domenica 20 dicembre 2015

Vivendo il nuovo dojo - Post di Domenico Mansi, Istruttore di Aikido

13/12/2015 
Caro Pino, 
ormai ogni giorno ho la possibilità di praticare Aikido nel nuovo dojo e di incontrare persone nel mio nuovo studio. Ogni giorno prima di ogni lezione di Aikido svolgo il saluto che tradizionalmente apre la lezione: un inchino in direzione nord e uno in direzione sud. Ogni giorno all’inizio e alla fine di una seduta apro e chiudo la porta del mio studio. 
Dal punto di vista della MENTE il saluto dell’Aikido è un rituale che delimita uno spazio grazie al quale essa può cogliere la sua essenza di essere spazio vuoto e prepararsi così a nutrirsi della gratitudine che il CORPO, nel medesimo saluto, esprime occupando con un inchino lo spazio vuoto a nord e lo spazio vuoto a sud, manifestando la sua essenza di essere movimento che scorre. 
Quando il fuoco della MENTE scalda il movimento del CORPO, dà un significato all’azione, così come, per esempio, la gratitudine si manifesta in un inchino caldo e dolce che nutre il cuore ed onora l’essenza di CORPO e MENTE. 
Pino, ora che lo scorrere della mia vita mi ha portato in uno spazio diverso, fisicamente più lontano da te e dai miei cari compagni di percorso, capita di sentire forte la vostra mancanza. Mancanza che la MENTE tenta di tramutare in storie.


Oggi ho compreso cosa c’è dall’altra parte di quella mancanza: la gratitudine. 
Oggi ho compreso che lo spazio che la mia vita mi ha portato ad occupare è anche lo spazio di cui ho bisogno per poter esprimere la gratitudine verso di te e verso Ego Center e che la distanza che ci separa fisicamente è lo spazio che mi permette di avvicinarmi al mio cuore, nel quale so di poterti incontrare sempre. 
Mentre scrivo queste righe a bordo di un treno affollato le lacrime scendono calde, e in esse sento la fierezza di un uomo che da ragazzino ebbe la fortuna di incontrare un altro uomo che trasmetteva lo Shen, e parlava di Fuoco e di Acqua e che un giorno promise di accompagnarmi fino al momento in cui avrei saputo camminare da solo; fino al momento in cui Acqua e Fuoco si sarebbero incontrati, come in queste calde lacrime. 
Con profondo rispetto e sincera gratitudine.

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