mercoledì 20 agosto 2014

Trippa e i suoi fratelli di Rita Caprioglio


Vi voglio raccontare una storia.
I protagonisti principali di questa “bella storia” sono dei cani e si potrebbe intitolare più o meno così:
“Un cane, tre cani, sei cani”.
Secondo la numerologia cinese e la sua simbologia legata ai numeri, questa sequenza è pressoché perfetta, non solamente per i singoli numeri di per sé, ma perché la loro somma (10) riconduce all’Uno.
Ma come si giunge da uno a sei cani?
Siamo in estate, un’estate a dire il vero alquanto insolita e anomala dal punto di vista meteorologico, esattamente come quella appena trascorsa.
C’è una persona che un giorno d’estate incontra sul suo cammino una coppia di cani razza segugio, che potrebbero forse essersi persi seguendo la traccia di qualche animale, forse abbandonati, sicuramente con la pelle ricoperta di zecche, qualche taglio e una gran sete.
Chi conosce la persona in questione sa che è vulnerabile al movimento festoso di una coda, due dolci occhi e mezzo metro di orecchie. Quando poi le code sono due, i dolci occhi quattro e, facendo bene i conti, forse più di un metro di orecchie, l’addizione porta al numero 7 che simbolicamente, sempre secondo la numerologia cinese, rappresenta il giovane yang, fattivamente porta la persona a caricare i cani in auto e portarli a casa.
La persona in questione sono io.
Il cane che, suo malgrado, accoglierà i nuovi arrivati è Sunu, il mio cane ufficiale.
I cani risultano essere senza microchip, i collari di entrambi non presentano medagliette o altro che possa far risalire al o ai proprietari; da quanto sono arrugginiti e stretti attorno al loro collo, non fanno presupporre nulla di buono, ma dal Tao ho appreso che non serve sprecare le proprie energie in supposizioni, perché non sono la realtà; mentre posso invece impiegarle iniziando a togliere loro le zecche, operazione che porterò a termine nell’arco di quattro giorni. Decido di tenerli “in stallo” mentre provo in tutti i modi a trovare il proprietario o, se la cosa non andasse a buon fine, un nuovo proprietario.
Come la stragrande maggioranza dei cani da caccia sono di buon carattere, un po’ timidi e quello che mi pare evidente è che siano cani abituati a stare insieme, in quanto almeno inizialmente il cane maschio risulta essere particolarmente protettivo nei confronti della femmina e mi sorveglia quando mi avvicino e  la  tocco.
Nel frattempo Sunu, dando prova di grande generosità nonché di perseveranza e pazienza, tenterà in tutti i modi di convincerli che giocare a rincorrersi e fare la lotta è entusiasmante e dopo una decina di giorni vedrà finalmente i suoi sforzi ricompensati.
E fin qui siamo a tre.
Un giorno, ne sono passati circa 20 dal fatidico incontro, rientrando dal lavoro la sera, un dono mi attende: tre splendidi cuccioli, forse partoriti non più di 3 o 4 ore prima.
La mamma mi guarda e scodinzola, il cane maschio è lì accanto a lei ed io, tutta tremante dalla commozione, le dico che è stata proprio brava.
Dopo poco e nel giorno seguente invio decine di sms per condividere la mia gioia, che va di pari passo con il mio senso di realtà, una realtà fatta di impegno, spese non previste, tempo da dedicare e ricerca di persone responsabili per l’adozione, quando sarà il momento.
In questi giorni i cuccioli stanno per compiere un mese di vita, hanno abbandonato definitivamente l’aspetto da “talpa” che li ha contraddistinti per i primi 15 giorni di vita; quello che invece resta immutato è che, parafrasando una canzone dello Zecchino d’Oro dei miei tempi, tra di loro c’è “il lungo, il largo e il pacioccone”.
Ed eccoci a sei.
Nell’I Jing sei linee chiare formano l’esagramma Khienn, il Creativo e, in effetti, qualcosa di creativo è avvenuto.
E allora, grazie a Brando (nome uscito da un “brain storming”) che fa il “mammo”, a Nina la mamma ufficiale, premurosa ed affettuosa e a Sunu, che “sopporta”.
Vi avevo detto che i protagonisti di questa storia sono dei cani e non mentivo, ma non è del tutto vero.
I co-protagonisti, o meglio coloro senza i quali questa storia non sarebbe altrettanto bella siete Voi, si, Voi. Non farò nomi per via della privacy.
Siete voi quelle persone che hanno pensato in che modo potevano aiutarci e che, soprattutto, non si sono fermate al solo pensiero.
Siete voi, che mi avete portato le crocchette per lo svezzamento dei cuccioli e le crocchette per i cani adulti,
Lei che spesso e volentieri, rientrando la sera dal lavoro, mi ha fatto trovare la zuppa (una signora zuppa!) per la mamma dei cuccioli,
voi che mi avete portato le scatolette,
voi che diffondete i miei appelli,
voi che mi avete dato scatoloni e ceste,
voi che li avete fotografati,
voi che vi prenderete cura di loro, in modo che io possa partecipare al mio stage
voi che…

 Sette cuori Vi ringraziano.

Ps: nel frattempo ho battezzato la cucciolata: “Trippa e i suoi fratelli”.
Indovinate chi è Trippa!


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