Qualche settimana fa, sono andata a raccogliere le noci e
ci sono andata senza una grande aspettativa perché era tardi e come le altre
volte pensavo che altre persone fossero passate a raccoglierle prima di me. Ma
ci sono andata lo stesso con una bella borsa. Erano le 10 del mattino, sotto
una bella luce autunnale e io stavo bene con o senza noci, stavo bene lo
stesso.Arrivata lì senza pretese, ho cominciato con il primo albero sotto il
quale ne ho trovate due o tre. Ero contenta e ho cominciato a ringraziare. Poi
il secondo albero, una o niente. Ero contenta lo stesso, attenta alle mie reazioni,
no ero solo nell’azione, attenta ai miei piedi, all’aria fresca e alla bellezza
della natura. Il terzo albero era in riva al fiume. Mi sono avvicinata con
molto rispetto, sì, ero rispettosa in quell’ambiente, provavo un rispetto riverente,
mi sentivo parte e in comunione con il tutto. Ho guardato attorno all’albero in
riva al fiume, una, due, tre, quattro e poi guardai giù lungo il fiume e sulla
scarpata vidi non solo una di qua o di là, vedi piccoli mucchi di noci qua e là.
Ero felice ma senza golosità, senza voracità e decisi di scenderci. Ero più
attenta al piacere di essere lì che al “guadagno”e sentivo anche una relazione
con tutto quello che mi circondava. Ho cominciato a raccogliere a mani piene
queste noci. La borsa mezza piena, ho ringraziato e sono salita per andare a
vedere gli altri alberi.
Ed ecco dove comincia la mia scoperta, una nuova
esperienza. Con la borsa mezza piena, ero diversa, mi avvicinavo in modo
diverso verso questi alberi, non con il solito bisogno di soddisfare un desiderio,
ma solo con il piacere di fare perché ormai la mia borsa era mezza piena,
andava benissimo così, non ero affamata. Tutto quello che mi capitava di
raccogliere era solo un più. E questo lo riporto alla relazione che ho con la
vita: il lavoro, i soldi non li trovo perché sono quasi sempre senza. Sono
sempre nel bisogno e quindi mi accosto in modo sbagliato ed ecco il nodo da
sciogliere. Trovare il modo di sentirmi appagata, soddisfatta, ricca e grata
per permettere al flusso di scorrere.Ogni albero mi ha regalato l’abbondanza. Di
gioia in gioia, raccoglievo le noci, abbracciavo i tronchi, salutavo e
ringraziavo e come per magia alcuno addirittura me li faceva cadere proprio
quando abbracciavo ringraziando, c’era davvero come una relazione intima tra il
mio sentire e loro. Ho dovuto fermarmi perché ormai la borsa era piena e troppo
pesante da portare!E così, ho fatto l’esperienza dell’abbondanza, grazie a
queste noci, ho fatto l’esperienza che mi chiariva il mio rapporto sbagliato al
mondo e alla vita e mi ha permesso anche di comprendere in modo concreto
l’ultima frase della tavoletta 46 del Tao Te Ching intitolata Diminuire i
desideri : “[…] solo
coloro che conoscono ciò che basta/ Sono sempre soddisfatti”.
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