giovedì 22 dicembre 2016

Commento del mio vissuto nel week end 9-10 Dicembre 2016- Parte prima - Post di Michele Zanrei

Ho sentito spesso il Maestro Gaku Homma, il mio Maesto di Aikido, parlare del suono, ma senza mai capirne veramente l’essenza.
Durante la mia permanenza nel suo Dojo, usava spesso fare un esempio:
“Entrando in un negozio e volendo comprare una campana, quale comprereste?” domandava come se questo quesito fosse un argomento molto serio. E continuava dicendo:
“Certo che non è semplice come decisione. In realtà se si compra una campana, si compra per il suono che riesce a emettere, ma sullo scaffale è in forma di oggetto. Compriamo sì una campana, ma in realtà compriamo qualcosa d’invisibile”.
Capivo che dietro queste parole ci doveva essere qualcosa di nascosto, ma non avevo mai afferrato quanto profondo potesse essere questo esempio.
E’ stato durante il Tutoring con Pino del 9 Dicembre, che durante la sua lezione, nell’ascoltare le sue parole mi sono trovato avvolto da una sensazione mai sperimentata.
Non è la prima volta che mi emoziono nel sentire una lezione di Pino.,Ma a dire il vero, quello trattato non era un argomento che in sé poteva suscitare una reale commozione, anzi era per il più tecnico.,Mi sentivo, in effetti un po’ “strano”, mi scendevano le lacrime sentendo parlare di onde celebrali, e non volevo sembrare “esagerato” in questa mia esternazione. Ho anche provato a trattenermi, ma era più forte di ogni controllo, e anche se sono sempre stato molto bravo nel nascondere un’emozione, adesso mi sta diventando sempre più difficile, e sapevo che non sarebbe scappata agli occhi attenti di Pino, (anche se non si soffermava nel guardarmi per non mettermi in imbarazzo e lasciarmi vivere quello che stavo provando).
Quello che in realtà avvertivo, o penso di avere avvertito, era la vibrazione che mi avvolgeva in ogni direzione. Una sensazione tanto presente da poter essere toccata. Non sentivo diversità con i compagni, nonostante fossi sicuramente quello con meno esperienza, non c’era differenza.
Nonostante, in quel tipo di situazioni mi capita di chiedermi se sarò in grado di stare al passo con il gruppo, in quel momento non c’erano più domande.
Nessuna domanda perché non sentivo distinzioni, ed era così piacevole, che quelle lacrime di gioia non potevano essere contenute.

Eleonora Luzi - Esibizione con il cerchio luminoso

Non capivo cosa fosse, ma quando Pino ha fatto l’esempio dei diversi pendoli in movimento, che se messi vicini si armonizzano in modo naturale a uno di loro, stavo capendo che in realtà non avevo le allucinazioni, ma noi come esseri viventi e come Gruppo, ci stavamo armonizzando a Lui o meglio, grazie all’esserci prima armonizzati con Pino, potevamo avere tutti la medesima “oscillazione”, e questo mi faceva provare uno stato di armonia, serenità e protezione.
E’ quindi questo che si prova a sentirsi parte di un Gruppo?
Un’altra cosa, mi fa credere che questa mia versione possa essere tendente al vero:
Sul finire della lezione Pino ha detto che nella sua voce non aveva “messo tanto Shen”.
L’emozione provata non era allora per quello, o per lo meno, non era solo quello il motivo.
Adesso mi chiedo una cosa… la decisione di fare quella lezione nell’aula più piccola di Ego Center, è stata casuale o forse no? Io non ho la risposta ma una cosa è sicura, Pino ci ha dato la possibilità di armonizzarci a lui, dopotutto anche i pendoli devono essere vicini perché si possano tra loro influenzare.
Allora cosa c’entra la storia delle campane del M. Homma, con i pendoli che si armonizzano?
Questa relazione in verità mi è venuta in mente al risveglio di lunedì, dopo aver trascorso l’intero week end in Ego Center.
Cosa in realtà armonizza i pendoli, e perché uno sia scelto come guida dagli altri, io non lo riesco a capire con la logica, certo si crea una sorta di Campo, e questo riesce a influenzare i pendoli vicini; ma perché?
A me, il perché non è che interessi veramente, trovo molto più interessante sentire che si possono provare delle emozioni così belle, e magari cercare di capire da dove nascono, per imparare sempre più ad accettarle e accoglierle. E’ così che, senza pensarci mi è venuto questo raffronto:
Si dice che il suono delle campane non sia come la nota di uno strumento, ma una frequenza. Che strano, compriamo un oggetto per quello che in realtà non possiamo nemmeno vedere, e se proviamo a suonarlo, non emette in effetti, nemmeno delle note.
Mi sorge una domanda: “Quanto, in effetti, assomigliamo a quest’oggetto?”
Se stiamo in silenzio, non sembriamo anche noi un po’ tutti uguali?
Se un extra-terrestre arrivasse sulla Terra, senza preconcetti di bello e brutto, di bianco e di nero, non sembreremmo anche noi tutti uguali ai suoi occhi? Due orecchie due braccia, due gambe, un naso… cosa gli farebbe capire, che ognuno di noi è un Mondo Unico?
Forse, proprio grazie ad una frequenza, magari non udibile all’orecchio, ma ai nostri organi sì.
Questo mi aiuterebbe a spiegare tante cose:
Di come sia importante il silenzio per ascoltarci veramente,
di come sia ovvio che un’altra persona possa influenzarci,
di cosa voglia dire essere un Gruppo,
di quanto sia emozionante poter sentire lo Shen trasmesso con la voce!


Siamo in risonanza con tutto ciò che ci circonda e questo è meraviglioso.

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