sabato 31 gennaio 2015

“Dopo un incontro di Alchimia Spirituale” inviato da Domenico Mansi

“Come si fa ad entrare nella Via? Hai sentito le mie parole? Entra da lì”.
Certo che ho sentito. Ho sentito il tuo scorrere e il mio correre.
Lo scorrere nelle tue parole il cui significato ora non ricordo, il pulsare del mio cuore lento, ma sempre più forte e intenso, le orecchie calde e negli occhi una scintilla, e dentro, un po’ più lontano, in profondità, la parola Ming.
Poi la domenica. 
Ancora un volta vederti tra l’opera di una vita e un’opera per la vita, lo sforzo di un messaggio dall’eco eterno. 
Il mio dolce sorridere dentro nel vedere il tuo non stare mai fermo pur restando fermo. Poi a pranzo, il tuo raccontare di come poti le cime per irrobustire e infoltire il centro, il basso e i lati. E del mettere al buio per far fiorire. Risposte a domande che non conoscevo ma che avrei voluto farti da tanto.
Poi di nuovo il lunedì. E di nuovo il tuo scorrere e il mio tenere.
Poi il pianto, rosso, dolce fuoco.  Non riesco a smettere di piangere!
“E’ Tao?”
“Sì. Che corde ti tocca?”
Non lo so.
Ho sentito il tuo scorrere e il mio tenere, uno scorrere dentro di te, nelle tue parole, ma anche dentro di me.
“Io parlo d’amore”
Cosa? Un boato lontano. Poi Rita, l’abbraccio e lo sciogliersi. Poi nuovamente solo. 
Il parcheggio, il cancello. Il silenzio. E il pianto come una cascata.
E poi una eco: "Che corde ti tocca?" Dal pianto, nasce qualcosa. Un fondersi di pianto e riso.
Poi il boato lontano in un lampo diventa un tuono!
Ecco cos’è! Sono felice! E’ amore! Ovvio, semplice! Come ridere. E ridere! E ridere, ridere, ridere...
Il diaframma, il respiro, il tuono in una risata infinita! Una risata che unisce il cielo e la terra e il mio passato a questo momento. Sono a casa. Sono vita che vibra in una risata fragorosa. Poi il progressivo placarsi tra improvvisi sussulti di risata, dolci assestamenti. Poi il sorriso in un lago ancora mosso, ma tiepido e sorridente.
“Tao. Che corde ti ha toccato?”.
Ho sentito lo scorrere. E nello scorrere ho riso! E nel ridere vibrava un grazie che ora sorride e non corre.
Un grazie per quello che scorre.

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