lunedì 16 maggio 2016

Sciolta la nebbia, c'è un mondo da esplorare - Post di Eleonora Luzi

Mi ricordo il primo giorno che arrivai all'Ego Center, non sapevo nulla, di cosa fosse, perché ero lì, a quale scopo, non conoscevo nulla della scuola, ero solo tanto curiosa, dopo una breve conversazione avvenuta qualche giorno prima con un'amica che frequentava la scolastica da tre anni; per di più da questa conversazione non avevo capito molto. 
Eppure qualcosa di potente mi ci aveva portata, quasi spinta, ero lì davanti alla porta, pronta ad entrare. Quella porta è stata una delle porte più belle che mi sia mai capitata di aprire. 
Nella sala le persone mi sorridevano, era diverso quel posto, per la prima volta ho sentito che potevo sorridere anch'io davanti a degli sconosciuti, senza avere paura, di solito sorridevo solo quando entravo nelle case di persone conosciute, mi avevano insegnato a sorridere davanti ai clienti, per buon costume, ma tutte le volte che mi scappava un sorriso per strada sentivo che dovevo ricacciarmelo dentro, lì no. 
Poco dopo arrivò Pino, non sapevo chi fosse, mi ricordo perfettamente che si avvicinò a me, mi mise una mano sulla spalla e mi salutò in modo amico chiedendomi se già ci conoscevamo. Sembrava tutto così strano, mi pareva di conoscerlo da tantissimo tempo eppure non lo avevo mai visto, per cui risposi di no; ma lui mi spiazzò dicendomi che gli sembrava di avermi già conosciuta, come se avesse colto i miei pensieri. Si era creata una piccola connessione e in quel momento avevo capito quanto la mia mente escludeva dal dire quello che sentivo, mentre lui aveva sentito la stessa cosa e lo aveva espresso in totale libertà. 



Dopo i primi weekend passati a scuola, avevo nella testa un mischione di informazioni di cui non capivo il senso e il significato, non riuscivo ad apprendere anche se nella scuola normale sono sempre stata abbastanza brava. Per cui decisi di ascoltare e basta senza cercare di sforzarmi a capire con la mente, piano piano le cose cominciarono a prendere una forma, cominciai a comprendere. Dopo le lezioni alcune parole mi rimbombavano nel corpo come dei tuoni per i giorni, le settimane, i mesi successivi. Una di queste parole era "fermezza d'animo", non capivo perché, ma sapevo che era inutile sforzarsi di capire, la risposta arrivò col tempo. 
Avevo bisogno di cercare, di scoprire e di costruire la mia fermezza d'animo solo così potevo proteggermi e vivermi appieno ogni emozione. 
Con il passare del tempo salirono in superficie delle paure, nel corpo riuscii a percepirli come blocchi muscolari che fino ad allora non avevo fatto caso, stavo diventando più sensibile. Ogni lezione, ogni massaggio, ogni condivisione, nei mesi a seguire diventava una fonte di arricchimento, di conoscenza verso il mio corpo e di consapevolezza. 
Oggi oltre a sentire questo in me, lo percepisco anche negli altri, è come se la gioia di ogni blocco sciolto piccolo che sia si ripercuotesse anche nella mia vita e nelle persone che mi stanno accanto. Ho capito che non esiste una definizione per chiarire al di fuori di me chi io sia, ma semplicemente sono, ho abbandonato molte illusioni che mi ero costruita per identificarmi. Io non sono Eleonora, è solo un nome, non sono un insegnante è solo un mestiere, non sono una donna è solo un genere...ho sciolto alcune mie false credenze, non dico che sia facile, ma ci sono riuscita. 


Nel mio lavoro da atleta sportiva il percorso personale, la scolastica e i massaggi mi hanno portato risultati sorprendenti. Il mio corpo è diventato molto più flessibile, elastico, le mie performance sono migliorate, il rapporto con le mie allieve è diventato più bello, sono aumentate di numero e ognuna di loro ha qualcosa da insegnarmi, così anche il mio ruolo da insegnante si è trasformato, è diventato uno scambio reciproco, mi accorgo di essere più in ascolto. 
Questa esperienza mi sta portando a una consapevolezza più ampia slegata da preconcetti, giudizi, credenze limitanti e illusioni. Il mio strumento è il mio corpo ed è da qui che sono partita...

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