacchetto il ricamo. Accarezza a lungo il fine tessuto e le figure in rilievo, altrettanto delicate. Come può non ricordare il fazzoletto di Lan-ying, che ha tenuto con sé durante la carcerazione e perduto nell’evasione?. Lo annusava, lo accarezzava; aveva la sensazione di toccare Lan-ying, di averla vicino a sé, e questo lo aveva salvato dalla solitudine e dalla perdizione. Oggi accarezza il ricamo con la stessa intensa passione.
“E’ proprio la stessa cosa?” si chiede. “Dopo trent’anni non c’è stato alcun cambiamento?”.
“Sì, ma in cosa?” Forse l’impulso è meno violento, l’avidità meno torbida di un tempo. C’è sicuramente maggiore fiducia, dolcezza e pazienza nell’ascoltare l’altro, maggiore interesse e compassione. Certamente c’è l’urgenza di essere veramente degni dell’altro, di lasciarsi trasportare verso qualcosa di elevato, di grande, che assorba anima e corpo; verso una sfera che permetta di abbracciare tutti i fiori, gli uccelli, le stelle. Cosa dire dunque? Quale mistero si nasconde dietro quel ricamo? In che situazione si è messo? Andare incontro a una donna, possederla, è l’atto più semplice che ci sia, almeno questo è ciò che pensava quando era un musicista e frequentava luoghi malfamati; avrebbe mai detto che l’amore sarebbe divenuto una cosa così complicata ed enigmatica, una dolorosa realtà ardente e inebriante?”.
La notte della festa del Doppio Sette, alla terza veglia, seduto sul suo letto Dao-sheng contempla il Bovaro e la Tessitrice che si addentrano nella Via lattea per ritrovarsi. La sua emozione non è meno intensa dell’anno precedente, ma avverte la presenza di una sensazione nuova: si sente un pesce, un pesce vero. E’ certo che nessun ostacolo potrà più impedirgli di nuotare fin dove vuole, fino al luogo dove si trova la sua amata. Sente già la gioia del ricongiungimento nel mese che verrà, alla festa della Luna.

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