lunedì 13 ottobre 2014

La raccolta delle noci di Chouitar Zahra


Qualche settimana fa, sono andata a raccogliere le noci e ci sono andata senza una grande aspettativa perché era tardi e come le altre volte pensavo che altre persone fossero passate a raccoglierle prima di me. Ma ci sono andata lo stesso con una bella borsa. Erano le 10 del mattino, sotto una bella luce autunnale e io stavo bene con o senza noci, stavo bene lo stesso.Arrivata lì senza pretese, ho cominciato con il primo albero sotto il quale ne ho trovate due o tre. Ero contenta e ho cominciato a ringraziare. Poi il secondo albero, una o niente. Ero contenta lo stesso, attenta alle mie reazioni, no ero solo nell’azione, attenta ai miei piedi, all’aria fresca e alla bellezza della natura. Il terzo albero era in riva al fiume. Mi sono avvicinata con molto rispetto, sì, ero rispettosa in quell’ambiente, provavo un rispetto riverente, mi sentivo parte e in comunione con il tutto. Ho guardato attorno all’albero in riva al fiume, una, due, tre, quattro e poi guardai giù lungo il fiume e sulla scarpata vidi non solo una di qua o di là, vedi piccoli mucchi di noci qua e là. Ero felice ma senza golosità, senza voracità e decisi di scenderci. Ero più attenta al piacere di essere lì che al “guadagno”e sentivo anche una relazione con tutto quello che mi circondava. Ho cominciato a raccogliere a mani piene queste noci. La borsa mezza piena, ho ringraziato e sono salita per andare a vedere gli altri alberi. 
Ed ecco dove comincia la mia scoperta, una nuova esperienza. Con la borsa mezza piena, ero diversa, mi avvicinavo in modo diverso verso questi alberi, non con il solito bisogno di soddisfare un desiderio, ma solo con il piacere di fare perché ormai la mia borsa era mezza piena, andava benissimo così, non ero affamata. Tutto quello che mi capitava di raccogliere era solo un più. E questo lo riporto alla relazione che ho con la vita: il lavoro, i soldi non li trovo perché sono quasi sempre senza. Sono sempre nel bisogno e quindi mi accosto in modo sbagliato ed ecco il nodo da sciogliere. Trovare il modo di sentirmi appagata, soddisfatta, ricca e grata per permettere al flusso di scorrere.Ogni albero mi ha regalato l’abbondanza. Di gioia in gioia, raccoglievo le noci, abbracciavo i tronchi, salutavo e ringraziavo e come per magia alcuno addirittura me li faceva cadere proprio quando abbracciavo ringraziando, c’era davvero come una relazione intima tra il mio sentire e loro. Ho dovuto fermarmi perché ormai la borsa era piena e troppo pesante da portare!E così, ho fatto l’esperienza dell’abbondanza, grazie a queste noci, ho fatto l’esperienza che mi chiariva il mio rapporto sbagliato al mondo e alla vita e mi ha permesso anche di comprendere in modo concreto l’ultima frase della tavoletta 46 del Tao Te Ching intitolata Diminuire i desideri : [] solo coloro che conoscono ciò che basta/ Sono sempre soddisfatti”.

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