giovedì 6 luglio 2017

I colori dell'anima - Parte seconda

Mi raccontava Patrizia che l’anno scorso, in uno dei periodici incontri con un gruppo di bambini di dieci/dodici anni, ha chiesto che cosa pensavano che fosse l’anima.
Ne ha avuto le risposte più precise che le sia mai capitato di sentire:
-       «E’ la parte migliore di noi»
-       «E’ il posto dove stanno le emozioni»
-       «E’ Dio dentro di noi»
Possono esistere definizioni migliori? L’Anima infatti è tutto questo. Non dovrebbe di conseguenza essere la parte di noi a cui teniamo di più, quella di cui dovremmo avere maggior cura, quella che dovremmo coccolare e accudire quotidianamente con la migliore dedizione?
La spiritualità è innata nell’Uomo ed è solo esplorandola che l’uomo può raggiungere uno stato di benessere che null’altro gli può procurare
Strumenti ne sono il sorriso e l’atteggiamento aperto e sereno
Essi non devono essere la conseguenza, ma la causa della nostra felicità.
Un team di scienziati finlandesi dell’Aalto University ha localizzato cosa sentiamo nel nostro organismo in base alle diverse emozioni. Il risultato dello studio, (ancora in corso di approfondimento) appena pubblicato sulla rivista scientifica americana Pnas, è una vera e propria mappa dove ad ognuna delle principali emozioni biologi e neuro-scienziati hanno associato i distretti corporei che ne vengono colpiti. La ricerca è il frutto di un’analisi condotta su oltre 700 persone di diverse nazionalità, in particolare finlandese, svedese e taiwanese, che sono state indotte a provare svariate emozioni (con l’impiego di racconti, filmati e immagini) e invitate poi a riportare ciò che sentivano su una grafica dell’organismo, dove appunto localizzare le zone coinvolte distinguendo tra quelle che sentivano attivate da quelle che sembravano invece spegnersi. Gli scienziati hanno anche realizzato che non vi sono sostanziali differenze tra le percezioni degli individui di origine europea rispetto a quelle degli asiatici. 
E questo incentiva l’ipotesi sull’origine biologica delle emozioni e sulla loro indipendenza dal linguaggio e dagli schemi di apprendimento.
Anche nel linguaggio comune si usano termini come: rosso di rabbia, anima candida, verde d’invidia, anima nera, scuro come il carbone.


Interpretarla è semplice: quando un’emozione schiaccia il tasto on di una determinata regione del corpo, essa è rappresentata da un colore caldo, il rosso o il giallo, al crescere dell’intensità; quando invece ci fa sentire spente o inibite alcune zone, ecco che queste saranno tradotte in colori freddi, come il blu e l’azzurro.
Se anche il corpo si colora, facciamo allora colorare la nostra anima riempiendo sempre i nostri occhi di luce!

  Anche un’emozione, che sembra più forte di noi, è una nuvola che passa. Noi però siamo il cielo.
Thich Nhat Hanh


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