domenica 16 luglio 2017

Suono e DNA

Che cosa succede nel cervello quando ascoltiamo un suono?
Da quando la Risonanza Magnetica funzionale (RMf) ci ha permesso di osservare il cervello come sistema interattivo di apprendimento, abbiamo iniziato a comprendere che il cervello è un attivo analizzatore di frequenze udibili e ciò significa che non solo riceve vibrazioni dal mondo esterno, ma che produce attivamente dei suoni per cercare di distinguere similitudini e differenze rispetto a quanto è stato già memorizzato dal proprio sistema di apprendimento mnemonico. Una alterazione a tale produzione attiva di suoni induce la membrana auricolare a vibrare in modo anomalo così che sentiamo un tedioso fischio nell'orecchio detto acufene.
Pertanto il suono che ascoltiamo è ciò che viene generato interattivamente dalla attività selettiva e risonante tra cervello e vibrazioni esterne. Tale interazione avviene nel quadro delle sincronizzazioni possibili con le frequenze udibili tra 20Hz e 20kHz (Cicli/sec). 
Quindi il cervello va cercando attivamente le vibrazioni e le trasforma in sensazioni sonore tramite un processo di riconoscimento mnemonico. Nel mondo esterno infatti non ci sono suoni, ma solo vibrazioni che il cervello traduce come sensazioni sonore. Infatti possiamo notare che come il bambino va cercando le sonorità della voce della mamma, l'uomo più in generale cerca di significare, tra tutte le sonorità dell'ambiente, quelle della voce umana, così che, ad esempio, preferisce alla musica strumentale il canto di un cantante.


Alcuni ricercatori, nel 1993, hanno messo in evidenza il così detto “effetto Mozart”, capace con l'ascolto delle musiche del compositore austriaco di influenzare l'organismo modificando lo stato emotivo, fisico e mentale in modo da rafforzare i processi creativi dell'emisfero destro.
Certamente saper ascoltare buona musica influisce sul modo in cui percepiamo lo spazio-tempo e ciò conduce ragionevolmente a favorire le capacità di apprendimento.
Le alte sonorità martellanti delle moderne discoteche, al limite dell'udibilità e prive di sinergie tra ritmi ed armonie, tendono inesorabilmente a favorire lo sballo della mente dei giovani che purtroppo inconsciamente ne subiscono la innaturale pressione.


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