giovedì 3 marzo 2016

Muoversi nell'acqua - Lieh-zi

Confucio stava contemplando la cascata di Lü Liang. L'acqua precipitava da duecento piedi d'altezza e ribolliva schiumeggiando per molte miglia. Pesci, tartarughe, coccodrilli, salamandre non avrebbero potuto nuotare in quelle acque. 
Ma improvvisamente Confucio vide un uomo in acqua.
Pensando che si trattasse di un uomo che un grande dolore portava a cercare la morte, Confucio chiamò i suoi discepoli sulla riva per cercare di ripescarlo. Ma qualche centinaio di passi più a valle l'uomo uscì tranquillamente dall'acqua, con i capelli sciolti sulle spalle e cantando. 


Confucio lo raggiunse e lo interrogò: “Ho creduto che tu fossi uno spirito, ma ora che ti vedo da vicino mi rendo conto che sei un uomo. Posso domandarti qual'è il tuo metodo per muoverti così nell'acqua?”
“Non ho nessun metodo. Ho cominciato, poi ho acquistato fiducia, la cosa mi è divenuta abituale, ora è parte della mia natura. Mi lascio aspirare dai vortici quando mi trascinano giù e risalgo con le correnti ascendenti. Seguo il Dao dell'acqua anziché cercare di dirigermi con la volontà. Così mi muovo nell'acqua.”
Confucio insistette: “Cosa intendi con ‘ho cominciato, poi ho acquistato fiducia, la cosa mi è divenuta abituale, ora è parte della mia natura'?”
“Sulla terraferma, dove sono nato, mi sentivo sicuro: questo è l'inizio. Poi sono cresciuto nell'acqua e ho acquistato fiducia. Muovermi nell'acqua è diventato abituale. Quando non ho più saputo come lo facevo, è diventato parte della mia natura innata.”

(Lieh-zi, II)

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