sabato 2 luglio 2016

L'Evoluzione della Coscienza

…Ci sono due mezzi utilizzati dalla Vita, mezzi che caratterizzano tutta l’evoluzione della Vita nell’Universo:
l.  Il primo mezzo è l’unità: la Vita espressa totalmente in uno specifico Organismo.
2. Il secondo mezzo è, paradossalmente, opposto al primo: è la diversità. La Vita tende a creare simultaneamente altri Organismi che ‘funzionano’ su Simboli differenti da quelli utilizzati dall’Organismo affine. E’ ciò che viene chiamato diversità.

Così, io sono un Organismo che dispone, in tutte le particelle che formano il mio corpo, di memorie ‘che funzionano’ su Simboli identici (unità), ma, nel mondo, anche tutti gli altri Organismi dispongono di memorie che funzionano su loro Simboli, creando, verso di me, la diversità.
Unità e diversità sono i due caratteri principali della Vita e l’obiettivo della Vita, di ogni Vita, è l’elevazione della Coscienza (il termine coscienza deriva dal latino Cum-scire - sapere insieme - ed indicava originariamente un determinato stato interiore), è il continuo fluire delle due polarità Yin-Yang da uno stato all’altro.
Anticamente con coscienza si intendeva qualcosa di diverso da ciò che si ritiene oggi nell’ambito psicologico e filosofico. Non tutti gli antichi dividevano l’uomo in mente e corpo. Anzi era molto diffusa l’idea (oggi tornata alla ribalta) che l’uomo avesse tre funzioni relativamente indipendenti chiamate ‘Centro intellettivo’, ‘Centro istintivo’ e ‘Centro Emozionale’, collocate rispettivamente: in una parte dell’encefalo, nella parte terminale della colonna vertebrale e nella zona del plesso solare. Ebbene ‘Coscienza’ indicava quello stato interiore di sintonia tra i tre centri (sapere insieme) che, se raggiunto, permetteva all’uomo di elevare la propria ragione (le Due Terre e il Cuore). La psicologia tradizionale indica con coscienza una funzione generale propria della capacità umana di assimilare la conoscenza. All’inizio vi è consapevolezza, cioè constatazione attiva della nuova conoscenza. Quando a questa segue l’assimilazione definitiva del nuovo come parte integrante del vecchio, si può parlare di coscienza.

La coscienza è stata raffigurata da sempre come luce e simboleggia l’archetipo di ogni spiritualità.
«All’inizio era il nulla, e il nulla non aveva nome». (Zhuang-zi)
«Questo è il racconto di quando tutto era fermo, tutto calmo, in silenzio; tutto senza movimento, tranquillo e la distesa del cielo era vuota... Nulla esisteva. Poi, per primo, sorse il vuoto Caos». (Esiodo)
«All’inizio vi era Quello, fatto di tenebre, indistinto, senza caratteristiche, inconoscibile e come totalmente assopito». (Lao-zi)



Nella maggior parte dei casi stiamo per ora cercando di fronteggiare le condizioni della emergente società del XXI secolo con le forme di comportamento del sistema industriale del XX secolo. Perciò il fulcro della nostra attenzione dev’essere la diminuzione del carico imposto all’ambiente favorevole alla vita.
Come ha detto Einstein, non possiamo raggiungere la prossima tappa della nostra evoluzione collettiva senza dare origine a un nuovo modo di sentire e di agire.
La sfida consiste nel promuovere quindi l’evoluzione della coscienza, visto che non si evolve spontaneamente con sufficiente rapidità perché abbiamo smarrito la capacità di osservazione consapevole, la capacità di vivere la vita in atteggiamento meditativo. Infatti, la dimensione interiore della trasformazione attuale è rimasta indietro rispetto a quella esteriore. Dobbiamo riscoprire la nostra umanità, la nostra identità e il nostro ruolo.
Evolvere la conoscenza e l’intuito può dare origine, secondo Laszlo, a modi di vivere e di agire efficienti e responsabili e questo è l’immane compito dei nostri tempi: aiutare la nostra e la futura generazione a dare alla luce un nuovo modo di pensare, di sentire, di percepire. E’ per questo motivo che, tornando al vuoto e al silenzio, ci si ritrova nella coscienza originaria.
Ma come è avvenuta la ‘fecondazione’ e la successiva ‘rottura della simmetria’?
Come si è potuto, da questo ‘Campo di Coscienza unitaria’ assolutamente indivisa e immobile, scatenarsi un così drammatico processo di creazione fisica che ha portato alla formazione del nostro Cosmo, in cui, per ora, sono state osservate circa cento miliardi di galassie, ognuna delle quali è formata da circa cento miliardi di stelle?
L’evento più significativo dal punto di vista cibernetico è proprio la transizione di fase dal ‘Campo di Coscienza unitaria’, che immediatamente precedette e provocò la ‘singolarity’, all’esplosione del Big Bang e alla sua successiva frammentazione.


All’inizio era il nulla, e il nulla non aveva nome. Di là emanò lo Shen che produsse l’Uno, l’Uno fu e, senza che avesse ancora una forma materiale, generò la potenzialità del Due, la possibilità della vita. Quando Yin-Yang si concretizzò, sorse la possibilità del Tre, dell’Uno che contiene il Due e che, nello stesso tempo, dà forma alle cose. Dal Tre nacquero gli esseri: è ciò che viene chiamata la sua Virtù (Te).

«In ciò che non aveva forma si ebbe una distribuzione, alla quale seguì un movimento perpetuo, che ha nome Destino; nel corso delle sue trasformazioni sono nati gli esseri». (Zhuang-zi)
«Il Cielo e la Terra e le Diecimila Creature sono generate dall’Essere. L’Essere è generato dal Non Essere». (Lao-zi)

La Creazione è perciò il processo d’infinita divisione-moltiplicazione delle parti all’interno dell’Unità stessa che crea differenze e quindi moltiplica le informazioni. Maggiore è la divisione delle parti, maggiore è la moltiplicazione delle informazioni e la possibilità che l’esistenza ha di conoscere se stessa. L’Infinita Unità di Luce-Coscienza si frammenta in infinite unità di luce: dal Big Bang emergono infiniti fotoni e particelle subatomiche, quanti di luce-energia. L’Uno si è frammentato in infinite parti, si è diviso in infinite dimensioni e tuttavia l’Uno rimane, come afferma il Tao:
«Questo è il Tutto, quello è il Tutto. Dal Tutto emerge il Tutto ed il Tutto ancora rimane»

Tutto ciò che appare diviso in realtà è profondamente connesso con il sottostante ordine implicato della coscienza. Nella scienza questo principio dell’unità originaria si trova alla base dell’idea della singolarity, del Big Bang e della Teoria del Campo Unificato, ossia di un unico principio e di un’unica energia da cui tutto deriva per successive rotture della simmetria originaria.

«Ogni Unità è un Tutto. Ogni essere contiene in sé l’intero mondo intelligibile. Il suo Tutto è dovunque. Ciascuno è il suo Tutto e Tutto è ciascuno». (Plotino)

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.