sabato 23 agosto 2014

Riflessioni sui 'I Colori dell'anima' di Patrizia Vetri


                                                                                          “... l’Uomo Reale, sebbene abbia in sé il meraviglioso, 
                                                                                          porta benevolmente a compimento i suoi compiti quotidiani...”.
                                                                                    Huainanzi

Un giorno mi capitò di chiedere ad un gruppo di ragazzi sui dieci/dodici anni che cosa pensavano che fosse l’anima. Ne ho avuto le risposte più precise che mi sia mai capitato di sentire:
«E’ la parte migliore di noi»
«E’ il posto dove stanno le emozioni»
«E’ Dio dentro di noi»
Possono esistere definizioni migliori? L’Anima infatti è tutto questo.
Non dovrebbe di conseguenza essere la parte di noi a cui teniamo di più, quella di cui abbiamo maggior cura, quella che coccoliamo e accudiamo quotidianamente con la migliore dedizione?
Purtroppo non è così.
Curiamo il corpo, per meglio dire il corpo esteriore, dedicandogli tempo e denaro. Teniamo in esercizio la mente, ora più che mai, la facciamo lavorare oltre ogni dire, analizzando ogni momento della nostra vita e di quella altrui, come se la passassimo sotto uno scanner.
L’Anima no, rimane una specie di tabù, sconosciuto e misconosciuto. Qualcuno nega persino che essa esista, ma dove hanno sede allora i sentimenti più profondi, il senso di comunione con il mondo intero che ci coglie a volte in certi momenti privilegiati?
C’è un momento che io preferisco durante la giornata, un momento in cui ho visto nascere e morire le persone a me più care. E’ il momento dell’alba, quando la luce si affaccia all’orizzonte e i colori sono ancora mescolati, ma si preparano a dividersi nel rosa del cielo, lo scuro dei profili degli alberi, il giallo del sole. E’ il momento in cui l’Anima si svela come se anch’essa si differenziasse dalle tenebre e io sono lì, a cercare di coglierla.
I colori dell’Anima ci sono donati nel momento della nascita, ma tocca a noi coltivarli, farli brillare, diffonderli intorno a noi. E’ questo il compito più alto che ci è stato dato, indipendentemente dalla religione che pratichiamo o dalla scelta di non praticarne alcuna.
La spiritualità è innata nell’Uomo ed è solo esplorandola che esso può raggiungere uno stato di benessere che null’altro gli può procurare.
Strumenti ne sono il sorriso e l’atteggiamento aperto e sereno. Essi non devono essere la conseguenza, ma la causa della tua felicità.

“Non sorridere solo quando la vita ti arride, 
ma sorridi per far sì che la vita ti arrida”


Venerdì 17 ottobre 2014, ore 21,00 - Pino Ferroni: “I colori dell’anima”        
                                                                          (conferenza gratuita)


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